domenica 31 maggio 2015

Domenica 31

Geova può farlo stare in piedi (Rom.14:4)



Ciò che importa davvero è come ci vede Geova. Egli tiene in gran conto la nostra devozione e la nostra fedeltà, e non ci giudica in base ai risultati che conseguiamo. Inoltre è possibile che tu abbia fatto per lui più di quanto pensi. Probabilmente ci sono componenti della congregazione su cui hai avuto un'influenza positiva, e persone che sono venute a contatto con la verità grazie ai tuoi sforzi. Considera ogni incarico che Geova ti dà come una prova del fatto che è con te (Ger.20:11). Potresti scoraggiarti perché pensi che il tuo servizio non porti frutto o che una meta spirituale sia fuori della tua portata. In ogni caso hai il più grande privilegio che ci possa essere concesso: predicare la buona notizia e portare il nome di Dio. Se rimani fedele, anche a te potrà essere in un certo senso rivolto l'invito contenuto in una parabola di Gesù: "Entra nella gioia del tuo signore" (Matt.25:23). w14 15/3 2:17, 18

sabato 30 maggio 2015

Sabato 30

O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! (Rom.11:33)



Quando pensiamo a una persona a cui vogliamo bene e parliamo di lei, il legame che ci unisce si rafforza. Lo stesso può dirsi della relazione che abbiamo con Geova Dio. Da pastore, Davide passò molte notti a contemplare i cieli stellati e a meditare sul suo incomparabile Creatore. "Quando vedo i tuoi cieli, le opere delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai preparato", scrisse, "che cos'è l'uomo mortale che tu ti ricordi di lui, e il figlio dell'uomo terreno che tu ne abbia cura?" (Sal.8:3,4). Quando predichiamo, pensiamo a Geova e parliamo di lui, il che di per sé ha effetti positivi. Molti pionieri hanno riscontrato che il ministero a tempo pieno ha accresciuto il loro amore per Dio. Non c'è dubbio: parlare ad altri delle future benedizioni del Regno ci fa sentire più vicini a Geova. w13 15/9 5:1-3

venerdì 29 maggio 2015

Venerdì 29

Questa è la via. Camminate in essa (Isa.30:21)



Il popolo di Geova è "un solo gregge" sotto "un solo pastore", Gesù Cristo, il quale disse che sarebbe stato con i suoi discepoli "tutti i giorni fino al termine del sistema di cose" (Giov.10:16; Matt.28:20). Se vogliamo rimanere uniti e al sicuro nel gregge di Dio, dobbiamo ascoltare la 'parola dietro a noi' che ci indica la via da percorrere. Questa "parola" comprende sia ciò che lo spirito santo dice attraverso la Bibbia, sia quello che Geova e Gesù ci comunicano tramite coloro che hanno costituito sottopastori (Riv.3:22). Le Scritture dicono che Satana "va in giro come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno" (1 Piet.5:8). Come un predatore aggressivo e famelico, segue furtivamente il gregge in attesa dell'occasione giusta per piombare su chi è incauto o si allontana: una ragione di più per rimanere con il resto del gregge e vicini a Geova, il "pastore e sorvegliante delle [nostre] anime" (1 Piet.2:25). w13 15/11 4:16, 17

giovedì 28 maggio 2015

Giovedì 28

Ecco, un cavallo bianco; e colui che vi sedeva sopra aveva un arco; e gli fu data una corona (Riv.6:2)



Presto coloro che rifiutano di sottomettersi alla straordinaria autorità che è stata conferita a Gesù Cristo, il vittorioso Cavaliere del cavallo bianco, saranno costretti ad ammettere il proprio errore. Non avranno scampo. In quel tempo molti grideranno terrorizzati: "Chi può stare in piedi?" (Riv.6:15-17). Il capitolo successivo di Rivelazione risponde a questa domanda. Gli unti e quelli che hanno la speranza terrena 'staranno in piedi' in quel giorno avendo l'approvazione di Dio. Allora "una grande folla" di queste altre pecore sopravvivrà alla grande tribolazione (Riv.7:9,13-15). Cristo completerà presto la sua vittoria sull'empia società odierna guerreggiando con giustizia nella battaglia finale (Riv.19:11,19-21). Che felicità proveremo allora! (Riv.20:1-3,6; 21:3,4). w14 15/1 5:4, 18, 19

mercoledì 27 maggio 2015

Mercoledì 27

Quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte (Matt.24:33)



Molti oggi sono affetti da cecità in relazione al significato degli avvenimenti mondiali. Forse riconoscono che il mondo è cambiato enormemente a partire dal 1914, ma non capiscono il vero significato di questi eventi. Studiando le Scritture, sappiamo che, da un certo punto di vista, il Regno di Dio 'venne' nel 1914 quando Gesù fu insediato come Re in cielo. Ma comprendiamo che c'è dell'altro dietro alla preghiera contenuta in Matteo 6:10, dove si legge: "Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra". L'adempimento di queste parole include la fine del presente sistema malvagio. Solo quando questo avverrà la volontà di Dio potrà essere compiuta sulla terra proprio come già accade in cielo. A chi studia regolarmente la Parola di Dio risulta piuttosto evidente che le profezie si stanno adempiendo proprio nei nostri giorni. Che differenza rispetto alle persone in generale! Sono così prese dalla propria vita e dai propri interessi da non riuscire a vedere le chiare prove che Cristo sta regnando dal 1914 e che presto eseguirà il giudizio di Dio. w14 15/1 5:2, 3

martedì 26 maggio 2015

Martedì 26

Io mostrerò d'essere con te, e certamente abbatterai Madian come fosse un sol uomo (Giud.6:16)



Giudici capitolo 6 riferisce che l'angelo di Geova apparve a Gedeone a Ofra. All'epoca la vicina popolazione dei madianiti rappresentava una vera minaccia per Israele. Per questo motivo Gedeone "batteva il frumento nello strettoio" anziché all'aperto, in modo da poterlo nascondere immediatamente. Sorpreso del fatto che l'angelo gli apparisse e lo definisse "potente e valoroso", chiese se Geova, che aveva liberato gli israeliti dall'Egitto, li avrebbe aiutati anche questa volta. L'angelo lo rassicurò dicendogli che Geova lo avrebbe sostenuto. Gedeone domandò come avrebbe potuto salvare Israele. La risposta che ricevette si trova nella scrittura di oggi. Va notato che in questa conversazione Gedeone non mise mai in dubbio il fatto che Geova fosse una Persona reale (Giud.6:11-15). w14 15/2 4:7, 8

lunedì 25 maggio 2015

Lunedì 25

Tu sarai con me in Paradiso (Luca 23:43)



Siamo milioni ad aver scelto saggiamente di servire Geova Dio e di seguire attentamente le orme di Gesù Cristo (Matt.16:24; 1 Piet.2:21). Non prendiamo alla leggera la nostra dedicazione a Dio. Questa scelta non si è basata sulla conoscenza superficiale di qualche passo biblico, ma sullo studio approfondito della sua Parola. Grazie a tale studio abbiamo appreso molte informazioni edificanti sull'eredità che Geova ha offerto a chi 'acquista conoscenza di lui, il solo vero Dio, e di colui che ha mandato, Gesù Cristo' (Giov.17:3; Rom.12:2). Un numero relativamente piccolo di cristiani attende "un'eredità incorruttibile e incontaminata e durevole": l'incommensurabile privilegio di governare in cielo con Cristo (1 Piet.1:3,4). Alle altre pecore è riservata l'eredità che Adamo ed Eva non hanno mai goduto: la vita eterna su una terra paradisiaca senza sofferenze né morte né cordoglio (Riv.21:1-4). w13 15/5 5:1, 3

domenica 24 maggio 2015

Domenica 24

Consideriamoci a vicenda per incitarci all'amore e alle opere eccellenti (Ebr.10:24)



Dopo l'istituzione del Regno di Dio nel 1914, Satana fu cacciato dal cielo e confinato nelle vicinanze della terra, "avendo grande ira, sapendo [di avere] un breve periodo di tempo" (Riv.12:7-9,12). Con l'avvicinarsi di Armaghedon, Satana ci presenta delle prove e ci mette sotto pressione nel tentativo di indebolirci spiritualmente. A questo si aggiunge lo stress della vita quotidiana (Giob.14:1; Eccl.2:23). A volte possiamo sentirci talmente schiacciati dal peso di tutte queste difficoltà che le nostre sole energie emotive e spirituali non bastano a combattere lo scoraggiamento. È questo il caso di un fratello che per decenni aveva aiutato spiritualmente moltissime persone; con l'avanzare dell'età, però, sia lui che sua moglie cominciarono ad avere problemi di salute, e questo lo fece sentire profondamente scoraggiato. Proprio come lui, tutti noi abbiamo bisogno di "potenza oltre ciò che è normale" da Geova e di incoraggiarci reciprocamente (2 Cor.4:7). w13 15/8 3:3

sabato 23 maggio 2015

Sabato 23

Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati (Rom.12:2)



I romani non coltivavano un rapporto vero, personale, con gli dèi che adoravano. Per loro la religione era fondamentalmente un insieme di rituali celebrati in occasione di nascite, matrimoni e funerali che facevano parte della vita sociale. Tutto ciò rappresentava una sfida per i cristiani di Roma. Molti di loro venivano da quell'ambiente e di conseguenza, per abbracciare il cristianesimo, avevano avuto bisogno di essere trasformati; tale trasformazione non era terminata con il battesimo. Al pari della società romana, anche quella odierna rappresenta una minaccia per i cristiani. Lo spirito del mondo, infatti, si palesa in molti modi (Efes.2:2,3; 1 Giov.2:16). Essendo costantemente esposti ai desideri, al pensiero, ai valori e alle norme morali del mondo, rischiamo di esserne plagiati. Perciò, abbiamo ottime ragioni per seguire l'esortazione ispirata contenuta nella scrittura di oggi. w13 15/9 3:7, 8

venerdì 22 maggio 2015

Venerdì 22

Facevano confessione e si inchinavano dinanzi a Geova loro Dio (Nee.9:3)



Durante la celebrazione di questa festa delle capanne i leviti innalzarono una preghiera preparata con cura (Nee.9:1-4). È indubbio che la lettura regolare della Legge di Dio mise i leviti in condizione di preparare questa preghiera significativa. Nella prima parte si concentrarono sulle opere e sulle gesta di Geova, nonché sulle sue qualità. Poi evidenziarono più volte la sua "abbondante misericordia" e ammisero che gli israeliti in realtà non la meritavano (Nee.9:19,27,28,31). Anche noi, come i leviti, dovremmo prenderci il tempo di meditare quotidianamente sulla Parola di Dio. In tal modo permetteremo a Geova di parlarci, e questo renderà le nostre preghiere più spontanee e significative (Sal.1:1,2). I leviti fecero una sola umile richiesta (Nee.9:32). Ci hanno dato così un buon esempio: quando preghiamo dobbiamo prima lodare e ringraziare Geova e poi fare richieste personali. w13 15/10 3:5-7

giovedì 21 maggio 2015

Giovedì 21

Ezechia faceva ciò che era retto agli occhi di Geova (2 Cron.29:2)



Quando nel 746 avanti Era Volgare Acaz morì, suo figlio Ezechia ereditò un regno che si trovava in una situazione disperata dal punto di vista sia materiale che spirituale. Una volta asceso al trono, a cosa avrebbe dato la precedenza il giovane re? Avrebbe cercato di risanare la disastrata economia di Giuda? Ezechia era un uomo dalla mentalità spirituale, un degno pastore della sua nazione. La prima cosa che fece fu ristabilire la pura adorazione e aiutare il popolo ribelle a riallacciare una relazione con Geova. Quando capì ciò che Dio voleva da lui, agì senza indugio (2 Cron.29:1-19). Invitò sia Giuda che Israele a una grande celebrazione della Pasqua (2 Cron.30:25,26). Quell'evento deve essere stato davvero di sprone per il popolo! Da 2 Cronache 31:1 si apprende che "appena ebbero finito tutto questo, tutti gli israeliti [...] spezzavano le colonne sacre e tagliavano i pali sacri e abbattevano gli alti luoghi e gli altari". Con questa azione decisa, Giuda iniziò a tornare a Geova. w13 15/11 3:6, 8

mercoledì 20 maggio 2015

Mercoledì 20

Se c'è prima la prontezza, è specialmente accettevole secondo ciò che la persona ha, non secondo ciò che non ha (2 Cor.8:12)



Come nell'antico Israele, i nostri sacrifici volontari devono essere graditi a Dio. Dobbiamo essere equilibrati e ricordare che la nostra famiglia e l'adorazione che rendiamo personalmente a Geova sono le nostre responsabilità principali. Usare il tempo e le risorse che abbiamo a favore degli altri trascurando però il benessere spirituale o fisico della nostra famiglia equivarrebbe a dare 'secondo ciò che non abbiamo'. Inoltre, dobbiamo curare la nostra stessa spiritualità (1 Cor.9:26,27). In ogni caso, possiamo stare certi che quando ci atteniamo alle norme esposte nella Bibbia i nostri sacrifici ci fanno sentire felici e soddisfatti e rallegrano anche Geova. w13 15/12 2:16

martedì 19 maggio 2015

Martedì 19

Sceglietevi chi volete servire (Gios.24:15)



Ogni Testimone deve scegliere come usare la propria vita al servizio di Geova. Nessuno può decidere al posto vostro se vi sposerete, chi sarà il vostro coniuge e che lavoro farete. Sceglierete una professione che non richiede una formazione molto lunga? Alcuni di voi ragazzi vivono in villaggi poveri; altri in città ricche. Siete molto diversi in quanto a personalità, capacità, esperienze, interessi e mete spirituali. Mosè, per esempio, godeva dei privilegi legati all'appartenenza alla famiglia reale, mentre i suoi coetanei ebrei erano schiavi (Eso.1:13,14; Atti 7:21,22). Eppure Mosè fece la scelta giusta (Ebr.11:24-27). Geova può aiutarvi a fare scelte sagge mentre siete giovani. Vi provvede princìpi che potete seguire a prescindere dalle vostre circostanze (Sal.32:8). Inoltre i vostri genitori cristiani e gli anziani di congregazione possono aiutarvi a ragionare su come metterli in pratica (Prov.1:8,9). w14 15/1 3:7, 8

lunedì 18 maggio 2015

Lunedì 18

Verranno i giorni calamitosi e arriveranno gli anni in cui dirai: "Non provo alcun diletto in essi" (Eccl.12:1)



Prima o poi quasi tutte le persone in là con gli anni perdono in parte la loro autosufficienza e hanno bisogno di aiuto (Eccl.12:2-7). Insieme ai loro figli adulti devono stabilire che tipo di assistenza è necessaria e quali soluzioni sono alla loro portata. Di solito è saggio che la famiglia si riunisca per esaminare le reali necessità e parlare di come organizzarsi. Tutti, ma in particolare i genitori, dovrebbero esprimersi apertamente e considerare i fatti in modo realistico. Forse sarà il caso di valutare se, con un po' di aiuto in più, i genitori potrebbero continuare a vivere da soli. O magari si potrà pensare a come ciascun familiare può dare il suo contributo interessandosi di cose quali prestare l'assistenza quotidiana o dare aiuto economico (Prov.24:6). Tutti dovrebbero sapere qual è il proprio ruolo ma essere anche consapevoli che col tempo questo può cambiare; potrebbe quindi rendersi necessario occuparsi a turno di certe responsabilità. w14 15/3 4:3

domenica 17 maggio 2015

Domenica 17

Saranno condotte con allegrezza e gioia (Sal.45:15)



Zaccaria predisse che nel tempo della fine persone di tutta la terra si sarebbero unite con gratitudine al rimanente dell'Israele spirituale. "Sarà in quei giorni", scrisse, "che dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno [...] per il lembo un uomo che è un giudeo, dicendo: 'Certamente verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi'" (Zacc.8:23). In Salmo 45:12 si parla di questi simbolici "dieci uomini" come della "figlia di Tiro" e dei "ricchi del popolo". Vanno dal rimanente degli unti con doni per ottenere favore e aiuto spirituale. Dal 1935 milioni di persone si sono lasciate 'condurre alla giustizia' dal rimanente (Dan.12:3). Questi leali compagni dei cristiani unti hanno purificato la propria vita divenendo vergini in senso spirituale. Quali 'vergini compagne' degli unti si sono dedicati a Geova e si sono rivelati fedeli sudditi del Re-Sposo (Sal.45:14). w14 15/2 2:14

sabato 16 maggio 2015

Sabato 16

Vidi, ed ecco, una porta aperta in cielo (Riv.4:1)



Sono molte le informazioni che Geova ha deciso di non fare includere nella sua Parola scritta. Ad esempio non ha fatto descrivere il funzionamento del cervello né la struttura dell'universo, per quanto si tratti di argomenti affascinanti. Geova ci ha piuttosto dato la conoscenza di cui abbiamo bisogno per comprendere i suoi propositi e vivere in armonia con essi (2 Tim.3:16,17). Partendo da questo presupposto, è significativo che abbia voluto farci intravedere la parte invisibile della sua organizzazione. È emozionante leggere la descrizione che ne viene fatta da Isaia, Ezechiele, Daniele e da Giovanni nella Rivelazione (Isa.6:1-4; Ezec.1:4-14,22-24; Dan.7:9-14; Riv.4:1-11). È come se Geova avesse alzato un sipario per mostrarci cosa accade in cielo. Perché ci ha dato queste informazioni? Geova non vuole che dimentichiamo che facciamo parte di un'organizzazione universale. w13 15/4 3:5, 6

venerdì 15 maggio 2015

Venerdì 15

C'è un tempo per tacere e un tempo per parlare (Eccl.3:1,7)



"Ora capisco che ci sono momenti in cui non è il caso di sollevare una determinata questione", ha detto una sorella sposata da dieci anni. "Se mio marito è oberato di lavoro o preso da qualche altra responsabilità, aspetto un po' prima di tirare fuori certi argomenti. Così riusciamo a parlarne molto più serenamente". La moglie che ha discernimento, poi, si esprime con gentilezza, sapendo che una parola scelta con cura e "pronunciata al tempo giusto" è piacevole e apprezzata (Prov.25:11). Il marito cristiano deve fare la sua parte non solo ascoltando, ma anche cercando di esprimere chiaramente i propri sentimenti. È anche essenziale che marito e moglie scelgano il momento giusto per confrontarsi, ad esempio quando sono da soli per trattare la scrittura del giorno o per leggere la Bibbia. È importante che marito e moglie preghino e desiderino sinceramente migliorare il dialogo. w13 15/5 3:6-8

giovedì 14 maggio 2015

Giovedì 14

Con qualcuno leale agirai con lealtà (2 Sam.22:26)



Come possiamo imitare la lealtà di Geova? Ad esempio, essendo soccorrevoli nei confronti di chi si trova in difficoltà (Prov.3:27). Forse conosciamo un compagno di fede che è scoraggiato per un problema di salute, oppure perché subisce opposizione dalla sua famiglia o per una sua debolezza. Perché non prendiamo l'iniziativa di incoraggiarlo "con buone parole, parole di conforto"? (Zacc.1:13). Chi lo fa si rivela un amico vero e leale (Prov.18:24). Un altro modo in cui possiamo imitare la lealtà di Geova è quello di rimanere leali a coloro che amiamo. Se siamo sposati, ad esempio, sappiamo che dobbiamo rimanere fedeli al nostro coniuge (Prov.5:15-18). Per tale motivo non solo eviteremo di commettere adulterio, ma ci guarderemo bene dal fare qualunque cosa possa portare in quella direzione (Matt.5:28). Inoltre mostriamo lealtà ai nostri compagni di fede evitando di pettegolare sul loro conto o di calunniarli; ci rifiuteremo di diffondere simili discorsi malevoli e persino di ascoltarli (Prov.12:18). w13 15/6 3:4, 7, 8

mercoledì 13 maggio 2015

Mercoledì 13

Pasci le mie pecorelle (Giov.21:17)



Gli apostoli avevano ben chiara la loro responsabilità di pascere le pecore di Gesù. Si noti, per esempio, il modo in cui gestirono una questione non semplice e potenzialmente divisiva che era sorta nella giovane congregazione cristiana. Per una curiosa coincidenza, la materia del contendere era il cibo, nel caso specifico cibo materiale. Nella distribuzione quotidiana del cibo le vedove di lingua greca venivano trascurate, cosa che non succedeva con le vedove di lingua ebraica. Come risolsero gli apostoli tale situazione delicata? "I dodici" nominarono sette fratelli qualificati perché si occupassero di questa "faccenda necessaria". Gli apostoli, la maggior parte dei quali aveva senz'altro partecipato alla distribuzione dei pani e dei pesci alle folle sfamate miracolosamente da Gesù, ritennero che per loro fosse più importante concentrarsi sulla distribuzione del cibo spirituale. Per questo motivo si dedicarono "al ministero della parola" (Atti 6:1-6). w13 15/7 3:7, 9

martedì 12 maggio 2015

Martedì 12

Continuate a cercare prima il regno e la Sua giustizia (Matt.6:33)



Anche se dai cristiani non è richiesto che osservino la legge del sabato, Paolo disse che "rimane [...] un riposo di sabato per il popolo di Dio". E aggiunse: "Chi è entrato nel riposo di Dio si è riposato lui pure dalle sue opere, come Dio si riposò dalle proprie" (Ebr.4:9,10). I cristiani possono entrare nel riposo di Dio operando ubbidientemente in armonia con il progressivo adempimento del suo proposito. Che dire di noi e dei nostri cari? Stiamo mettendo al primo posto nella nostra vita l'adorazione in famiglia, le adunanze e il ministero? A volte potrebbe rendersi necessario essere chiari con i nostri datori di lavoro o soci in affari, soprattutto se non rispettano le nostre priorità teocratiche, in modo da dare la precedenza e la debita attenzione alle cose sacre. Ognuno di noi fa bene a chiedersi: "Il modo in cui conduco la mia vita dimostra che sono appartato per servire Geova?" w13 15/8 1:15

lunedì 11 maggio 2015

Lunedì 11

Divenite operatori della parola (Giac.1:22)



Ci viene ricordata sempre più spesso l'importanza di edificare la nostra spiritualità mediante la lettura personale della Bibbia, l'adorazione in famiglia, la presenza costante alle adunanze e la partecipazione regolare al ministero. Abbiamo fatto i cambiamenti necessari per seguire tali istruzioni? È in questo modo che edifichiamo quella fede che ci permetterà di entrare nel nuovo mondo. Le istruzioni che riceviamo ci aiutano inoltre nella vita quotidiana; è questo il caso, ad esempio, delle esortazioni ad avere un concetto equilibrato dei beni materiali e a mantenere l'occhio semplice così da ridurre le ansietà. Altrettanto utili si sono rivelate le indicazioni in materia di abbigliamento e aspetto personale, scelta dello svago e livello di istruzione da raggiungere. Pensiamo poi alle ripetute raccomandazioni che ci vengono fatte in relazione alla sicurezza delle Sale del Regno, delle nostre case e delle nostre automobili, nonché ai suggerimenti su come prepararsi per un'eventuale emergenza. Tutti questi consigli dimostrano che Dio ha a cuore il nostro benessere. w13 15/9 1:1, 10, 11

domenica 10 maggio 2015

Domenica 10

Le invisibili qualità di Dio si vedono chiaramente (Rom.1:20)



La sapienza di Geova è evidente nei cicli che rendono possibile la vita sulla terra. Prendiamo ad esempio il ciclo dell'ossigeno. Miliardi di creature inspirano ossigeno ed espirano anidride carbonica. Ciò nonostante, l'ossigeno non si esaurisce mai e l'atmosfera non si satura di anidride carbonica. Com'è possibile? Il segreto sta in uno straordinario processo chiamato fotosintesi clorofilliana. Grazie alla fotosintesi le piante verdi assorbono anidride carbonica, acqua, luce solare e sostanze nutritive e producono carboidrati e ossigeno. Quando inspiriamo ossigeno, completiamo il ciclo. È proprio vero: Geova usa la vegetazione che ha creato per dare "a tutti la vita e il respiro" (Atti 17:25). Che sapienza fuori dal comune! La sapienza di Geova è rivelata anche dal gran numero di creature che vivono sul nostro straordinario pianeta. Le stime relative alle specie esistenti variano dai 2 ai 100 milioni (Sal.104:24). La sapienza di Geova è evidente nel modo in cui ciascuna è stata fatta. w13 15/10 1:5, 8-10

sabato 9 maggio 2015

Sabato 9

State fermi e mantenete la vostra presa sulle tradizioni che vi furono insegnate, sia per mezzo di un messaggio verbale che per mezzo di una nostra lettera (2 Tess.2:15)



Paolo esortò i fratelli di Tessalonica a "[stare] fermi" e ad attenersi a ciò che era stato loro insegnato. Cos'erano le "tradizioni" di cui scrisse? Di certo non quelle che la falsa religione ha tramandato e messo sullo stesso piano delle Scritture. Piuttosto, Paolo si riferiva sia agli insegnamenti che lui e altri avevano ricevuto da Gesù sia a ciò che Dio lo aveva spinto a trasmettere e che perlopiù divenne parte delle Scritture ispirate. Lodando i fratelli della congregazione di Corinto, scrisse: "In ogni cosa vi ricordate di me e ritenete le tradizioni come ve le ho trasmesse" (1 Cor.11:2). Tali insegnamenti provenivano da una fonte affidabile, ed erano dunque degni di fiducia. w13 15/12 1:10

venerdì 8 maggio 2015

Venerdì 8

Benché tutti gli altri inciampino riguardo a te, io non inciamperò mai! (Matt.26:33)



Gesù aveva previsto che Pietro lo avrebbe rinnegato tre volte. Imperterrito, l'apostolo aveva insistito: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò affatto" (Matt.26:34,35). Ma Pietro inciampò, proprio come Gesù aveva predetto. Sconvolto dopo aver rinnegato il suo Maestro per la terza volta, "pianse amaramente" (Luca 22:60-62). È chiaro che Pietro fece tesoro della lezione e sconfisse la tendenza a essere troppo sicuro di sé. Evidentemente la preghiera gli fu di aiuto. Non a caso è lui a dirci di essere "vigilanti in vista delle preghiere" (1 Piet.4:7). Stiamo seguendo la sua esortazione ispirata? 'Preghiamo di continuo', dimostrando così di fare affidamento su Geova? (Matt.26:41; Sal.85:8). Non dimentichiamo poi l'avvertimento dell'apostolo Paolo: "Chi pensa di stare in piedi badi di non cadere" (1 Cor.10:12). w13 15/11 1:10, 11

giovedì 7 maggio 2015

Giovedì 7

Dio cancellò ogni cosa esistente che era sulla superficie del suolo (Gen.7:23)



Il Diluvio non aveva cancellato l'imperfezione, e gli uomini dovevano ancora fare i conti con l'invisibile influenza di Satana e dei demoni. Non passò molto che gli esseri umani si ribellarono nuovamente alla benevola autorità di Geova. Per esempio Nimrod, pronipote di Noè, portò l'opposizione a Geova a livelli mai visti prima. Conosciuto come "potente cacciatore in opposizione a Geova", costruì grandi città, come Babele, e governò quale re "nel paese di Sinar" (Gen.10:8-12). Come si sarebbe comportato il Re d'eternità nei confronti di questo re ribelle e del suo tentativo di far fallire il proposito divino di 'riempire la terra'? (Gen.9:1). Dio confuse la lingua degli uomini, e di conseguenza i frustrati sudditi di Nimrod si 'dispersero per tutta la superficie della terra'. Ovunque andarono, portarono con sé le loro false religioni e le loro forme di governo (Gen.11:1-9). w14 15/1 1:8, 10

mercoledì 6 maggio 2015

Mercoledì 6

Dio, il tuo Dio, ti ha unto (Sal.45:7)



Gesù fu unto da Geova Re del Regno messianico. Fu 'unto con olio di esultanza più dei suoi compagni', i re di Giuda discendenti di Davide. In che senso? In primo luogo fu unto da Geova stesso; per di più Geova lo unse sia come Re che come Sommo Sacerdote (Sal.2:2; Ebr.5:5,6). Oltre a ciò, Gesù non fu unto con olio, ma con spirito santo, e il suo non è un regno terreno, ma celeste. Gesù fu insediato da Geova come celeste Re messianico nel 1914. "Lo scettro del [suo] regno è uno scettro di rettitudine": la giustizia e l'imparzialità del suo dominio sono dunque garantite (Sal.45:6). La sua autorità è legittima perché "Dio è il [suo] trono": in altre parole, Geova è il fondamento della sua autorità regale. Inoltre il suo trono durerà "a tempo indefinito, sì, per sempre". Non siamo orgogliosi di servire Geova sotto la guida del potente Re da lui stesso costituito? w14 15/2 1:7, 8

martedì 5 maggio 2015

Martedì 5

Se ne va e immediatamente dimentica quale sorta di uomo egli sia (Giac.1:24)



Quest'uomo dell'esempio di Giacomo smette di guardarsi allo specchio e non fa nulla per migliorare il suo aspetto. L'altro, invece, non solo "guarda attentamente nella legge perfetta", ma "persiste in essa" (Giac.1:22-25). Anziché dimenticarsene, si attiene alla legge perfetta della Parola di Dio seguendone gli insegnamenti. Gesù esprime un concetto simile quando dice: "Se rimanete nella mia parola, siete realmente miei discepoli" (Giov.8:31). Per riuscire a contrastare l'egoismo che potrebbe affiorare in noi, dunque, dobbiamo prima di tutto leggere la Parola di Dio con attenzione; questo ci aiuterà a individuare problemi che richiedono il nostro intervento. Ma non basta: dobbiamo anche andare più a fondo facendo ricerche. Una volta che abbiamo il quadro generale di un certo episodio biblico, caliamoci nella situazione descritta e chiediamoci: "Come mi sarei comportato io in questo frangente? Avrei saputo fare la cosa giusta?" Soprattutto, dopo aver meditato sul brano appena letto, cerchiamo di mettere in pratica ciò che abbiamo imparato (Matt.7:24,25). w14 15/3 1:5-7

lunedì 4 maggio 2015

Lunedì 4

Lo spirito santo vi rammenterà tutte le cose che vi ho detto (Giov.14:26)



La Bibbia contiene molti brani che possono incoraggiare, correggere e rafforzare. Ma forse ci chiediamo come possiamo trovare il versetto giusto al momento giusto. Se leggiamo la Bibbia e meditiamo su di essa tutti i giorni, accumuleremo un patrimonio di pensieri biblici che lo spirito di Geova ci aiuterà a ricordare all'occorrenza (Mar.13:11). Come il re Salomone, preghiamo Geova perché ci dia la sapienza necessaria per assolvere le nostre responsabilità teocratiche (2 Cron.1:7-10). A imitazione dei profeti dell'antichità, facciamo anche noi "una diligente investigazione e un'attenta ricerca" nella Parola di Dio per acquistare accurata conoscenza di lui e della sua volontà (1 Piet.1:10-12). L'apostolo Paolo incoraggiò Timoteo a nutrirsi "con le parole della fede e dell'eccellente insegnamento" (1 Tim.4:6). Così facendo saremo in grado di aiutare spiritualmente altri. Nello stesso tempo edificheremo anche la nostra fede. w13 15/4 1:14, 15

domenica 3 maggio 2015

Domenica 3

Provate a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio (Rom.12:2)



Cosa fareste se vostro figlio adolescente vi dicesse che non è sicuro di saper difendere le sue convinzioni con un compagno di classe? Suggeritegli che potrebbe esaminare alcune informazioni con il compagno di classe e poi porgli delle domande per capire il suo punto di vista. Per esempio, potrebbe fargli leggere il riquadro che si trova a pagina 21 dell'opuscolo Origine della vita e poi chiedergli: "Non è incredibile che nell'era dei computer la capacità del DNA di immagazzinare informazioni sia ancora ineguagliata?" Con tutta probabilità il compagno si dirà d'accordo. Quindi vostro figlio potrebbe chiedere: "Se gli esperti di informatica non riescono a raggiungere questi risultati, ti pare logico che possa esserci riuscita la materia inanimata?" Per aiutare vostro figlio ad acquistare fiducia quando parla ad altri della propria fede, potreste inscenare regolarmente delle situazioni tipo. Se gli insegnate a fare buon uso di domande, lo aiuterete ad assolvere il suo incarico di evangelizzatore. w13 15/5 1:12-14

sabato 2 maggio 2015

Sabato 2

Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri (Matt.25:32)



Gesù giudicherà tutte le nazioni, determinando chi sono le pecore e chi sono i capri, quando verrà durante la grande tribolazione. Poi ad Armaghedon, il momento culminante della grande tribolazione, le persone simili a capri saranno 'stroncate' per sempre (Matt.25:46). Come incide questo intendimento sul modo in cui consideriamo il nostro ministero? Ci aiuta a capirne l'importanza: finché la grande tribolazione non sarà iniziata, le persone hanno ancora tempo per cambiare idea e prendere la strada angusta "che conduce alla vita" (Matt.7:13,14). Ovviamente già ora il loro atteggiamento può ricordare quello delle pecore o quello dei capri; tuttavia non dobbiamo dimenticare che sarà durante la grande tribolazione che si stabilirà definitivamente chi sono le une e chi gli altri. Perciò abbiamo motivi più che fondati per dare al maggior numero possibile di persone l'opportunità di udire e accettare il messaggio del Regno. w13 15/7 1:12, 13

venerdì 1 maggio 2015

Venerdì 1

Geova vostro Dio non tratta nessuno con parzialità (Deut.10:17)



L'imparzialità è una meravigliosa qualità di Geova. Cosa vuol dire essere imparziali? Significa essere equi, obiettivi e scevri da favoritismi. La vera imparzialità chiama in causa due elementi: il nostro modo di pensare e le nostre azioni. Perché servono entrambi? Perché solo se siamo convinti che tutti meritano di essere trattati con imparzialità agiremo di conseguenza. Nelle Scritture Greche Cristiane la parola "parziale" significa, alla lettera, "accettatore di facce"; il termine si riferisce a una persona che privilegia una faccia rispetto a un'altra (Atti 10:34; Kingdom Interlinear). Chi è imparziale, invece, tratterà gli altri non in funzione del loro aspetto o di altri fattori superficiali ma di ciò che sono realmente. Geova è il più grande esempio di imparzialità. La sua Parola dichiara che "non è parziale" e che "non tratta nessuno con parzialità" (Atti 10:34,35). w13 15/6 1:11, 12