giovedì 30 aprile 2015

Giovedì 30

Non amate il mondo né le cose del mondo (1 Giov.2:15)



Non possiamo aspettarci di rimanere santi se alimentiamo pensieri e desideri non appropriati. Dobbiamo amare Geova con "un cuore puro" (1 Tim.1:5). Ma il cuore è ingannevole, perciò potremmo non renderci conto fino in fondo di quanto "le cose del mondo" ci stiano influenzando (Ger.17:9). È dunque saggio da parte nostra che seguiamo l'esortazione di Paolo: "Continuate a provare se siete nella fede, continuate a provare ciò che voi stessi siete". Mentre studiamo la Bibbia dovremmo chiederci: "I miei pensieri e i miei desideri piacciono a Dio?" (2 Cor.13:5). Un altro accorgimento che può aiutarci a resistere alle "cose del mondo" è tenere a mente le ispirate parole di Giovanni: "Il mondo passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre" (1 Giov.2:17). Il mondo di Satana può sembrare solido e durevole, ma è destinato a finire; nulla di ciò che offre ha un valore duraturo. Ricordarlo ci permetterà di non farci ingannare dagli stratagemmi di Satana. w13 15/8 4:5, 17, 18

mercoledì 29 aprile 2015

Mercoledì 29

Provate a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio (Rom.12:2)



La Bibbia riconosce che spesso "quelli delle nazioni che non hanno legge fanno per natura le cose della legge" (Rom.2:14). Ma questo significa forse che, in assenza di un esplicito comando di Dio, possiamo semplicemente farci guidare dai valori con cui siamo cresciuti e che sono accettati dalla maggioranza? La Bibbia ci ricorda che "esiste una via che davanti all'uomo è retta, ma la sua fine son poi le vie della morte" (Prov.16:25). A causa dell'imperfezione, noi esseri umani non siamo pienamente in grado di dare il giusto indirizzo alla nostra vita (Prov.28:26; Ger.10:23). Inoltre la Bibbia mostra che valori e tendenze del mondo sono plasmati da Satana, "l'iddio di questo sistema di cose" (2 Cor.4:4; 1 Giov.5:19). Pertanto, se vogliamo la benedizione e l'approvazione di Geova, dobbiamo seguire l'esortazione contenuta nella scrittura di oggi. w13 15/9 3:2, 3

martedì 28 aprile 2015

Martedì 28

Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo (Giov.17:18)



Mentre era sulla terra Gesù si diede da fare per aiutare i discepoli a superare le loro debolezze, presupposto necessario perché portassero a termine l'opera che egli stesso aveva iniziato. Gesù diede risalto a tre condizioni fondamentali che i discepoli dovevano soddisfare per avere successo in questa opera salvifica. In primo luogo pregò che non facessero parte dell'empio mondo di Satana. Poi pregò che fossero santificati "per mezzo della verità", cioè che si mantenessero santi ubbidendo alla Parola di Dio. Infine supplicò più volte che fossero uniti nello stesso vincolo di amore che esisteva tra lui e il Padre. A questo punto ognuno di noi fa bene a chiedersi: "Sto agendo in armonia con queste tre richieste?" Gesù era fiducioso che se i discepoli lo avessero fatto, molte altre persone avrebbero accettato il messaggio (Giov.17:15-21). w13 15/10 4:12

lunedì 27 aprile 2015

Lunedì 27

Ritiratevi da ogni fratello che cammina disordinatamente (2 Tess.3:6)



Dopo aver detto queste parole, Paolo si riferì in maniera specifica a cristiani che "non [volevano] lavorare" (2 Tess.3:10). Se questi si potevano considerare 'disordinati', tanto più lo era chi stava scivolando nell'apostasia! La compagnia di persone del genere era molto pericolosa e andava evitata. Questo vale anche oggi (Prov.13:20). Dal momento che lo scoppio della grande tribolazione e la fine di questo sistema malvagio sono sempre più vicini, questi avvertimenti ispirati del I secolo hanno ancor più valore. Non vogliamo assolutamente 'venire meno allo scopo' dell'immeritata benignità di Geova e perdere la vita eterna, che sia in cielo o sulla terra (2 Cor.6:1). Se mai qualcuno che frequenta le nostre adunanze cercasse di trascinarci in discussioni basate su congetture personali o in conversazioni dal tono critico, dovremmo stare molto attenti a non farci coinvolgere (2 Tess.3:13-15). w13 15/12 1:8, 9

domenica 26 aprile 2015

Domenica 26

Parla all'intera assemblea d'Israele (Eso.12:3)



È di importanza vitale che ubbidiamo a quelli cui è affidata la nostra cura. Pensiamo a come in passato Geova ha comunicato con il suo popolo in momenti critici. Quando Israele lasciò l'Egitto, gli ordini di Dio erano trasmessi da Mosè e Aaronne, che Geova impiegava per impartire istruzioni al suo popolo (Eso.12:1-7,21-23,29). Forse ci vengono in mente molti altri casi della storia biblica in cui Geova, mediante rappresentanti umani o angelici, ha dato al suo popolo istruzioni necessarie per avere la salvezza. In tutte queste occasioni Geova ha ritenuto opportuno delegare una certa autorità. Ci sono stati messaggeri che, parlando a nome suo, hanno spiegato cosa bisognava fare per superare quei momenti critici. Non è irragionevole pensare che Geova possa fare qualcosa di simile ad Armaghedon. Ovviamente, qualsiasi anziano che abbia la responsabilità di rappresentare Geova o la sua organizzazione deve guardarsi bene dall'abusare dell'autorità che gli viene delegata. w13 15/11 4:14, 15

sabato 25 aprile 2015

Sabato 25

Ricorda il tuo grande Creatore nei giorni della tua giovinezza (Eccl.12:1)



L'unico modo in cui potete 'ricordare' Geova è quello di servirlo con tutto il cuore (Deut.10:12). È una scelta che determinerà l'intero corso della vostra vita (Sal.71:5). Ovviamente quella di servire Geova non è l'unica scelta che influisce sul vostro futuro. Per esempio dovrete decidere se sposarvi, chi sarà il vostro coniuge e che lavoro svolgerete. Sono senz'altro questioni importanti, ma è saggio che prima di tutto decidiate se volete servire Geova al massimo delle vostre possibilità (Deut.30:19,20). Perché? Perché tutte queste scelte sono interdipendenti. Le decisioni che prenderete in fatto di matrimonio e lavoro influiranno sul servizio che renderete a Dio. (Confronta Luca 14:16-20.) D'altro canto, il desiderio di servire Dio influirà sulle scelte che farete in quanto a matrimonio e lavoro. Perciò prendete prima le decisioni più importanti (Filip.1:10). w14 15/1 3:3, 4

venerdì 24 aprile 2015

Venerdì 24

Cingi la tua spada. Avanza verso il successo (Sal.45:3,4)



Fra breve sarà eseguito il giudizio sulla "grande meretrice", Babilonia la Grande, l'impero mondiale della falsa religione (Riv.17:1,5,16,17; 19:1,2). Poi Cristo eseguirà i giudizi di Dio sul resto del malvagio sistema di Satana sulla terra distruggendolo ad Armaghedon (Riv.16:14-16; 19:19-21). Infine, il Re-Guerriero completerà la sua vittoria inabissando Satana e i suoi demoni, e riducendoli così a uno stato di inattività paragonabile alla morte (Riv.20:1-3). Durante la presenza di Cristo, man mano che concludono la loro vita terrena, i cristiani unti vengono risuscitati alla vita celeste. A un certo punto dopo la distruzione di Babilonia la Grande, Gesù radunerà a sé tutti i membri della classe della sposa rimanenti (1 Tess.4:16,17). Pertanto, prima dello scoppio di Armaghedon tutti i componenti della sposa saranno in cielo. Dopo tale guerra potrà avere luogo il matrimonio dell'Agnello (Riv.19:7). w14 15/2 2:10-12

giovedì 23 aprile 2015

Giovedì 23

Basta! Ora, o Geova, togli la mia anima (1 Re 19:4)



Elia provava davvero quei sentimenti. Solo con i suoi pensieri, era dell'idea che la sua attività di profeta fosse stata vana. In buona sostanza si era giudicato secondo i propri parametri e aveva concluso di essere un fallito, di non valere nulla né per Geova né per nessun altro. L'Onnipotente però non la pensava così. Per lui Elia era sempre prezioso; agì quindi per rassicurarlo in proposito. Mandò un angelo a rafforzarlo; gli provvide cibo e acqua che lo sostennero durante il viaggio di 40 giorni verso il monte Horeb, ancora più a sud; inoltre corresse benevolmente la sua convinzione che non fosse rimasto nessun altro israelita fedele. Fatto significativo, Dio diede a Elia nuovi incarichi, che questi accettò. Elia fece tesoro dell'aiuto divino e riprese la sua attività di profeta con rinnovata energia (1 Re 19:5-8,15-19). w14 15/3 2:12, 14, 15

mercoledì 22 aprile 2015

Mercoledì 22

Il piccolo stesso diverrà mille, e l'esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l'affretterò al suo proprio tempo (Isa.60:22)



Oggi milioni di persone hanno unito le forze per riempire la terra con la predicazione della buona notizia del Regno (Matt.24:14). Gesù però indicò che in questi ultimi giorni per alcuni sarebbe stato difficile mantenersi concentrati su tale opera. Sarebbero stati distratti e "aggravati" (Luca 21:34). Stiamo vedendo l'adempimento di questa profezia. Alcuni servitori di Dio si stanno lasciando sviare. Lo si capisce dalle decisioni che prendono in relazione a lavoro secolare e istruzione universitaria, dall'importanza che danno ai beni materiali e dal tempo che dedicano a sport e svago. Altri si stanno stancando a causa delle ansietà della vita. Chiediamoci: "Io come me la sto cavando? Cosa rivelano le decisioni che prendo?" w13 15/4 3:3

martedì 21 aprile 2015

Martedì 21

Chi mostra perspicacia in una questione troverà il bene (Prov.16:20)



Genesi 2:18 ci dice che Dio fece la donna perché fosse un complemento per l'uomo, e non una sua copia. In genere le donne amano esprimere i propri sentimenti e parlare di persone e rapporti interpersonali. Attribuiscono grande importanza a un dialogo che sia affettuoso e intimo, perché le rassicura e le fa sentire amate. Molti uomini, invece, non sono altrettanto propensi a parlare dei propri sentimenti, preferendo magari discorrere di cose da fare, problemi incontrati e soluzioni da trovare. Gli uomini, poi, desiderano essere rispettati. Il marito perspicace nota i sentimenti della moglie e ne tiene conto. La rassicura facendole capire che per lui le sue idee e i suoi sentimenti sono importanti (1 Piet.3:7). Lei, a sua volta, cerca di capire il punto di vista di lui. Quando marito e moglie comprendono qual è il ruolo che le Scritture assegnano a ciascuno, lo apprezzano e lo assolvono, la loro unione diventa qualcosa di speciale; insieme riescono a prendere decisioni sagge ed equilibrate e a metterle in atto. w13 15/5 3:4, 5

lunedì 20 aprile 2015

Lunedì 20

Con qualcuno leale agirai con lealtà (2 Sam.22:26)



"Anche quando Davide visse come un fuggiasco, nascondendosi in caverne, Geova gli fu sempre vicino", ha detto un fratello. "Questo mi incoraggia molto! Mi ricorda che, per quanto la situazione possa sembrare disperata, se rimarrò leale Geova sarà al mio fianco". Sicuramente questo è un sentimento che conosciamo bene (Rom.8:38,39). In quali altri modi Geova si mostra leale? Essendo coerente con i suoi princìpi. "Pure fino alla vostra vecchiaia Io sono lo stesso", ci assicura (Isa.46:4). Le decisioni che prende sono sempre basate sulle sue immutabili norme relative a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato (Mal.3:6). Inoltre Geova mostra lealtà tenendo fede alle sue promesse (Isa.55:11). La sua lealtà, perciò, torna a vantaggio di tutti i suoi fedeli servitori. Se facciamo del nostro meglio per rispettare le sue norme, infatti, possiamo essere sicuri che ci benedirà come ha promesso (Isa.48:17,18). w13 15/6 3:4-6

domenica 19 aprile 2015

Domenica 19

Continuavano a dedicarsi all'insegnamento degli apostoli (Atti 2:42)



A partire dalla Pentecoste del 33, Cristo si servì degli apostoli come canale per nutrire il resto dei suoi discepoli unti. Tale canale fu chiaramente riconosciuto dagli ebrei e dai proseliti che quel giorno divennero cristiani unti con lo spirito. Senza alcuna esitazione essi "continuavano a dedicarsi all'insegnamento degli apostoli". Secondo un'opera di consultazione, il verbo greco reso "continuavano a dedicarsi" può indicare "il persistere tenace e generoso di un gruppo in sé compatto e orientato verso obiettivi comuni". I nuovi credenti erano affamati di cibo spirituale e sapevano esattamente dove trovarlo. Con incrollabile lealtà si affidavano agli apostoli perché spiegassero le parole e le azioni di Gesù e facessero luce sul significato dei passi biblici che lo riguardavano (Atti 2:22-36). w13 15/7 3:8

sabato 18 aprile 2015

Sabato 18

Non mancò loro nulla (Nee.9:21)



Quando gli israeliti intrapresero quella che poi si sarebbe rivelata una peregrinazione di quarant'anni attraverso un "tremendo deserto", Geova non spiegò loro nel dettaglio come li avrebbe guidati e protetti e come si sarebbe preso cura di loro. Comunque dimostrò più volte che potevano fidarsi di lui e delle sue istruzioni. Una colonna di nuvola durante il giorno e una di fuoco durante la notte rammentavano agli israeliti che a guidarli e sostenerli in quella landa desolata c'era lui (Deut.1:19; Eso.40:36-38). Egli provvedeva inoltre alle loro necessità basilari. "Le loro medesime vesti non si consumarono, e i loro stessi piedi non si gonfiarono" (Nee.9:19,20). Oggi il popolo di Dio è alle soglie di un nuovo mondo in cui regnerà la giustizia. Nutriamo la fiducia che Geova ci provvederà ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere alla futura "grande tribolazione"? (Matt.24:21,22; Sal.119:40,41). w13 15/9 1:9, 10

venerdì 17 aprile 2015

Venerdì 17

La potenza oltre ciò che è normale è di Dio e non da noi (2 Cor.4:7)



Alla fine della seconda guerra mondiale, quando il regime nazista stava ormai crollando, fu dato ordine di eliminare le migliaia di persone ancora internate nei campi di concentramento. I prigionieri del campo di Sachsenhausen dovevano marciare fino al mare per essere caricati su navi che poi sarebbero state fatte affondare al largo. Tutto ciò faceva parte di una strategia che prevedeva quelle che vennero poi definite marce della morte. Trentatremila detenuti di Sachsenhausen avrebbero dovuto camminare per 250 chilometri fino a Lubecca, una città portuale tedesca. Fra loro c'erano 230 testimoni di Geova provenienti da sei nazioni, ai quali fu ordinato di marciare insieme. Benché stremati dalla fame e dalle malattie, sopravvissero tutti. Uno di loro in seguito disse: "Ci incoraggiavamo di continuo ad andare avanti". In aggiunta alla "potenza oltre ciò che è normale" che Dio concede, fu l'amore reciproco ad aiutare i nostri fratelli a superare quella terribile prova. w13 15/8 3:1, 2

giovedì 16 aprile 2015

Giovedì 16

Andate, mangiate le cose grasse e bevete le cose dolci, e non vi contristate, poiché la gioia di Geova è la vostra fortezza (Nee.8:10)



Questo non era il momento di confessare pubblicamente i peccati. Era un giorno di festa, un'occasione gioiosa per adorare Geova (Num.29:1). Il popolo ubbidì alle parole di Neemia e quello si trasformò in un giorno di "grande allegrezza". Il giorno successivo i capi delle tribù si incontrarono di nuovo per capire come la nazione avrebbe potuto aderire maggiormente alla Legge di Dio. Esaminandola scoprirono che nel settimo mese, tishri, dal quindicesimo al ventiduesimo giorno, avrebbero dovuto celebrare la festa delle capanne e concluderla con l'assemblea solenne, perciò iniziarono a fare i preparativi. Quella che seguì fu la più bella festa delle capanne dai giorni di Giosuè, e generò "grandissima allegrezza". "Di giorno in giorno, dal primo giorno fino all'ultimo giorno", la lettura ad alta voce della Legge fu un aspetto saliente della festa (Nee.8:12-18). w13 15/10 3:3, 4

mercoledì 15 aprile 2015

Mercoledì 15

Considerate gli altri superiori a voi (Filip.2:3)



Eva si fece guidare dal desiderio egoistico di essere simile a Dio; suo marito manifestò il desiderio egoistico di compiacerla (Gen.3:5,6). Dopo aver persuaso loro ad abbandonare la vera adorazione, Satana ha continuato a indurre le persone all'egoismo. Ricorse a questa tattica anche con Gesù (Matt.4:1-9). Ai nostri giorni è riuscito a sviare la stragrande maggioranza della gente spingendola a manifestare egoismo in molti modi. La cosa merita attenzione, perché anche noi potremmo farci influenzare da tale atteggiamento ormai imperante (Efes.2:2). L'egoismo si può paragonare alla ruggine che si forma su un oggetto di ferro esposto agli agenti atmosferici. Il vero pericolo sta nell'ignorarla permettendole di diffondersi fino a causare danni strutturali o cedimenti. Analogamente, anche se al momento non possiamo eliminare imperfezione e tendenze egoistiche, dobbiamo essere consapevoli del pericolo che costituiscono e contrastarle (1 Cor.9:26,27). w14 15/3 1:2-4

martedì 14 aprile 2015

Martedì 14

Il suolo dei due re di cui provi morboso terrore [Siria e Israele] sarà lasciato interamente (Isa.7:16)



Tra il 762 e il 759 avanti Era Volgare i re d'Israele e di Siria dichiararono guerra al regno di Giuda con l'obiettivo di invadere Gerusalemme, detronizzare Acaz e mettere al suo posto un altro re, che forse non era un discendente di Davide (Isa.7:5,6). Il re d'Israele avrebbe dovuto sapere che questo piano non aveva nessuna possibilità di riuscire. Geova infatti aveva decretato che il Suo trono sarebbe stato occupato "a tempo indefinito" da un discendente di Davide, e lui mantiene sempre la sua parola (2 Sam.7:16; Gios.23:14). Inizialmente l'alleanza siro-israelita sembrò avere la meglio: in una sola battaglia Acaz perse 120.000 uomini valorosi e Maaseia, il "figlio del re", fu ucciso (2 Cron.28:6,7). Ma tutto questo non sfuggì a Geova, che, non avendo dimenticato la promessa fatta a Davide, mandò il profeta Isaia con un messaggio davvero incoraggiante: le parole della scrittura di oggi. w13 15/11 3:1-3

lunedì 13 aprile 2015

Lunedì 13

La terra si rovinò alla vista del vero Dio (Gen.6:11)



Ai giorni di Noè 'la terra si era riempita di violenza'. Significava questo che a Geova la situazione fosse sfuggita di mano? Vediamo cosa dice la Bibbia al riguardo. Prendiamo il caso di Noè. Geova gli fornì un progetto dettagliato e istruzioni precise per costruire una gigantesca arca per mezzo della quale lui e i suoi familiari più stretti si sarebbero salvati. Manifestò inoltre grande amore nei confronti dell'intera famiglia umana assegnandogli il ruolo di "predicatore di giustizia" (2 Piet.2:5). Il messaggio di Noè era senza dubbio un appello al pentimento e un avvertimento relativo alla distruzione imminente, ma fu come parlare al vento. Per decenni, Noè e la sua famiglia vissero in un mondo violento e infarcito della più becera immoralità. Geova, in qualità di Padre amorevole, protesse e benedisse quelle otto persone leali. E il Diluvio che portò fu una dimostrazione della sua autorità sull'umanità ribelle e sugli angeli malvagi. Si può senz'altro dire che Geova aveva il controllo della situazione! (Gen.7:17-24). w14 15/1 1:7, 8

domenica 12 aprile 2015

Domenica 12

Il suo diletto è nella legge di Geova (Sal.1:2)



Leggere quotidianamente un brano della Bibbia è importante. Ma oltre a ciò dobbiamo acquistare intendimento e perspicacia. A questo riguardo, vogliamo avvalerci delle pubblicazioni dell'organizzazione di Geova per fare ricerche. O forse ci domandiamo come un certo insegnamento biblico possa influire sulla nostra vita. In questo caso potremmo chiedere aiuto a un anziano della congregazione o a un altro cristiano maturo. Apollo era un cristiano ebreo che insegnava in merito al battesimo qualcosa che non era più aggiornato. Aquila e Priscilla, una coppia di cristiani, "gli spiegarono più correttamente la via di Dio" (Atti 18:24-26). Come Apollo, anche noi ci sforziamo di comprendere ciò che leggiamo nella Bibbia. In ogni caso, quando un compagno di fede esperto ci dà dei suggerimenti su come possiamo migliorare il nostro insegnamento, vorremo accettare l'aiuto con umiltà e gratitudine. Così facendo, miglioreremo la qualità del sacro servizio che rendiamo a Geova. w13 15/4 1:4, 9-11

sabato 11 aprile 2015

Sabato 11

Chi dite che io sia? (Matt.16:15)



Gesù sapeva che le domande ben scelte non solo aiutano un insegnante a conoscere meglio l'allievo, ma stimolano quest'ultimo a riflettere ed esprimersi. Per esempio, volendo impartire una lezione di umiltà ai suoi discepoli, per prima cosa fece loro una domanda che li inducesse a riflettere (Mar.9:33). Per insegnare a Pietro a ragionare in termini di princìpi, gli rivolse una domanda suggerendogli più risposte (Matt.17:24-26). In un'altra occasione, per far emergere ciò che i discepoli avevano nel cuore, pose loro una serie di domande che li facessero esprimere (Matt.16:13-17). Ponendo domande e facendo affermazioni Gesù non si limitava a informare sui fatti. Toccava il cuore alle persone e le motivava ad agire in armonia con la buona notizia. Quando imitiamo Gesù facendo uso di domande efficaci, conseguiamo almeno tre obiettivi: identifichiamo il modo migliore per aiutare le persone, superiamo eventuali obiezioni e insegniamo a quelli che sono umili a recare beneficio a se stessi. w13 15/5 1:10, 11

venerdì 10 aprile 2015

Venerdì 10

Quando il Figlio dell'uomo sarà arrivato nella sua gloria, sederà quindi sul suo glorioso trono. E tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui (Matt.25:31,32)



La profezia di Gesù riguardo agli ultimi giorni rivela che egli agirà come Giudice di tutte le nazioni solo dopo la distruzione della falsa religione. Alcuni degli avvenimenti che si verificheranno in quel periodo sono riportati in Matteo 24:30,31. Esaminando questi versetti si nota che in essi Gesù predice eventi simili a quelli che menziona nella parabola delle pecore e dei capri. Ad esempio, il Figlio dell'uomo arriva con gloria accompagnato dagli angeli; tutte le tribù e le nazioni vengono radunate; coloro che sono giudicati come pecore "[levano] in alto la testa" sapendo che ad attenderli c'è la "vita eterna"; coloro che sono giudicati come capri "si [percuotono] con lamenti" visto che per loro c'è lo "stroncamento eterno" (Luca 21:28; Matt.25:33,46). w13 15/7 1:12

giovedì 9 aprile 2015

Giovedì 9

Collocai alcuni dei miei propri servitori alle porte perché non entrasse nessun carico in giorno di sabato (Nee.13:19)



Cosa impariamo da Neemia? (Nee.13:15-21) Ad esempio che dovremmo tenere gli affari al giusto posto. Se non lo facessimo potremmo facilmente essere distratti, o essere addirittura divisi negli affetti, soprattutto se il nostro lavoro ci piace. Ricordiamo l'avvertimento dato da Gesù circa l'essere schiavi di due signori (Matt.6:24). Neemia aveva a disposizione delle risorse economiche, ma a cosa si dedicò mentre era a Gerusalemme? (Nee.5:14-18). Anziché pensare a intrattenere rapporti d'affari con i mercanti tiri o altri, si prodigò per aiutare i suoi fratelli e per contribuire alla santificazione del nome di Geova. In modo simile, gli odierni anziani e servitori di ministero si concentrano su attività che mirano al bene della congregazione; e i compagni di fede apprezzano moltissimo il loro spirito. Di conseguenza, nel popolo di Geova regnano amore, pace e senso di sicurezza (Ezec.34:25,28). w13 15/8 1:13, 14

mercoledì 8 aprile 2015

Mercoledì 8

Figlioletti, non amiamo a parole né con la lingua, ma con opera e verità (1 Giov.3:18)



Sebbene le usanze varino da paese a paese, in genere quando ci rivolgiamo ai fratelli con un sorriso caloroso, un'affettuosa stretta di mano e un saluto disteso lanciamo dei segnali che dimostrano il nostro sincero interesse. Ma chi dovrebbe prendere l'iniziativa a questo riguardo? Notiamo l'esempio dato da Gesù. Matteo riferisce che in un'occasione in cui si incontrò con i discepoli "Gesù si avvicinò e parlò loro" (Matt.28:18, La Nuova Diodati). Allo stesso modo, oggi sono gli anziani a prendere l'iniziativa di avvicinarsi ai compagni di fede e parlare con loro. Che effetto può avere questo sulla congregazione? Una pioniera ottantottenne ha osservato: "Con i sorrisi calorosi e i commenti incoraggianti che mi rivolgono quando entro in sala, gli anziani si fanno davvero voler bene". Un'altra fedele sorella ha aggiunto: "Potrà sembrare una sciocchezza, ma per me significa molto arrivare in sala ed essere accolta da un anziano sorridente". w13 15/6 1:6, 8

martedì 7 aprile 2015

Martedì 7

Chi ha creato queste cose? (Isa.40:26)



La potenza di Geova è evidente da due "scudi" che garantiscono la nostra incolumità: l'atmosfera e il campo magnetico terrestre. La prima non si limita a provvederci aria da respirare. Ci protegge anche dalla maggior parte di quei detriti che, vagando nello spazio, entrano in rotta di collisione con la Terra. A contatto con l'atmosfera, infatti, frammenti di roccia che potrebbero causare notevoli danni si inceneriscono dando luogo a bellissime scie luminose nel cielo notturno. Il secondo scudo ha origine negli strati più profondi del nostro pianeta. Il nucleo esterno della Terra, composto da ferro e nichel allo stato fluido, genera un potente campo magnetico che la avvolge e si estende di molto nello spazio. Tale campo magnetico ci protegge dalle radiazioni cosmiche prodotte dai brillamenti solari e da esplosioni che avvengono nella regione più esterna del sole. Grazie al campo magnetico terrestre queste ondate di energia vengono assorbite e deviate, il che scongiura l'estinzione della vita. w13 15/10 1:6, 7

lunedì 6 aprile 2015

Lunedì 6

Tu sei in realtà più bello dei figli degli uomini (Sal.45:2)



Essendo un uomo perfetto, Gesù doveva essere "bello", ma la sua vera bellezza stava nella fedeltà a Geova e nell'integrità incondizionata. A motivo della totale devozione di Gesù, Geova lo benedisse durante il suo ministero sulla terra e lo ricompensò dopo la sua morte di sacrificio. A proposito di Gesù l'apostolo Paolo scrisse: "Quando si trovò in figura d'uomo, umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura. E per questa stessa ragione Dio lo ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, affinché [...] ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è Signore alla gloria di Dio Padre" (Filip.2:8-11). Geova ha benedetto Gesù "a tempo indefinito" risuscitandolo alla vita immortale (Rom.6:9). w14 15/2 1:5, 6

domenica 5 aprile 2015

Domenica 5

Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d'Israele? (Atti 1:6)



Ci sono cose nella Bibbia che attualmente non sono del tutto chiare perché per Geova non è ancora giunto il momento di farne comprendere il significato. Gesù disse ripetutamente agli apostoli che doveva soffrire ed essere messo a morte (Matt.12:40; 16:21). Eppure essi non capivano cosa volesse dire. Ci riuscirono solo dopo la sua morte e risurrezione, quando assunse un corpo umano, apparve a molti discepoli e "aprì pienamente la loro mente perché afferrassero il significato delle Scritture" (Luca 24:44-46; Atti 1:3). In modo analogo, fu solo quando lo spirito santo fu versato su di loro alla Pentecoste del 33 che i seguaci di Cristo compresero che il Regno di Dio sarebbe stato stabilito in cielo (Atti 1:7,8). w13 15/9 2:13, 14

sabato 4 aprile 2015

Sabato 4

Vigilate e pregate di continuo (Matt.26:41)



Pietro, Giacomo e Giovanni si addormentarono mentre Gesù pregava nel giardino di Getsemani. Non riuscirono a rimanere svegli neppure dopo che Gesù ebbe detto loro le succitate parole (Matt.26:40,45). Anziché giudicarli severamente per essersi addormentati, però, dovremmo ricordare che erano reduci da una giornata decisamente dura. Erano stati impegnati nei preparativi della Pasqua e a sera l'avevano celebrata. Poi Gesù aveva istituito il Pasto Serale del Signore (1 Cor.11:23-25). "Dopo aver cantato lodi, uscirono verso il monte degli Ulivi", riferiscono ancora le Scritture. Per arrivarci dovevano aver camminato per un po' attraverso le viuzze di Gerusalemme (Matt.26:30,36). È possibile che a quel punto la mezzanotte fosse passata da un pezzo. Invece di condannare gli apostoli ormai stanchi, Gesù riconobbe amorevolmente: "Lo spirito, certo, è desideroso, ma la carne è debole". w13 15/11 1:8, 9

giovedì 2 aprile 2015

Giovedì 2

Preso un calice, rese grazie e lo diede loro, e tutti ne bevvero (Mar.14:23)



Tra la Pasqua ebraica e il Pasto Serale del Signore ci sono delle differenze. Questo dimostra che la Pasqua che gli ebrei dovevano celebrare non prefigurava ciò che Cristo disse ai suoi seguaci di fare per commemorare la sua morte. Per esempio, in Egitto gli israeliti mangiarono la carne dell'agnello, ma non ne bevvero il sangue. Ai suoi discepoli, invece, Gesù diede altre istruzioni. Disse che quelli che avrebbero regnato "nel regno di Dio" avrebbero dovuto sia mangiare il pane che bere il vino, che simboleggiavano la sua carne e il suo sangue (Mar.14:22-25). È vero, la Pasqua doveva "servire di memoriale" per gli ebrei; tuttavia noi cristiani facciamo bene a conoscerla meglio e a prendere a cuore le importanti verità che ci insegna, essendo anch'essa parte di "tutta la Scrittura [che] è ispirata da Dio" (Eso.12:14; 2 Tim.3:16). w13 15/12 3:20, 21

mercoledì 1 aprile 2015

Mercoledì 1

Questo significa il mio corpo (1 Cor.11:24)



Alcuni sottolineano che, alla lettera, Gesù disse: "Questo è il mio corpo"; sostengono perciò che il pane si trasformò miracolosamente nella sua carne. Questa tesi, tuttavia, è contraria ai fatti. Il corpo di Gesù era lì, davanti agli apostoli fedeli, così come lo era il pane che stavano per prendere. È indubbio, quindi, che Gesù stesse parlando in senso figurato, come aveva fatto tante altre volte (Giov.2:19-21; 4:13,14; 10:7; 15:1). Il pane che gli apostoli vedevano e che di lì a poco avrebbero mangiato significava il corpo di Gesù. Ma quale corpo? Non certo il "corpo del Cristo", la congregazione degli unti (Efes.4:12; Rom.12:4,5; 1 Cor.10:16,17; 12:27). Piuttosto il pane rappresenta il corpo umano di Gesù, il corpo fisico in cui Gesù "portò i nostri peccati" (1 Piet.2:21-24; 4:1; Giov.19:33-36; Ebr.10:5-7). w13 15/12 4:8-10