lunedì 30 marzo 2015

Lunedì 30

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso (Matt.16:24)



Quando era sulla terra, Gesù fu un esempio perfetto di spirito di sacrificio. Mise da parte i suoi desideri e i suoi interessi per fare la volontà di Dio (Giov.5:30). Rimase fedele fino alla morte sul palo di tortura, dando così prova di uno spirito di sacrificio senza limiti (Filip.2:8). Noi che siamo seguaci di Gesù possiamo avere spirito di sacrificio essendo disposti a rinunciare ai nostri interessi per il bene degli altri. In un certo senso è il contrario dell'egoismo. Un atteggiamento altruistico può aiutarci a mettere i sentimenti e le preferenze personali degli altri al di sopra dei nostri (Filip.2:3,4). Gesù insegnò che tale atteggiamento è alla base dell'adorazione che rendiamo. Infatti l'amore cristiano, che è una componente fondamentale dello spirito di sacrificio, è il segno distintivo dei suoi veri discepoli (Giov.13:34,35). w14 15/3 1:1, 2

domenica 29 marzo 2015

Domenica 29

Ho reso manifesto il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo (Giov.17:6)



Anche se i capi religiosi ebrei insegnavano alle persone a non usare il nome divino già molto tempo prima che Gesù venisse sulla terra, non c'è dubbio che egli respingesse energicamente questa tradizione non scritturale. Ai suoi oppositori disse: "Io sono venuto nel nome del Padre mio, ma voi non mi ricevete; se qualcun altro arrivasse nel suo proprio nome, quello ricevereste" (Giov.5:43). Poi, pochi giorni prima di morire, Gesù espresse in preghiera ciò che gli premeva maggiormente con le parole: "Padre, glorifica il tuo nome" (Giov.12:28). Non sorprende quindi che la sua premura per il nome del Padre emerga a più riprese nella preghiera riportata nel capitolo 17 di Giovanni. Gesù pregò: "Padre santo, vigila su di loro a motivo del tuo nome che tu mi hai dato" (Giov.17:11). w13 15/10 4:9, 10

sabato 28 marzo 2015

Sabato 28

Il vero Dio provò rammarico della calamità che aveva proferito di causare loro; e non la causò (Giona 3:10)



Il modo in cui Dio ci modella dimostra che è ragionevole e flessibile (Isa.64:8). Ciò è evidente quando cambia modo di agire nei confronti delle persone sulla base del loro comportamento. Quando gli abitanti di Ninive si pentirono e abbandonarono il loro comportamento malvagio, Geova cambiò idea, come indicano le parole della scrittura di oggi. Il termine ebraico tradotto 'provare rammarico' si riferisce a un cambiamento di idea o di intenzione. Il vero Dio provò rammarico nel caso dei niniviti, nel senso che cambiò le sue intenzioni nei loro confronti. Com'è confortante sapere che Geova, il nostro Vasaio, è ragionevole e flessibile, clemente e misericordioso, e che è disposto a cambiare il suo modo di agire quando vede una reazione positiva da parte di chi sbaglia. w13 15/6 4:12, 13

venerdì 27 marzo 2015

Venerdì 27

Felice quello schiavo se il suo signore, arrivando, lo troverà a fare così! Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi (Matt.24:46,47)



Quando arriva Gesù? È il contesto a indicarlo. Quando nei versetti precedenti si menziona la sua venuta, tali espressioni si riferiscono al tempo in cui verrà per emettere ed eseguire il giudizio al termine di questo sistema (Matt.24:30,42,44). Pertanto l'arrivo o venuta di Gesù di cui si parla nella parabola dello schiavo fedele ha luogo durante la grande tribolazione. Cosa comprendono 'tutti gli averi' di Gesù? Quando usò la parola "tutti", egli non aggiunse nessuna precisazione per circoscriverne il significato alle cose terrene. In effetti Gesù ha grande autorità anche in cielo. Lui stesso disse: "Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra" (Matt.28:18; Efes.1:20-23). Ora i suoi averi comprendono il Regno messianico, che gli appartiene dal 1914 e che reggerà insieme ai suoi seguaci unti (Riv.11:15). w13 15/7 4:15-17

giovedì 26 marzo 2015

Giovedì 26

Tutto il mondo giace nel potere del malvagio (1 Giov.5:19)



Facendo leva sul "desiderio della carne", il Diavolo si serve del suo mondo per promuovere immoralità ed eccessi nel mangiare e nel bere. Sfrutta poi "il desiderio degli occhi" per adescare gli incauti per mezzo della pornografia, soprattutto su Internet. Beni materiali, potere e prestigio rappresentano invece un richiamo fortissimo per chi è orgoglioso e tende alla "vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento". "Le cose del mondo" sono come le esche usate dai pescatori (1 Giov.2:15,16). Per quanto possa essere invitante, ogni esca nasconde un amo. Satana si serve di quelle che le persone considerano normali necessità quotidiane per spingerle a violare le leggi di Dio. Le sue subdole tentazioni sono preparate ad arte per sfruttare i nostri desideri e corrompere il nostro cuore, facendoci credere che prendersi cura dei propri bisogni e agevolarsi la vita siano cose più importanti del fare la volontà di Dio. Queste esche funzionano anche con noi? w13 15/8 4:5, 13, 14

mercoledì 25 marzo 2015

Mercoledì 25

Vedo nelle mie membra un'altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato (Rom.7:23)



Come ben sappiamo, una cosa è prendere la decisione giusta, un'altra è attenervisi fino in fondo. Ci sono persone che vorrebbero smettere di fumare ma non ci riescono perché non sono abbastanza motivate. È fondamentale essere determinati ad attuare la decisione presa. La forza di volontà è stata paragonata a un muscolo: più lo si usa, più forte diventa; se invece non viene allenato si indebolisce e si atrofizza. Cosa può aiutarci dunque a sviluppare o rafforzare il desiderio di portare a termine ciò che abbiamo deciso di fare? Dobbiamo rivolgerci a Geova (Filip.2:13). Paolo lo sapeva per esperienza personale, infatti scrisse: "Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!" (Rom.7:18,24,25). E in un'altra circostanza ebbe a dire: "Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che mi impartisce potenza" (Filip.4:13). w13 15/9 4:13, 14

martedì 24 marzo 2015

Martedì 24

Levatevi, benedite Geova vostro Dio da tempo indefinito a tempo indefinito (Nee.9:5)



Con questo entusiastico appello i leviti invitano il popolo di Dio, radunato in assemblea, a unirsi a loro in quella che è una delle preghiere più lunghe riportate nella Bibbia. Siamo a Gerusalemme; corre l'anno 455 avanti Era Volgare ed è il ventiquattresimo giorno di tishri, il settimo mese del calendario ebraico. Un mese prima di quell'assemblea gli ebrei avevano completato la ricostruzione delle mura di Gerusalemme (Nee.6:15). Erano riusciti a farlo in soli 52 giorni, dopodiché si erano concentrati sui propri bisogni spirituali. Così, il primo giorno del mese successivo, tishri per l'appunto, si erano radunati nella pubblica piazza per ascoltare Esdra e altri leviti leggere e spiegare la Legge di Dio. Intere famiglie, bambini compresi, erano rimaste lì in piedi "dall'alba fino a mezzogiorno" (Nee.8:2,3). Che bell'esempio per quelli di noi che oggi assistono alle adunanze in comode Sale del Regno! w13 15/10 3:1, 2

lunedì 23 marzo 2015

Lunedì 23

Non siate presto scossi dalla vostra ragione (2 Tess.2:2)



Alcuni componenti della congregazione di Tessalonica si erano lasciati allarmare dall'idea che il giorno di Geova fosse imminente. I primi cristiani avevano solo una comprensione limitata di come si sarebbe adempiuto il proposito di Geova. Per aiutarli, Paolo spiegò sotto ispirazione che prima del giorno di Geova sarebbe sorta una grande apostasia e sarebbe comparso "l'uomo dell'illegalità". Poi, a tempo debito, il Signore Gesù avrebbe "[ridotto] a nulla" tutti coloro che si erano lasciati ingannare. L'apostolo spiegò così la ragione di tale giudizio: "Non hanno accettato l'amore della verità" (2 Tess.2:3,8-10). È giusto dunque che ci chiediamo: "Quanto amo la verità? Mi tengo al corrente del nostro attuale intendimento così come viene presentato nelle pubblicazioni provvedute a tutto il popolo di Dio?" w13 15/12 1:5, 6

domenica 22 marzo 2015

Domenica 22

O Uditore di preghiera, sì, a te verranno persone di ogni carne (Sal.65:2)



Un importante tipo di preghiera è il rendimento di grazie. Paolo rivolse ai cristiani della città di Filippi il seguente invito: "Non siate ansiosi di nulla, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie" (Filip.4:6). Esprimere sincera gratitudine a Geova in preghiera ci protegge, soprattutto in questi ultimi giorni in cui "gli uomini [sono] ingrati" (2 Tim.3:1,2). Il mondo è pervaso dall'ingratitudine, e se non stiamo attenti questo spirito può contagiarci. Viceversa, esprimere a Dio la nostra riconoscenza quando preghiamo ci aiuta a sentirci soddisfatti di quello che abbiamo e ci impedisce di diventare "mormoratori" e "lamentatori della [nostra] sorte nella vita" (Giuda 16). Inoltre, i capifamiglia che ringraziano Geova nelle preghiere che gli rivolgono insieme alla famiglia incoraggiano anche la moglie e i figli a essere grati. w13 15/11 1:3, 5

sabato 21 marzo 2015

Sabato 21

Giovani e anche vergini, lodino il nome di Geova (Sal.148:12,13)



Viviamo in tempi memorabili: milioni di persone di tutte le nazioni stanno abbracciando la vera adorazione, cosa che non ha precedenti nella storia (Riv.7:9,10). Molti giovani stanno avendo esperienze emozionanti nell'aiutare altri a "[prendere] l'acqua della vita gratuitamente" (Sal.110:3; Isa.52:7; Riv.22:17). Voi ragazzi siete nella posizione di fare scelte che in seguito potrebbero aprirvi altre porte, soddisfacenti opportunità di servire Dio. Per esempio, Timoteo fece evidentemente scelte sagge che poi gli permisero, all'età di circa 20 anni, di intraprendere il servizio missionario (Atti 16:1-3). A quanto pare di lì a pochi mesi Paolo, che era stato costretto a lasciare la congregazione di Tessalonica appena formata a causa dell'opposizione violenta, incaricò il giovane Timoteo di tornare in quella città per rafforzare i fratelli (Atti 17:5-15; 1 Tess.3:1,2,6). w14 15/1 3:1, 2

venerdì 20 marzo 2015

Venerdì 20

La figlia del re è tutta gloriosa; la sua veste è con castoni d'oro (Sal.45:13)



Lo splendore della Nuova Gerusalemme è mirabilmente descritto in Rivelazione (Riv.21:11,18-21). Non sorprende che il salmista dica che la sposa è "tutta gloriosa"! Dopotutto questo matrimonio regale si celebra in cielo. La sposa viene "condotta" allo Sposo, il Re messianico, che l'ha preparata "purificandola col bagno dell'acqua mediante la parola". È "santa e senza biasimo" (Efes.5:26,27). La sposa deve anche essere vestita in modo adatto all'occasione. "La sua veste è con castoni d'oro", e "in abito tessuto sarà condotta al re" (Sal.45:14). Per il matrimonio con l'Agnello "le è stato concesso di adornarsi di lino fine, splendente e puro, poiché il lino fine rappresenta gli atti giusti dei santi" (Riv.19:8). w14 15/2 2:8, 9

Giovedì 19

Il cuore che è gioioso fa bene come un rimedio (Prov.17:22)



Quando è appropriato, il senso dell'umorismo, sia da parte di chi dà assistenza a una persona anziana che di chi la riceve, può rendere più sopportabili certe situazioni che si presentano quotidianamente (Eccl.3:1,4). Molte persone anziane si sforzano di non essere troppo esigenti. Si rendono conto che la cura e le visite che ricevono possono dipendere anche dal loro atteggiamento. Non è insolito che dopo una visita a un cristiano avanti negli anni si dica: "Sono andato per incoraggiarlo, ma alla fine è stato lui a incoraggiare me" (Prov.15:13). Attendiamo con ansia il giorno in cui le sofferenze cesseranno e gli effetti dell'imperfezione svaniranno. Nel frattempo come servitori di Dio riponiamo la nostra speranza in ciò che è eterno. Sappiamo che nei momenti difficili la fiducia nelle promesse di Dio è un'ancora. Grazie a questa fede "non veniamo meno, ma anche se l'uomo che siamo di fuori deperisce, certamente l'uomo che siamo di dentro si rinnova di giorno in giorno" (2 Cor.4:16-18; Ebr.6:18,19). w14 15/3 3:18, 19

mercoledì 18 marzo 2015

Mercoledì 18

Si innamorò di lei (Gen.24:67)



Il matrimonio unisce due persone imperfette, ognuna con una personalità distinta e con caratteristiche che riflettono la propria cultura e il proprio vissuto (Rom.3:23). Marito e moglie, inoltre, possono avere modi diversi di comunicare. Perché funzioni, il matrimonio richiede molto impegno, ma ne vale decisamente la pena: una coppia che si ama può essere molto felice (Eccl.9:9). Pensiamo all'amore che caratterizzava il matrimonio di Isacco e Rebecca. Nulla fa pensare che, col passare del tempo, il loro amore diminuisse. Lo stesso si può dire di molte coppie dei nostri giorni. Qual è il loro segreto? Hanno imparato a esprimersi pensieri e sentimenti con onestà e gentilezza al tempo stesso, e questo grazie al fatto che hanno coltivato perspicacia, amore, profondo rispetto e umiltà. Quando un matrimonio si fonda su tali fattori, le linee di comunicazione sono sempre aperte. w13 15/5 3:2, 3

martedì 17 marzo 2015

Martedì 17

Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine (Matt.24:14)



Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea erano finalmente da soli insieme al loro Signore. Non potevano smettere di pensare a ciò che Gesù aveva detto loro a proposito della distruzione del tempio (Mar.13:1-4). Perciò gli chiesero: "Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?" (Matt.24:1-3). Nella sua risposta Gesù parlò di avvenimenti e situazioni che non solo avrebbero cambiato radicalmente la vita delle persone, ma avrebbero anche permesso di riconoscere gli ultimi giorni del malvagio sistema di cose di Satana (Matt.24:7-12). Un particolare dovette suscitare la curiosità dei discepoli: dopo aver menzionato cose orribili quali guerre, carestie e aumento dell'illegalità, Gesù predisse anche qualcosa di positivo che avrebbe contrassegnato gli ultimi giorni, come si legge nella scrittura di oggi. w13 15/4 3:1

lunedì 16 marzo 2015

Lunedì 16

Tu, Colui che è e che era, il Leale, sei giusto, perché hai preso queste decisioni (Riv.16:5)



La lealtà è un sentimento forte che include l'idea di devozione, fedeltà e tenace attaccamento. Chi è leale è tutt'altro che volubile; è piuttosto una persona che mostra attaccamento a qualcuno (o qualcosa) in modo durevole e costante, anche nei momenti difficili. A buon diritto, dunque, possiamo definire Geova come "il Leale" per antonomasia. In che modo Geova manifesta lealtà? Non abbandonando mai i suoi fedeli adoratori, come attestò uno di loro, il re Davide (2 Sam.22:26). Durante i suoi momenti più bui, Geova gli fu leale guidandolo, proteggendolo e liberandolo (2 Sam.22:1). Davide constatò di persona che Geova non è leale solo a parole. Ma perché Geova gli mostrò lealtà? Perché Davide stesso era leale. Dal momento che considera preziosa la lealtà dei suoi adoratori, Geova la ripaga essendo leale con loro (Prov.2:6-8). w13 15/6 3:3, 4

domenica 15 marzo 2015

Domenica 15

Dio l'ha dato come capo su tutte le cose alla congregazione (Efes.1:22)



Gesù, che sarebbe diventato Capo della congregazione cristiana, predispose le cose in modo che i suoi seguaci ricevessero la necessaria cura spirituale anche dopo la sua morte. Per esempio, circa due anni prima di morire prese una decisione importante: scelse i primi di quei pochi per mezzo dei quali avrebbe poi nutrito i molti. Vediamo quel che accadde. Dopo aver pregato tutta una notte, Gesù radunò i suoi discepoli e scelse fra loro dodici apostoli (Luca 6:12-16). Nei successivi due anni rimase particolarmente vicino ai dodici, insegnando loro con le parole e con l'esempio. Sapeva che avevano molto da imparare; infatti continuarono a essere chiamati "discepoli" (Matt.11:1; 20:17). Diede loro preziosi consigli a livello personale e li addestrò dovutamente per il ministero (Matt.10:1-42; 20:20-23; Luca 8:1; 9:52-55). Evidentemente li stava preparando per un ruolo fondamentale che avrebbero ricoperto dopo la sua morte e il suo ritorno in cielo. w13 15/7 3:5, 6

Sabato 14

Geova certamente ci introdurrà in quel paese e ce lo darà (Num.14:8)



A differenza degli altri esploratori, Giosuè e Caleb fecero un rapporto positivo (Num.14:6-9). Dimostrarono fede in Geova, eppure dovettero vagare nel deserto per 40 anni insieme a tutti gli altri israeliti. Si lamentarono o si amareggiarono ritenendo ingiusto questo trattamento? No. Ebbero fiducia in Geova e di conseguenza furono benedetti. Mentre un'intera generazione morì nel deserto, Giosuè e Caleb alla fine entrarono nella Terra Promessa (Num.14:30). Allo stesso modo, anche noi riceveremo la benedizione di Geova se non ci "stanchiamo" di fare la sua volontà (Gal.6:9; Ebr.6:10). Se siamo scoraggiati a causa di problemi, dell'imperfezione altrui o della nostra stessa imperfezione, cosa dovremmo fare? Concentriamoci sulle meravigliose qualità di Geova. Cerchiamo di vedere con gli occhi della mente l'adempimento delle sue promesse. Chiediamoci: "Dove sarei ora senza Geova?" Teniamoci stretti a Dio e non permettiamo mai al nostro cuore di divenire furente contro di lui! w13 15/8 2:22, 23

venerdì 13 marzo 2015

Venerdì 13

La benedizione di Geova, questo è ciò che rende ricchi (Prov.10:22)



L'adorazione che rendiamo a Geova comporta che gli diamo tutto il possibile in termini di tempo, energie e risorse materiali. Desideriamo sinceramente "[fare] l'opera di evangelizzatore" (2 Tim.4:5). Svolgerla ci riempie di gioia, dal momento che permette alle persone di "[venire] all'accurata conoscenza della verità" (1 Tim.2:4). È chiaro che onorare e lodare Geova ci rende ricchi in senso spirituale. Ci permette inoltre di sviluppare una fiducia incrollabile nel nostro Creatore (Rom.8:35-39). La fiducia nelle sagge istruzioni di Geova però non è automatica; la si acquista con l'impegno. Impariamo perciò a confidare in Geova mediante la preghiera. Meditiamo su come ha adempiuto il suo proposito in passato e su come lo farà in futuro, e continuiamo a edificare la nostra fiducia in lui compiendo atti di adorazione. w13 15/9 2:20, 21

giovedì 12 marzo 2015

Giovedì 12

Le sue invisibili qualità, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte (Rom.1:20)



La Bibbia ci insegna a considerare la conoscenza come un tesoro (Prov.10:14). Geova vuole che la nostra fede in lui si basi su prove concrete e sulla logica, non su filosofie umane o tradizioni religiose (Ebr.11:1). Per edificare una forte fede in Dio, dobbiamo innanzitutto convincerci della sua esistenza (Ebr.11:6). Giungiamo a questa conclusione non perché vogliamo crederci a tutti i costi, ma perché esaminiamo i fatti usando la nostra "facoltà di ragionare" (Rom.12:1). Le informazioni che riceviamo tramite l'organizzazione di Geova, frutto di attente ricerche, ci permettono di discernere le sue splendide qualità nel mondo che ci circonda. Tutte queste prove convincenti ci spingono a lodare Dio dal profondo del cuore (Sal.19:1,2). È davvero un grande privilegio dare a Geova, il Creatore di tutte le cose, l'onore e la gloria che merita più di chiunque altro (1 Tim.1:17). w13 15/10 1:4, 5, 19

mercoledì 11 marzo 2015

Mercoledì 11

Non trattenere il bene da quelli cui è dovuto, quando è in potere della tua mano farlo (Prov.3:27)



Quando impieghiamo le nostre energie e capacità per il Regno, Geova benedice i nostri sforzi, e se ci stanchiamo ha promesso di aiutarci (Isa.40:29-31). Ci sembra di non essere in grado di dare il nostro contributo all'opera o che ci siano altri più capaci di noi? Allora ricordiamo che Geova può affinare le doti di chiunque, proprio come fece nel caso di Bezalel e Ooliab (Eso.31:1-6). Geova ci incoraggia a dare il meglio senza 'trattenerci'. All'epoca della riedificazione del tempio disse agli ebrei di Gerusalemme, che avevano permesso ad altri interessi di distrarli dalla sua opera, di riflettere seriamente sul contributo che stavano apportando ai lavori (Agg.1:2-5). Che dire di noi? Le nostre priorità sono in sintonia con quelle di Geova? Possiamo 'porre il cuore alle nostre vie' in modo da partecipare maggiormente alle attività legate al Regno in questi ultimi giorni? w13 15/12 2:12, 13

martedì 10 marzo 2015

Martedì 10

Mantenetevi svegli con ogni costanza e supplicazione a favore di tutti i santi (Efes.6:18)



La supplica è una preghiera sincera e particolarmente accorata. Quand'è che possiamo supplicare Geova? Di sicuro quando subiamo persecuzione o affrontiamo una malattia che mette a repentaglio la nostra stessa vita. In circostanze del genere è comprensibile che le nostre preghiere diventino suppliche. Ma è solo in questi casi che possiamo rivolgere una supplica a Geova? Pensiamo a ciò che Gesù disse riguardo al nome di Dio, al Suo Regno e alla Sua volontà nella preghiera modello (Matt.6:9,10). Il mondo è pieno di malvagità, e i governi umani non riescono a soddisfare neanche i bisogni fondamentali dei cittadini. Perciò è senz'altro giusto pregare che il nome del nostro Padre celeste sia santificato e che il suo Regno ponga fine al dominio di Satana sulla terra. Questo è anche il tempo di supplicare Geova di fare in modo che la sua volontà sia fatta sulla terra come lo è in cielo. Restiamo quindi vigilanti, sempre pronti a ricorrere a ogni tipo di preghiera. w13 15/11 1:3, 6, 7

lunedì 9 marzo 2015

Lunedì 9

Non ne dovete mangiare, no, non lo dovete toccare affinché non moriate (Gen.3:3)



Triste a dirsi, Adamo ed Eva non furono contenti che Geova fosse il loro Sovrano; scelsero invece di seguire un suo figlio spirituale ribelle, Satana (Gen.3:1-6). Le conseguenze di questa scelta furono dolore, sofferenze e morte per loro e per i loro discendenti (Gen.3:16-19; Rom.5:12). Fu così che Dio non ebbe più sudditi ubbidienti sulla terra. Ma questo significò forse che aveva perso il controllo della situazione, che aveva abdicato al suo ruolo di Sovrano della terra e dei suoi abitanti? Tutt'altro! Egli esercitò la sua autorità espellendo l'uomo e la donna dal giardino di Eden e ponendo dei cherubini a guardia dell'ingresso per impedire che vi rientrassero (Gen.3:23,24). Allo stesso tempo, dimostrò il suo amore paterno confermando che il suo proposito di avere una devota famiglia universale composta da figli sia spirituali che umani si sarebbe adempiuto. Promise che un discendente di Adamo avrebbe eliminato Satana e annullato gli effetti del peccato adamico (Gen.3:15). w14 15/1 1:6

domenica 8 marzo 2015

Domenica 8

Il mio cuore palpita per una cosa bella (Sal.45:1)



La buona notizia del Regno messianico è una "cosa bella" che fa battere il nostro cuore. Il messaggio del Regno divenne particolarmente 'bello' nel 1914, perché da allora non riguarda più un regno futuro, ma un vero governo già operativo nei cieli. È in questo che consiste la "buona notizia del regno" che predichiamo "in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni" (Matt.24:14). Il nostro cuore "palpita" per il messaggio del Regno? Predichiamo la buona notizia con entusiasmo? Come il salmista, anche noi cantiamo "riguardo a un re", il nostro Re Gesù Cristo. Dichiariamo che ora è il celeste Re del Regno messianico, e invitiamo tutti, compresi i leader di questo mondo, a sottomettersi al suo dominio (Sal.2:1,2,4-12). E quando nel ministero facciamo ampio ricorso alla Parola di Dio la nostra lingua si trasforma nello "stilo di un esperto copista". w14 15/2 1:3, 4

sabato 7 marzo 2015

Sabato 7

Continuate a provare se siete nella fede (2 Cor.13:5)



A motivo dell'età avanzata o di qualche infermità, alcuni possono dedicare pochissimo tempo alla predicazione della buona notizia. Tuttavia, questo non è un valido motivo per pensare che non valga neppure la pena fare rapporto dell'attività svolta. Forse non hai limitazioni così forti, ma pensi comunque che quello che fai sia niente in paragone a tutte le ore che i servitori di Dio dedicano ogni anno ad adorarlo. Nondimeno, l'episodio della vedova indigente ci insegna che Geova nota e apprezza qualsiasi cosa facciamo per lui, specialmente se in circostanze difficili (Luca 21:1-4). Ripensa a quanto hai fatto per adorare Geova nell'ultimo anno. Forse una delle ore che gli hai dedicato ti è costata un sacrificio particolare. In tal caso, puoi star certo che lui attribuisce grande valore a quell'ora. Quando dai a Geova tutto il possibile come la vedova bisognosa, hai buone ragioni per concludere che "[sei] nella fede". w14 15/3 2:5, 11

venerdì 6 marzo 2015

Venerdì 6

Lègge sottovoce nella legge di Dio giorno e notte (Sal.1:2)



Leggere "sottovoce" è davvero utile. Immaginiamo che, seguendo il suo programma di lettura biblica, un giovane fratello sia arrivato al libro di Osea. Al capitolo 4, dopo aver letto "sottovoce" i versetti da 11 a 13, si ferma a riflettere. Quei versetti, infatti, lo colpiscono particolarmente perché sta combattendo per resistere a pressioni immorali a scuola. Ci pensa su e dice fra sé: "Geova è in grado di scorgere anche le azioni errate compiute in segreto. Non voglio offenderlo". Decide così di mantenersi moralmente puro agli occhi di Dio. Immaginiamo anche una sorella che, leggendo il libro di Gioele, si sofferma sul versetto 13 del capitolo 2. Leggerlo "sottovoce" la fa riflettere su come può imitare Geova, il quale è "clemente e misericordioso, lento all'ira e abbondante in amorevole benignità". Si ripromette allora di non usare più il tono ostile e sarcastico con cui a volte si rivolge al marito e ad altri. w13 15/4 1:4-6

giovedì 5 marzo 2015

Giovedì 5

Sono esclusi dalla vita che appartiene a Dio (Efes.4:18)



Per riconciliarsi con Dio, le persone devono innanzitutto convincersi che esiste e che ci sono buoni motivi per avvicinarsi a lui. Possiamo aiutarle incoraggiandole a esaminare la creazione. Osservandola in modo obiettivo, infatti, si impara ad apprezzare la sapienza e la potenza di Dio (Rom.1:19,20). Resta comunque il fatto che chi si limita allo studio della creazione non può trovare la risposta ad alcune delle domande più complesse della vita: Perché Dio permette le sofferenze? Qual è il suo proposito per la terra? Si interessa di me a livello personale? L'unico modo in cui si può comprendere pienamente la buona notizia in merito a Dio e al suo proposito è quello di studiare la Bibbia. È davvero un privilegio aiutare i nostri interlocutori a trovare la risposta alle loro domande! Per raggiungere il loro cuore, però, non basta informarli sui fatti: dobbiamo persuaderli (2 Tim.3:14). w13 15/5 1:6-8

mercoledì 4 marzo 2015

Mercoledì 4

Ciascuno deve mostrar d'essere come un luogo per riparare dal vento e un nascondiglio dal temporale (Isa.32:2)



Di recente a un certo numero di zelanti fratelli e sorelle che vivono in diverse parti del mondo è stata fatta questa domanda: "Qual è la cosa che apprezzi di più in un anziano?" La stragrande maggioranza ha risposto: "L'avvicinabilità". Una sorella ha spiegato in questi termini perché la riteneva fondamentale: "Solo se un anziano è avvicinabile si riuscirà a beneficiare delle altre sue belle qualità". Il ragionamento non fa una grinza. Ma cosa rende una persona avvicinabile? Il segreto per essere avvicinabili è quello di nutrire sincero interesse per gli altri. Se un anziano si preoccupa per i fratelli e le sorelle, compresi i giovani, ed è disposto a spendersi per loro, questi probabilmente lo percepiranno (Mar.10:13-16). Ovviamente non basta che un anziano dica di essere avvicinabile: deve manifestare questa qualità (1 Giov.3:18). w13 15/6 1:5, 6

martedì 3 marzo 2015

Martedì 3

Quei giorni saranno abbreviati (Matt.24:22)



Cosa possiamo aspettarci che accada durante la grande tribolazione? Geova 'abbrevierà' l'attacco sferrato dalle Nazioni Unite alla falsa religione, così che insieme ad essa non venga distrutta anche quella vera. In questo modo il popolo di Dio sarà salvato. Cosa accadrà quando la fase iniziale della grande tribolazione si sarà conclusa? Le parole di Gesù indicano che ci sarà un intervallo di tempo che si protrarrà fino allo scoppio di Armaghedon. Quali avvenimenti avranno luogo in tale periodo? La risposta si trova in Ezechiele 38:14-16 e Matteo 24:29-31. Dopo quegli avvenimenti assisteremo al culmine della grande tribolazione, la battaglia di Armaghedon, corrispondente alla distruzione di Gerusalemme del 70 (Mal.4:1). Con un epilogo di tali proporzioni, la grande tribolazione sarà davvero una cosa mai vista prima, "come non è accaduta dal principio del mondo" (Matt.24:21). Dopo Armaghedon inizierà il Regno millenario di Cristo. w13 15/7 1:7, 8

Lunedì 2

Le stesse porzioni dei leviti non erano state date loro (Nee.13:10)



Non potendo più contare sul sostegno materiale, i leviti stavano abbandonando le loro mansioni per andare a lavorare ciascuno nel proprio campo. Neemia imputò tale situazione ai "governanti delegati", perché a quanto pare non si stavano occupando dei loro compiti. Sia che non raccogliessero le decime dal popolo o che non le portassero nel tempio, in entrambi i casi non stavano facendo il loro dovere (Nee.12:44). Neemia perciò si mise in moto perché fossero raccolte le decime, e nominò degli uomini fidati che si occupassero della gestione dei depositi nel tempio e delle future distribuzioni. Possiamo imparare qualcosa da tutto ciò? Senz'altro: questa vicenda ci ricorda che abbiamo il privilegio di onorare Geova con le nostre cose di valore (Prov.3:9). Quando contribuiamo per sostenere l'opera, stiamo semplicemente dando a Geova ciò che in realtà è già suo (1 Cron.29:14-16). Potremmo pensare di non avere poi così tanto da offrire ma, se ne abbiamo il desiderio, tutti possiamo fare la nostra parte (2 Cor.8:12). w13 15/8 1:9, 10

domenica 1 marzo 2015

Domenica 1

Ezechia si teneva stretto a Geova. Continuò a osservare i suoi comandamenti (2 Re 18:6)



Quando il re assiro Sennacherib invase Giuda e minacciò il trono del re Ezechia, Geova intervenne inviando un angelo. In una sola notte l'angelo uccise "ogni uomo potente e valoroso" dell'esercito assiro, costringendo Sennacherib a tornarsene in patria umiliato (2 Cron.32:21; 2 Re 19:35). Perché Dio combatté per Ezechia? Perché questi "si teneva stretto a Geova" e osservava i Suoi comandamenti. Un altro che ubbidì ai comandi divini fu il re Giosia. Già alla tenera età di otto anni "faceva ciò che era retto agli occhi di Geova [...]; e non deviò né a destra né a sinistra" (2 Cron.34:1,2). Giosia dimostrò di confidare in Geova purificando il paese dagli idoli e ripristinando la vera adorazione. Così facendo ottenne benedizioni non solo per sé ma per l'intera nazione (2 Cron.34:31-33). w13 15/9 1:5, 6

Sabato 28

Vidi quattro angeli che trattenevano i quattro venti della terra (Riv.7:1)



Quando gli angeli libereranno i venti della distruzione cosa succederà? Babilonia la Grande, l'impero mondiale della falsa religione, farà la fine che merita. "Popoli e folle e nazioni e lingue" non saranno in grado di darle nessun sostegno. I segnali della sua futura scomparsa sono già sotto i nostri occhi (Riv.16:12; 17:15-18; 18:7,8,21). I mezzi di informazione, per esempio, anziché appoggiare la religione e i suoi esponenti di spicco, ne fanno sempre più spesso oggetto dei loro attacchi. Ciò nonostante i leader di Babilonia la Grande pensano di non correre nessun pericolo. Come si sbagliano! Dopo la dichiarazione di "Pace e sicurezza!" gli elementi politici del sistema di Satana si rivolteranno improvvisamente contro la falsa religione e la spazzeranno via (1 Tess.5:3). Babilonia la Grande uscirà di scena una volta per tutte. Vale senz'altro la pena di aspettare pazientemente questi avvenimenti epocali (Riv.18:8,10). w13 15/11 2:13, 14