lunedì 30 novembre 2015

Lunedì 30

I vostri mormorii non sono contro di noi, ma contro Geova (Eso.16:8)



Al contrario di Geova e Gesù, che sono Pastori perfetti, i sottopastori umani a cui hanno affidato la cura della congregazione non lo sono. A motivo di questo dato di fatto, per alcuni non è semplice accettare la guida degli anziani. Magari pensano: "Sono esseri umani imperfetti proprio come me. Perché dovrei ascoltare i loro consigli?" Noi, però, dobbiamo vedere le loro mancanze e le loro debolezze nella giusta prospettiva. Le Scritture non fanno mistero degli errori di coloro che in passato Geova ha impiegato per guidare il suo popolo (2 Sam.12:7-9; Matt.16:18,19; Giov.13:38; 18:27; Gal.2:11-14). Facendo riportare nella Bibbia le mancanze di quelli a cui aveva affidato degli incarichi Dio ha mostrato che può servirsi di uomini imperfetti per guidare il suo popolo. Non dovremmo usare i difetti dei fratelli che oggi guidano la congregazione come pretesto per lamentarci di loro o per non riconoscere la loro autorità. w13 15/11 4:11-13

domenica 29 novembre 2015

Domenica 29

Egli ci ascolta (1 Giov.5:14)



Se anche a voi piacerebbe provare le benedizioni del servizio a tempo pieno, esprimete il vostro desiderio a Geova (1 Giov.5:15). Parlate con chi già svolge questo servizio. Se al momento non vi sembra possibile unirvi alle file dei pionieri, fate di tutto per avvicinarvi di più a Geova impegnandovi a fondo nel ministero. Esaminando la situazione in preghiera potreste scoprire che, apportando alcuni cambiamenti al vostro programma o al vostro stile di vita, sareste in grado di fare i pionieri. Se invece potete intraprendere il servizio fin da subito, le gioie che proverete supereranno di gran lunga qualunque sacrificio. Sperimenterete la particolare soddisfazione che deriva dal mettere gli interessi del Regno al di sopra dei propri (Matt.6:33). Assaporerete la grande felicità che si prova dando agli altri. Inoltre, avrete maggiori opportunità di pensare a Geova e parlare di lui; questo lo renderà felice e accrescerà il vostro amore nei suoi confronti. w13 15/9 5:16, 17

sabato 28 novembre 2015

Sabato 28

Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che dev'essere versato in vostro favore (Luca 22:20)



Il patto della Legge tra Geova e gli israeliti naturali sta per avere fine. Sarà sostituito da un nuovo patto tra lui e gli unti seguaci di Gesù. Gesù ha molto a cuore il benessere di questa nuova nazione spirituale. L'Israele naturale è irrimediabilmente diviso sotto il profilo sia religioso che sociale, e questo disonora moltissimo il santo nome di Dio (Giov.7:45-49; Atti 23:6-9). Gesù invece vuole che i suoi seguaci siano perfettamente uniti e operino armoniosamente insieme per glorificare il nome divino. Pronuncia perciò la preghiera riportata in Giovanni 17:1-26, la più bella che un essere umano possa mai avere l'onore di leggere. Mentre la esaminiamo, chiediamoci: "Dio ha esaudito questa preghiera di Gesù? E io sto agendo in armonia con essa?" w13 15/10 4:2, 3

venerdì 27 novembre 2015

Venerdì 27

Per mezzo di lui abbiamo la liberazione per riscatto mediante il suo sangue (Efes.1:7)



La celebrazione della Pasqua ebraica faceva parte della Legge mosaica, a cui i cristiani non sono soggetti (Rom.10:4; Col.2:13-16). Noi commemoriamo un altro anniversario, quello della morte del Figlio di Dio. Ci sono comunque alcuni aspetti della celebrazione della Pasqua istituita in Egitto che sono significativi ancora oggi. Il sangue dell'agnello asperso sugli stipiti e sull'architrave della porta salvò la vita dei primogeniti di Israele. Oggi non offriamo sacrifici animali a Dio, ma c'è un sacrificio migliore che ci salva la vita in modo definitivo. Parlando dei cristiani unti come della "congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli", l'apostolo Paolo disse che possono vivere per sempre in cielo grazie "al sangue di aspersione", il sangue di Gesù (Ebr.12:23,24). Dal sangue di Gesù dipende anche la speranza della vita eterna sulla terra delle altre pecore, che dovrebbero sempre tenere bene a mente le rassicuranti parole della scrittura di oggi. w13 15/12 3:17, 18

giovedì 26 novembre 2015

Giovedì 26

Divenite esempi del gregge (1 Piet.5:3)



Dopo aver esortato gli anziani di congregazione a non 'signoreggiare su quelli assegnati loro', l'apostolo Pietro scrisse le succitate parole. Come può un anziano essere un esempio per il gregge? Consideriamo due requisiti stabiliti per chi "aspira all'incarico di sorvegliante": essere "di mente sana" e "[dirigere] la propria casa in maniera eccellente". L'anziano che ha famiglia deve 'dirigerla' in modo esemplare; infatti, "se in realtà un uomo non sa dirigere la propria casa, come avrà cura della congregazione di Dio?" (1 Tim.3:1,2,4,5). Per poter servire come sorvegliante un fratello deve essere "di mente sana", nel senso che deve comprendere chiaramente i princìpi biblici e saperli mettere in pratica nella propria vita. Un uomo del genere è assennato, non frettoloso nell'emettere giudizi. Queste qualità valgono agli anziani la fiducia della congregazione. w13 15/11 5:13

mercoledì 25 novembre 2015

Mercoledì 25

Non mi lasciare, finché io annunci il tuo braccio alla generazione, a tutti quelli che devono venire, la tua potenza (Sal.71:18)



Essendo cristiani maturi avete opportunità che non si presentano ad altri: potete trasmettere ai più giovani quello che avete imparato da Geova ed essere di incoraggiamento raccontando le esperienze che avete avuto servendolo. Il re Davide pregò per avere simili opportunità, come mostra la scrittura di oggi. Come potete trasmettere l'esperienza e la conoscenza che avete accumulato nel corso degli anni? Potreste invitare a casa vostra i giovani della congregazione per trascorrere piacevolmente un po' di tempo insieme. Un'altra possibilità è uscire nel ministero con loro in modo che vedano con i propri occhi la gioia che provate nel servire Geova. Eliu disse: "I giorni stessi devono parlare, e la moltitudine degli anni deve far conoscere la sapienza" (Giob.32:7). L'apostolo Paolo esortò le sorelle mature a dare incoraggiamento con le parole e con l'esempio quando scrisse: "Le donne d'età avanzata siano [...] maestre di ciò che è bene" (Tito 2:3). w14 15/1 4:4, 5

martedì 24 novembre 2015

Martedì 24

Abraamo fu chiamato "amico di Geova" (Giac.2:23)



Geova chiamò il patriarca e antenato degli israeliti "Abraamo mio amico" (Isa.41:8). Cosa c'era alla base della lunga amicizia tra quest'uomo fedele e il Creatore? La sua fede (Gen.15:6; Giac.2:21-23). Come Abraamo, più conosciamo Geova, più la nostra fede si rafforza e il nostro amore per lui diviene profondo. Ripensiamo a quando abbiamo scoperto che Dio è una Persona reale con la quale possiamo allacciare una bella amicizia. Quando abbiamo compreso che ha provveduto il riscatto attraverso il sacrificio di Gesù e abbiamo esercitato fede in tale riscatto abbiamo posto le basi per la nostra amicizia con lui. Guardando al passato potremmo chiederci: "La mia amicizia con Geova sta diventando più solida? La fiducia che ho in lui è forte? L'amore che nutro nei confronti del mio caro Amico sta crescendo ogni giorno di più?" w14 15/2 4:3-6

lunedì 23 novembre 2015

Lunedì 23

Cercate fra voi sette uomini che abbiano buona testimonianza, affinché li costituiamo su questa faccenda necessaria (Atti 6:3)



La decisione presa dagli apostoli quando fu loro riferito che alcune vedove "erano trascurate nella distribuzione [di cibo] di ogni giorno" ci insegna che la congregazione può fare la sua parte per i fratelli e le sorelle che hanno bisogno di assistenza (Atti 6:1-5). Paolo diede a Timoteo istruzioni sui requisiti che le vedove cristiane dovevano soddisfare per ricevere l'assistenza della congregazione in senso materiale (1 Tim.5:3-16). Anche Giacomo, sotto ispirazione, mise in evidenza che i cristiani hanno l'obbligo di prendersi cura "degli orfani e delle vedove" e di altri che sono in difficoltà (Giac.1:27; 2:15-17). Sulla stessa falsariga l'apostolo Giovanni scrisse: "Chiunque ha i mezzi di sostentamento di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude la porta delle sue tenere compassioni, in che modo l'amore di Dio rimane in lui?" (1 Giov.3:17). Se individualmente abbiamo questa responsabilità verso coloro che sono nel bisogno, non è logico concludere che ce l'abbia anche la congregazione nel suo insieme? w14 15/3 3:13, 14

domenica 22 novembre 2015

Domenica 22

Vedo nelle mie membra un'altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato (Rom.7:23)



Quali erano le debolezze che Paolo cercava di vincere? Non lo disse in modo esplicito; tuttavia scrisse a Timoteo di essere stato un "insolente" (1 Tim.1:13). Prima della conversione Paolo era stato un nemico dichiarato dei cristiani. Parlando dei sentimenti che aveva nutrito verso i seguaci di Cristo, ammise: "Ero estremamente infuriato contro di loro" (Atti 26:11). Paolo imparò a controllare la sua indole, ma a volte non dovette essergli facile tenere a freno i sentimenti e le parole (Atti 15:36-39). Cosa gli fu di aiuto? Metaforicamente parlando, sferrava alla sua natura imperfetta colpi ben assestati (1 Cor.9:26,27). Con tutta probabilità cercava consigli appropriati nelle Scritture, supplicava Geova di aiutarlo a metterli in pratica e si impegnava a fondo per migliorare. Dato che anche noi dobbiamo combattere contro le nostre inclinazioni imperfette, il suo esempio può esserci utile. w13 15/4 2:8-10

sabato 21 novembre 2015

Sabato 21

O Geova, tu sei nostro Padre. Noi siamo l'argilla, e tu sei il nostro Vasaio; e noi tutti siamo opera della tua mano (Isa.64:8)



Un vasaio ha autorità assoluta sull'argilla per modellarla nel modo in cui ritiene opportuno. L'argilla non ha voce in capitolo. Lo stesso vale nel rapporto tra l'uomo e Dio. L'uomo non ha il diritto di mettersi a discutere con Dio, proprio come l'argilla non può farlo con il vasaio (Ger.18:1-6). Nel caso dell'antico Israele, Geova dimostrò la sua capacità di modellare proprio come un vasaio modella l'argilla. Ma c'è una notevole differenza tra i due. Un vasaio può produrre da una massa d'argilla qualsiasi sorta di vaso voglia realizzare. E Geova? Modella le persone o le nazioni arbitrariamente, rendendo alcuni buoni e altri cattivi? La Bibbia risponde di no. Geova ha dotato gli esseri umani di un dono meraviglioso: il libero arbitrio. Non esercita la sua autorità in modo da neutralizzare questo dono. Sta agli uomini scegliere se lasciarsi modellare dal loro Creatore, Geova, oppure no (Ger.18:7-10). w13 15/6 4:3, 4

venerdì 20 novembre 2015

Venerdì 20

Ogni acrimoniosa amarezza e collera e ira e clamore e parola ingiuriosa sia tolta via da voi (Efes.4:31)



Pensate a Gesù: provate a immaginare l'enorme pressione cui era sottoposto durante l'ultima cena con i suoi apostoli. Sapeva che nel giro di poche ore avrebbe subìto una morte lenta e dolorosa. La santificazione del nome di suo Padre e la salvezza della famiglia umana dipendevano dalla sua fedeltà. Eppure, proprio durante quella cena, "sorse fra [gli apostoli] un'accesa disputa su chi di loro sembrava essere il più grande". Gesù però non inveì contro di loro né parlò loro con acredine, ma con calma li aiutò a ragionare. Ricordò loro che gli erano rimasti accanto in momenti difficili. Anche se Satana intendeva 'vagliarli come il grano', Gesù si disse certo che sarebbero rimasti fedeli. Addirittura concluse un patto con loro (Luca 22:24-32). w13 15/5 4:15, 16

giovedì 19 novembre 2015

Giovedì 19

Il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato (Giac.1:15)



Nel tentativo di distruggere la nostra relazione con Dio, Satana prende di mira la sede dei desideri, il cuore. In che modo Satana cerca di colpire il cuore? Le sue armi includono "le cose del mondo" (1 Giov.2:15,16). Nel corso dei millenni il Diavolo ha abilmente plasmato l'ambiente che ci circonda, e siccome viviamo in questo mondo, dobbiamo badare a non cadere vittima delle sue subdole tattiche (Giov.17:15). Satana si serve di metodi espressamente concepiti per far nascere nel nostro cuore desideri sbagliati. L'apostolo Giovanni identifica tre degli allettamenti utilizzati a tale scopo: (1) "il desiderio della carne", (2) "il desiderio degli occhi" e (3) "la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento". Satana li impiegò anche quando tentò Gesù nel deserto. Con secoli di pratica alle spalle, Satana oggi è un maestro nell'usare questi allettamenti, adattandoli di volta in volta alle inclinazioni del singolo individuo. w13 15/8 4:4-6

mercoledì 18 novembre 2015

Mercoledì 18

Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto? (Matt.24:45)



Nel I secolo non c'era motivo di fare una domanda del genere. Gli apostoli potevano compiere miracoli e perfino trasmettere doni miracolosi a dimostrazione del fatto che avevano il sostegno divino (Atti 5:12). Non c'era dunque bisogno di chiedersi chi fosse stato davvero incaricato da Cristo di guidare la congregazione. Nel 1914, invece, la situazione era molto diversa. Quell'anno cominciò il tempo della mietitura; era finalmente arrivato il momento di separare il grano dalle zizzanie (Matt.13:36-43). Sorse così una domanda importantissima: come riconoscere il grano, cioè i cristiani unti, in mezzo a tanti finti cristiani che sostenevano di essere i veri seguaci di Gesù? La parabola dello schiavo fedele rispondeva a questo interrogativo. Gli unti seguaci di Cristo sarebbero stati quelli spiritualmente ben nutriti. w13 15/7 4:7

martedì 17 novembre 2015

Martedì 17

Siate di mente sana (1 Piet.4:7)



Tutti nasciamo nel peccato e siamo ben lontani dall'avere un corpo e una mente perfetti (Sal.51:5; Rom.3:23). Per giunta, molti di noi erano tra coloro a cui Satana ha "accecato" la mente; non conoscevamo Geova e le sue giuste norme (2 Cor.4:4; Tito 3:3). Quindi se ci basassimo esclusivamente su ciò che ci sembra giusto e ragionevole, per quanto ci sforziamo di ponderare la nostra decisione rischieremmo di sbagliare (Prov.14:12). A differenza di noi esseri umani, il nostro Padre celeste è perfetto sotto ogni punto di vista (Deut.32:4). Geova ci ha dato la possibilità di rinnovare il nostro modo di pensare e di coltivare "sanità di mente" (2 Tim.1:7). Se come cristiani vogliamo ragionare e agire con assennatezza, dobbiamo controllare pensieri e sentimenti e imitare il modo di pensare, di sentire e di agire di Geova. w13 15/9 4:4-6

lunedì 16 novembre 2015

Lunedì 16

I capelli grigi sono una corona di bellezza quando si trovano nella via della giustizia (Prov.16:31)



Non dovremmo trascurare di aiutare i cristiani che sono anziani o malati. Alcuni di loro vorrebbero tanto essere con noi alle adunanze e alle assemblee, ma di rado ci riescono. Diverse congregazioni aiutano amorevolmente questi proclamatori facendo in modo che seguano le adunanze per telefono, ma in alcune zone questo non è possibile. Nonostante ciò, i fratelli e le sorelle impossibilitati ad andare alle adunanze possono dare il proprio contributo alla pura adorazione, per esempio pregando per la crescita della congregazione cristiana (Sal.92:13,14). I cristiani avanti negli anni non sempre si rendono conto di quanto riescono a essere incoraggianti. Anna andò fedelmente al tempio per molti anni, ma difficilmente immaginava che a distanza di secoli il suo esempio e il suo amore per Geova sarebbero serviti di sprone per altri. Anche oggi l'amore che questi fratelli d'età avanzata hanno per Geova parla al cuore di tanti compagni di fede. w14 15/1 4:17, 18

domenica 15 novembre 2015

Domenica 15

Io sono il pastore eccellente (Giov.10:11)



In veste di "pastore eccellente" Gesù ha gli stessi interessi, propositi e qualità del Padre. È arrivato a "[cedere] la sua anima per le pecore" (Giov.10:15). Il suo sacrificio di riscatto è un meraviglioso dono fatto a tutto il genere umano (Matt.20:28; Giov.3:16). Come si comportano le pecore con il Pastore eccellente? "Le mie pecore ascoltano la mia voce", disse Gesù Cristo, "e io le conosco, ed esse mi seguono" (Giov.10:27). Ascoltare la voce del Pastore eccellente significa seguire sempre la sua guida. Richiede tra l'altro che si collabori con i sottopastori spirituali che ha costituito. Gesù indicò che l'opera da lui iniziata sarebbe stata proseguita dagli apostoli e dai discepoli, i quali avrebbero dovuto 'insegnare' alle sue pecorelle e 'pascerle' (Matt.28:20; Giov.21:15-17). Con il diffondersi della buona notizia e l'aumentare del numero dei discepoli, Gesù dispose che cristiani maturi pascessero le congregazioni (Efes.4:11,12). w13 15/11 4:4, 5

sabato 14 novembre 2015

Sabato 14

Tutto il suo spirito è ciò che lo stupido lascia uscire, ma chi è saggio lo tiene calmo sino alla fine (Prov.29:11)



Genitori e figli, non vi scoraggiate se nella vostra famiglia comunicare non è facile come vorreste. Continuate a lavorarci su e a seguire i consigli della Parola di Dio (3 Giov.4). Solo nel nuovo mondo, essendo perfetti, saremo in grado di interagire in modo perfetto, senza fraintenderci e polemizzare; al presente, invece, tutti facciamo cose di cui poi ci pentiamo. Perciò non esitiamo a chiedere scusa e a perdonare. Restiamo "armoniosamente uniti nell'amore" (Col.2:2). L'amore è una potente forza: 'È longanime e benigno. Non si irrita. Non tiene conto del male. Copre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa' (1 Cor.13:4-7). Continuate perciò ad amarvi sempre più, e il dialogo migliorerà di pari passo, portando gioia nella vostra famiglia e recando lode a Geova. w13 15/5 4:17, 18

venerdì 13 novembre 2015

Venerdì 13

Cessate di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace (1 Cor.5:11)



Una forma di disciplina che Geova impartisce è la disassociazione, che protegge la congregazione da cattive influenze e può aiutare il peccatore a ristabilirsi (1 Cor.5:6,7). Robert è rimasto disassociato per quasi 16 anni, durante i quali i suoi genitori e i suoi fratelli hanno seguito con fermezza e lealtà il comando della Parola di Dio di evitare la compagnia di chi pratica il peccato e di non rivolgergli nemmeno un saluto. Ora sono alcuni anni che Robert è stato riassociato, e sta facendo un buon progresso spirituale. Quando gli è stato chiesto cosa lo ha spinto a tornare a Geova e al Suo popolo dopo tanto tempo, ha risposto che è stato anche grazie alla presa di posizione della sua famiglia. "Se la mia famiglia avesse cercato la mia compagnia anche solo per poco tempo, ad esempio per sapere come stavo, quei brevi momenti insieme sarebbero stati sufficienti per me, e probabilmente il desiderio di stare con loro non sarebbe stato una forza motivante per tornare a Dio". w13 15/6 4:17

giovedì 12 novembre 2015

Giovedì 12

Ho preso i tuoi rammemoratori come un possedimento a tempo indefinito (Sal.119:111)



I veri cristiani apprezzano i consigli utili, specialmente quando sono basati sulla Parola di Dio. I rammemoratori di Geova ci danno perspicacia, ci istruiscono e ci aiutano a evitare trappole come materialismo, immoralità sessuale, droga e abuso di alcol (Prov.20:1; 2 Cor.7:1; 1 Tess.4:3-5; 1 Tim.6:6-11). Oltre a ciò, ubbidire ai suoi comandi ci consente di avere una "buona condizione del cuore" (Isa.65:14). Per proteggere la preziosa relazione che abbiamo con il nostro Padre celeste, dobbiamo continuare a seguire le sue sagge istruzioni. Il nostro atteggiamento dovrebbe essere lo stesso del salmista che scrisse le parole della scrittura di oggi. Siamo altrettanto felici di ubbidire ai comandamenti di Geova, o ci capita di considerarli un peso? A volte può esserci difficile accettare i suoi consigli, ma non per questo dobbiamo perderci d'animo: anche noi possiamo imparare a nutrire una fiducia incrollabile nell'eccelsa sapienza di Dio. w13 15/9 2:2, 3

mercoledì 11 novembre 2015

Mercoledì 11

Molte nazioni certamente andranno e diranno: "Venite, e saliamo al monte di Geova" (Mic.4:2)



Michea morì molto tempo prima dell'adempimento di questa profezia. In ogni caso, fu sempre deciso a rimanere leale a Geova, fino alla morte se necessario, a prescindere da quello che facevano gli altri. A tal riguardo scrisse: "Tutti i popoli, da parte loro, cammineranno ciascuno nel nome del suo dio; ma noi, da parte nostra, cammineremo nel nome di Geova nostro Dio a tempo indefinito, sì, per sempre" (Mic.4:5). Michea riuscì ad attendere con pazienza durante quei tempi difficili perché era assolutamente sicuro che Geova avrebbe mantenuto tutte le sue promesse. Non c'è dubbio, il profeta aveva fiducia in Geova! Nutriamo anche noi la stessa fiducia in Geova? Ne abbiamo senz'altro motivo. Vediamo avverarsi la profezia di cui Michea attendeva l'adempimento: "nella parte finale dei giorni" milioni di persone da ogni nazione, tribù e lingua sono affluite "al monte della casa di Geova" (Mic.4:1). w13 15/11 2:6, 7

martedì 10 novembre 2015

Martedì 10

Anche ad altre città devo dichiarare la buona notizia del regno di Dio, perché per questo sono stato mandato (Luca 4:43)



All'inizio del suo ministero sulla terra Gesù affermò quanto sopra. Per tre anni e mezzo fece di quest'opera il fulcro della sua vita. Istruì i suoi discepoli, comandando loro: "Mentre andate, predicate, dicendo: 'Il regno dei cieli si è avvicinato'" (Matt.10:7). Dopo essere stato risuscitato predisse che i suoi seguaci avrebbero portato tale messaggio "fino alla più distante parte della terra" (Atti 1:8). Promise loro che avrebbe personalmente sostenuto quest'opera importantissima fino ai nostri giorni (Matt.28:19,20). Nel 1919 la "buona notizia del regno" si era arricchita di nuovi sviluppi (Matt.24:14). Il Re governava in cielo, e aveva riunito e purificato un piccolo gruppo di sudditi sulla terra. Questi accolsero con entusiasmo il suo chiaro comando di predicare in tutta la terra la buona notizia che il Regno di Dio era stato istituito (Atti 10:42). w14 15/1 2:7, 8

lunedì 9 novembre 2015

Lunedì 9

Tu sei il mio aiuto e Colui che mi provvede scampo (Sal.40:17)



Un padre amorevole non si limita a provvedere ai figli; cerca anche di proteggerli, e se si trovassero in pericolo farebbe di tutto per salvarli. Un fratello ricorda un incidente che gli capitò da bambino. Stava tornando dal servizio con suo padre, quando a un certo punto dovettero attraversare un torrente che quella mattina si era ingrossato per via di un violento temporale. L'unico modo era quello di saltare da una pietra all'altra. Lui, che era andato avanti, scivolò su una pietra, cadde in acqua e per due volte si trovò completamente sommerso. Fu davvero grato che suo padre, senza perdere tempo, lo afferrasse per una spalla impedendogli di annegare! Il nostro Padre celeste ci salva da quelle che potremmo definire le acque impetuose di questo mondo malvagio e dal suo governante, Satana. Nessuno potrebbe proteggerci meglio di lui (Matt.6:13; 1 Giov.5:19). w14 15/2 3:14, 15

domenica 8 novembre 2015

Domenica 8

Continuate a provare se siete nella fede (2 Cor.13:5)



Qui per "fede" si intende l'insieme degli insegnamenti cristiani rivelati nella Bibbia. Se le nostre parole e le nostre azioni sono in sintonia con essi, superiamo per così dire l'esame e dimostriamo di "[essere] nella fede". Ovviamente dobbiamo valutare la nostra vita alla luce di tutti gli insegnamenti cristiani; non possiamo semplicemente scegliere quelli da seguire e scartare gli altri (Giac.2:10,11). Forse esiti a sottoporti a questo esame, specie se temi di non superarlo. Ma il modo in cui Geova ci vede è più importante di come ci vediamo noi, e i suoi "pensieri" sono molto "più alti" dei nostri (Isa.55:8,9). Geova non esamina i suoi adoratori per condannarli, ma per individuare le loro buone qualità e per aiutarli. Usare la sua Parola per "provare se [sei] nella fede" ti renderà più facile vedere te stesso come ti vede lui. Così potrai sostituire l'idea di non valere nulla per Geova con il confortante concetto esposto nelle Scritture: ai suoi occhi sei prezioso. w14 15/3 2:5, 6

sabato 7 novembre 2015

Sabato 7

Consideriamoci a vicenda incoraggiandoci l'un l'altro (Ebr.10:24,25)



Anticamente la nazione di Israele doveva radunarsi per 'ascoltare e imparare' (Deut.31:10-12). Gli ebrei del I secolo avevano l'abitudine di recarsi nelle sinagoghe, dove si leggevano le Scritture (Luca 4:16; Atti 15:21). Con la nascita della congregazione cristiana si continuò a porre l'accento sull'importanza di riunirsi, e le adunanze sono tuttora un aspetto fondamentale dell'adorazione che rendiamo. Per incoraggiarci gli uni gli altri è importante che prendiamo parte attiva alle adunanze. Possiamo esprimere pubblicamente la nostra fede rispondendo alle domande che accompagnano i paragrafi, spiegando come si può applicare una scrittura, narrando una breve esperienza che illustra la saggezza di seguire i princìpi biblici o in altri modi ancora (Sal.22:22; 40:9). Siamo tutti d'accordo che, non importa da quanti anni frequentiamo le adunanze, ascoltare i commenti sinceri dei nostri fratelli, giovani e meno giovani, è sempre incoraggiante. w13 15/4 4:4, 5

venerdì 6 novembre 2015

Venerdì 6

Ci raccomandiamo come ministri di Dio in notti insonni, in tempi senza cibo (2 Cor.6:4,5)



Come dimostrano le esperienze vissute dall'apostolo Paolo, il ministero può comportare "notti insonni" e "tempi senza cibo". Queste espressioni ci danno una chiara idea di cosa significhi lo spirito di sacrificio, e forse richiamano alla nostra mente i pionieri, che mettono il ministero al primo posto pur sostenendosi dal punto di vista economico. Pensiamo anche ai nostri devoti missionari, che si 'versano come libazione' prestando servizio in paesi stranieri (Filip.2:17). Per non parlare dei nostri instancabili anziani, disposti a saltare i pasti e a perdere il sonno per occuparsi delle pecore di Geova. Meritano poi una menzione i cristiani avanti negli anni e quelli con problemi di salute che comunque fanno del loro meglio per assistere alle adunanze e per partecipare al servizio di campo. Il nostro cuore si riempie di apprezzamento quando pensiamo a tutti questi altruisti servitori di Dio, i cui sforzi non passano inosservati neanche alle persone di fuori. w13 15/5 2:7

giovedì 5 novembre 2015

Giovedì 5

Siate generosi, pronti a condividere (1 Tim.6:18)



Come possiamo farlo? Usando il nostro tempo e le nostre energie per aiutare e incoraggiare altri (Gal.6:10). 'Praticare il dare' ci avvicinerà di più a Geova e ai nostri cari (Luca 6:38; Prov.19:17). Abbiamo anche la possibilità di essere generosi donando a Geova. Le Scritture esortano: "Onora Geova con le tue cose di valore" (Prov.3:9). Tali "cose di valore" includono appunto il tempo, le energie e le risorse che abbiamo, cose che possiamo usare per servirlo. Anche i più piccoli possono imparare a essere generosi verso Geova. "Quando la nostra famiglia vuole fare una contribuzione nella Sala del Regno, lasciamo che siano i bambini a mettere i soldi nella cassetta", racconta un padre di nome Jason. "E loro sono felici, perché con quel gesto stanno dando qualcosa a Geova". I bambini che imparano da piccoli la gioia di donare a Geova continueranno probabilmente a farlo anche da adulti (Prov.22:6). w13 15/6 2:9-11

mercoledì 4 novembre 2015

Mercoledì 4

Se non ha mezzi sufficienti per una pecora, allora deve portare due tortore (Lev.5:7)



Nell'antico Israele era indispensabile offrire sacrifici per ottenere il perdono dei peccati e godere del favore di Geova. Alcuni sacrifici erano obbligatori, mentre altri erano volontari (Lev.23:37,38). Gli olocausti potevano essere presentati come offerte volontarie, o doni, a Geova. Comprendendo che non tutti potevano permettersi di fare le stesse offerte, amorevolmente Geova richiedeva da ognuno solo ciò che era in grado di dare. La sua legge stabiliva che il sangue dell'animale doveva essere versato, il che era "un'ombra delle buone cose avvenire" che avrebbero avuto luogo tramite suo Figlio, Gesù (Ebr.10:1-4). Tuttavia Geova non era inflessibile in relazione all'animale da sacrificare. Per esempio, accettava l'offerta di tortore se la persona non poteva permettersi di offrire un animale dal gregge o dalla mandria. In questo modo anche i poveri potevano provare la gioia di fargli sacrifici (Lev.1:3,10,14). w13 15/12 2:4, 5

martedì 3 novembre 2015

Martedì 3

In effetti invocherà il male sul suo Dio (Isa.8:21)



Ai giorni di Isaia la nazione di Giuda si trovò in gravi difficoltà: era circondata dai nemici, il cibo scarseggiava e molti pativano la fame. Ma invece di ricercare l'aiuto divino per affrontare le difficoltà, molti iniziarono a 'invocare il male sul loro re e sul loro Dio'. In pratica incolparono Geova della situazione. Se soffriamo a causa di una disgrazia o di problemi personali, potremmo anche noi arrivare a chiederci in cuor nostro: "Dov'è Geova ora che ho bisogno di lui?" Dato che non avevano il quadro completo della situazione, gli israeliti contemporanei di Ezechiele ritenevano che la via di Geova non fosse "propriamente giusta" (Ezec.18:29). Era come se si ergessero a giudici di Dio, basandosi sulla loro limitata comprensione dei fatti. A volte potremmo non comprendere appieno un brano biblico o la piega che alcuni avvenimenti prendono nella nostra vita. In casi del genere, potrebbe capitare anche a noi di pensare che la via di Geova non sia "propriamente giusta"? (Giob.35:2). w13 15/8 2:8, 9

lunedì 2 novembre 2015

Lunedì 2

Siate come persone libere, eppure mantenendo la vostra libertà non come un manto per la malizia, ma come schiavi di Dio (1 Piet.2:16)



Per tener fede alla nostra dedicazione dobbiamo superare degli ostacoli. Combattiamo su due fronti. In primo luogo c'è il conflitto di cui parlò Paolo quando scrisse: "Realmente mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo che sono interiormente, ma vedo nelle mie membra un'altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato che è nelle mie membra" (Rom.7:22,23). Anche noi siamo soggetti all'imperfezione ereditata e di conseguenza dobbiamo affrontare una continua lotta con le inclinazioni della nostra carne. L'altra battaglia è contro questo mondo controllato dai demoni. Satana, che ne è il governante, usa ogni arma a sua disposizione per indurci alla slealtà nei confronti di Geova e di Gesù. Ci tenta nella speranza che cediamo al suo potere corruttore e diventiamo suoi schiavi (Efes.6:11,12). Una delle sue tattiche è quella di far sembrare il mondo attraente, seducente (1 Giov.2:15,16). w13 15/10 2:5, 6

domenica 1 novembre 2015

Domenica 1

Raccogliete le zizzanie (Matt.13:30)



Man mano che la raccolta proseguiva, la distinzione fra i veri cristiani e i falsi divenne sempre più chiara (Riv.18:1,4). Nel 1919 fu evidente che Babilonia la Grande era caduta. Cosa, in particolare, rese netta la distinzione tra i veri cristiani e i finti? L'opera di predicazione. Coloro che guidavano le attività degli Studenti Biblici iniziarono a dare molto risalto al fatto che tutti, individualmente, dovessero darsi da fare nella predicazione del Regno. Ad esempio, un opuscolo pubblicato in inglese nel 1919 esortava tutti i cristiani unti a predicare di casa in casa. Diceva: "È un'opera immane, ma è del Signore, ed è con il suo sostegno che verrà compiuta. Voi avete il privilegio di prendervi parte" (To Whom the Work Is Entrusted). Come fu accolto l'invito? Da quel momento, come riferiva La Torre di Guardia nel 1922, gli Studenti Biblici intensificarono la loro attività di predicazione. Di lì a poco il ministero di casa in casa divenne l'elemento distintivo di quei fedeli cristiani, ed è così ancora oggi. w13 15/7 2:10, 11