venerdì 20 maggio 2016

sabato 6

Il solido fondamento di Dio rimane in piedi, avendo questo suggello: "Geova conosce quelli che gli appartengono", e: "Chiunque nomina il nome di Geova rinunci all'ingiustizia" (2 Tim. 2:19)



Ai giorni dell'apostolo Paolo, alcuni sedicenti cristiani avevano adottato falsi insegnamenti, pur continuando a far parte della congregazione. A un osservatore superficiale la differenza tra questi apostati e gli altri cristiani poteva non essere evidente. Ma la loro apostasia rappresentava un pericolo, perché questi lupi in manto da pecora avevano iniziato a "[sovvertire] la fede di alcuni" (2 Tim. 2:16-18). Paolo era sicuro che Geova fosse in grado di riconoscere l'adorazione ipocrita ed era altrettanto convinto che sapesse identificare quelli che gli ubbidiscono. Palesò questa sua ferma convinzione quando sotto ispirazione scrisse a Timoteo. Dopo aver menzionato i danni spirituali che quegli apostati stavano già causando ad alcuni nella congregazione, scrisse le parole della scrittura di oggi. w14 15/7 1:3, 4

venerdì 5

Dio non dimora in templi fatti con mani (Atti 17:24)



Ha davvero senso cercare Dio? Sì, visto che egli vuole farsi trovare da noi. L'apostolo Paolo lo disse chiaramente quando diede testimonianza a una folla radunata sull'Areopago, da cui si vedeva il Partenone, tempio dedicato ad Atena, dea protettrice dell'antica Atene. Immaginate di trovarvi là e di udire Paolo che parla dell'"Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso", il quale, dice, "non dimora in templi fatti con mani". Poi aggiunge che "ha fatto da un solo uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull'intera superficie della terra, e ha decretato i tempi fissati e i limiti stabiliti della dimora degli uomini, perché cerchino Dio, se possono andare come a tastoni e realmente trovarlo, benché, in effetti, non sia lontano da ciascuno di noi" (Atti 17:25-27). Pertanto è possibile trovare Dio. Più di sette milioni e mezzo di testimoni di Geova ci sono riusciti, e lo amano di cuore. w14 15/6 1:5

giovedì 4

Quando qualcuno risponde a una questione prima di averla udita, questo da parte sua è stoltezza e umiliazione (Prov. 18:13)



Prima di spiegare nel dettaglio cosa insegna la Bibbia su un certo argomento, sarebbe meglio scoprire in cosa crede veramente il nostro interlocutore, altrimenti potremmo perdere un sacco di tempo a confutare un'idea in cui nemmeno credeva (1 Cor. 9:26). Domande fatte con tatto ci permettono di scoprire perché una persona ha una certa opinione. Per esempio, quando nel ministero qualcuno ci dice di non credere in Dio, la nostra prima reazione potrebbe essere quella di concludere che è stato influenzato da teorie come l'evoluzione (Sal. 10:4). Alcuni, però, non hanno più fede in Dio a motivo delle tante sofferenze viste o subite in prima persona. Hanno difficoltà a conciliare le sofferenze con l'esistenza di un Creatore amorevole. Domande ben ponderate ci permetteranno di stabilire il modo migliore per aiutare il nostro interlocutore a livello spirituale (Prov. 20:5). w14 15/5 1:3, 5

mercoledì 3

Non fate nulla per contenzione o egotismo, ma con modestia di mente, considerando che gli altri siano superiori a voi (Filip. 2:3)



Cos'è l'umiltà? In questo mondo dominato dall'orgoglio, alcuni possono pensare che l'umiltà sia indice di debolezza o di mancanza di autostima. Spesso, però, è vero l'esatto contrario: per mostrare umiltà ci vogliono forza e coraggio. L'umiltà è stata definita come l'atteggiamento opposto all'orgoglio e all'arroganza. Nelle Scritture Greche Cristiane la parola tradotta "umiltà" può essere resa "modestia di mente". Tutto parte dal modo in cui consideriamo noi stessi. "Umiltà è essere consapevoli di quanto piccoli siamo di fronte a Dio", afferma un dizionario biblico. Mostrarci davvero umili agli occhi di Dio ci impedirà di sentirci superiori agli altri (Rom. 12:3). Per gli esseri umani imperfetti non è facile coltivare umiltà. Ma possiamo imparare a essere umili se riflettiamo sulla posizione che abbiamo di fronte a Dio e se seguiamo le orme di suo Figlio. w15 15/2 1:4

martedì 2

Mosè scelse di essere maltrattato col popolo di Dio piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato (Ebr. 11:24, 25)



Grazie agli occhi della fede Mosè capì che il "godimento del peccato" era effimero. Qualcun altro avrebbe potuto pensare che l'Egitto, benché imbevuto di idolatria e spiritismo, era comunque diventato una potenza mondiale, mentre i servitori di Dio erano schiavi. Mosè però sapeva che Geova poteva cambiare le cose. Per quanto quelli che indulgevano nei piaceri sembrassero godersi la vita, era sicuro che alla fine avrebbero pagato lo scotto delle loro azioni. Così non si fece ingannare dal "temporaneo godimento del peccato". Come possiamo resistere al "temporaneo godimento del peccato"? Non dimentichiamo mai che il piacere che ne deriva è fugace. Usiamo gli occhi della fede per vedere come "il mondo passa e pure il suo desiderio" (1 Giov. 2:15-17). Riflettiamo sul futuro di quelli che peccano senza pentirsi (Sal. 73:18, 19). Quando siamo tentati di commettere un peccato, chiediamoci: "Che futuro voglio per me?" w14 15/4 1:2, 4, 5

lunedì 1

Hai nascosto queste cose ai saggi e agli intellettuali e le hai rivelate ai bambini (Matt. 11:25)



Naturalmente Gesù non intendeva dire che i suoi discepoli fossero dei bambini in senso letterale. Apparivano tali se paragonati alle persone colte e intellettuali, che erano sagge ai propri occhi. Cosa ancora più importante, Gesù insegnò ai suoi seguaci a essere come bambini, cioè umili e ricettivi (Matt. 18:1-4). Di che beneficio fu per loro l'umiltà? Per mezzo dello spirito santo Geova li aiutò ad afferrare importantissime verità spirituali. I saggi e gli intellettuali che li schernivano, invece, erano accecati da Satana e dalla loro presunzione. Non sorprende che Gesù fosse così felice! Vedere il modo in cui Geova aveva rivelato profonde verità spirituali a persone umili di ogni sorta, a prescindere dalla loro istruzione o dalle doti intellettuali, lo riempiva di gioia. Era felice che suo Padre avesse approvato questo modo di insegnare. w15 15/3 1:2, 3

domenica 31

Dico queste cose come il Padre mi ha insegnato (Giov. 8:28)



I figli di Noè aiutarono il padre a costruire l'arca e poi vi entrarono (Gen. 7:1, 7). Avendo apprezzato ciò che avevano ricevuto da lui, ebbero il privilegio di contribuire alla salvezza del genere umano e al ristabilimento della vera adorazione su una terra purificata (Gen. 8:20; 9:18, 19). Nel 617 a.E.V. Hanania, Misael, Azaria e Daniele furono portati a Babilonia. Si sarebbero potuti inserire senza alcuna difficoltà in quell'ambiente. Ma non lo fecero. Dal modo in cui agirono è evidente che non dimenticarono la loro eredità, ciò che era stato loro insegnato. I quattro furono riccamente benedetti per essersi attenuti alle verità spirituali imparate da piccoli (Dan. 1:8, 11-15, 20). Gesù ricevette molto da suo Padre e apprezzò davvero ciò che gli fu insegnato. Inoltre era suo desiderio che anche altri beneficiassero di ciò che aveva imparato (Luca 4:18, 43). Aiutò i suoi ascoltatori a comprendere il bisogno di 'non far parte del mondo' (Giov. 15:19). w14 15/12 4:9-11

sabato 30

Guarda in alto, suvvia, nei cieli e conta le stelle, se sei in grado di contarle. Così diverrà il tuo seme (Gen. 15:5)



Come dovettero essere rassicuranti queste parole per Abraamo! Ogni volta che avesse alzato la testa e osservato il cielo stellato si sarebbe ricordato della promessa che Geova gli aveva fatto di moltiplicare il suo seme. E in effetti, al tempo stabilito da Dio, Abraamo ebbe un erede, proprio come gli era stato promesso (Gen. 21:1, 2). Come Abraamo, anche noi attendiamo l'adempimento delle promesse di Dio (2 Piet. 3:13). Se non teniamo la mente rivolta alle cose di sopra, potrebbe sembrarci che tale adempimento ritardi e il nostro zelo per le attività spirituali potrebbe affievolirsi. Per esempio, se in passato avete fatto sacrifici per fare i pionieri o per svolgere altre forme di servizio, siete da lodare. Ma che dire di ora? Ricordate che Abraamo tenne a mente "la città che ha reali fondamenta" (Ebr. 11:10). "Esercitò fede in Geova e gli fu attribuito a giustizia" (Rom. 4:3). w14 15/10 4:8, 9

venerdì 29

Prestate attenzione a ciò che udite (Mar. 4:24)



Il mondo è talmente saturo di idee e insegnamenti religiosi contrastanti che molti pensano sia inutile cercare la vera religione. Geova, però, ha reso la sua guida molto chiara per quelli che sono disposti ad avvalersene. In pratica, siamo noi a dover decidere a chi dare ascolto. Poiché è quasi impossibile ascoltare due voci contemporaneamente, abbiamo bisogno di 'conoscere la voce' di Gesù e prestargli ascolto: è lui che Geova ha costituito sulle proprie pecore (Giov. 10:3-5). I consigli di Geova sono chiari e giusti, ma da parte nostra è necessario prestarvi attenzione e ascoltarli preparando il nostro cuore per riceverli. Se non siamo cauti, potremmo prestare orecchio al malvagio consiglio di Satana invece che a quello amorevole di Dio. Non permettiamo mai che musica, video, spettacoli televisivi, libri, compagnie, educatori o cosiddetti esperti del mondo controllino la nostra vita (Col. 2:8). w14 15/8 4:6, 7

giovedì 28

Ero mandriano e pungitore di fichi di sicomori (Amos 7:14)



Come dimostra il caso del profeta Amos, Geova notò il potenziale di un suo servitore, anche se a molti questi poteva apparire un individuo insignificante o assolutamente comune. L'impavida risposta che Amos diede al corrotto sacerdote Amazia confermò oltre ogni dubbio che Geova aveva scelto la persona giusta e che poteva valorizzare in lui qualità che non erano a prima vista così evidenti (Amos 7:12, 13, 16, 17). È proprio vero: Geova nota il potenziale di ogni suo servitore. In un'occasione assicurò al re Davide che lo avrebbe sempre guidato 'col suo occhio su di lui' (Sal. 32:8). Sapere questo non ci incoraggia? Anche se abbiamo poca fiducia in noi stessi, Geova può aiutarci a superare i limiti che riteniamo di avere e a raggiungere obiettivi che pensavamo fuori dalla nostra portata. Proprio come un istruttore di arrampicata osserva attentamente un rocciatore alle prime armi per aiutarlo a trovare gli appigli migliori, Geova desidera guidarci nel nostro progresso spirituale. w14 15/6 4:6-8

mercoledì 27

Ci sarà grande tribolazione come non è accaduta dal principio del mondo fino ad ora, no, né accadrà più (Matt. 24:21)



In merito alla sua presenza invisibile e al termine del sistema di cose, Gesù disse le parole riportate sopra. Questa tribolazione senza precedenti avrà inizio quando Geova si servirà delle potenze politiche per distruggere "Babilonia la Grande", l'impero mondiale della falsa religione (Riv. 17:3-5, 16). E poi cosa accadrà? Dopo l'annientamento della falsa religione, Satana e vari elementi del suo mondo attaccheranno i servitori di Geova. Per esempio, a proposito di "Gog del paese di Magog" le Scritture predicono: "Verrai come una bufera. Sarai come nuvole per coprire il paese, tu e tutte le tue schiere e molti popoli con te". Dal momento che i Testimoni di Geova non hanno un esercito e sono le persone più pacifiche al mondo, sembreranno essere un facile bersaglio. Ma attaccarli si rivelerà un grave errore (Ezec. 38:1, 2, 9-12). w14 15/5 4:2, 3

martedì 26

Se ti volgi per fare il bene, non ci sarà un'esaltazione? Ma se non ti volgi per fare il bene, il peccato è in agguato all'ingresso, e la sua brama è verso di te (Gen. 4:7)



Tutti gli avvertimenti che Geova dà sono autentiche prove della sua amorevole e vigile cura nei confronti di ognuno di noi. È vero, la Bibbia esiste da secoli, le pubblicazioni preparate dalla sua organizzazione vengono scritte a beneficio di milioni di persone e i consigli che riceviamo alle adunanze sono rivolti all'intera congregazione. Eppure, in tutti questi casi Geova invita ognuno di noi a prestare ascolto alla sua Parola per aiutarci a correggere le nostre inclinazioni. Perciò si può dire che quella che riceviamo da lui è amorevole cura a livello personale. Per fare tesoro degli avvertimenti di Dio dobbiamo innanzitutto comprendere che si interessa sinceramente di noi. Poi dobbiamo mettere in pratica la sua Parola sforzandoci di eliminare qualunque pensiero gli dispiaccia (Isa. 55:6, 7). Se ascoltiamo le raccomandazioni che ci vengono date, ci risparmieremo molte sofferenze. w14 15/4 5:4, 6, 7

lunedì 25

In quanto l'avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me (Matt. 25:40)



All'inizio del suo discorso riportato in Matteo capitoli 24 e 25, Gesù indicò che il segno della sua presenza avrebbe incluso una caratteristica notevole: la buona notizia del Regno sarebbe stata "predicata in tutta la terra abitata" (Matt. 24:14). E poco prima di parlare delle pecore e dei capri aveva narrato la parabola dei talenti. Gesù pronunciò quella parabola per imprimere nella mente dei suoi discepoli unti con lo spirito, i suoi "fratelli", l'importanza di partecipare con zelo all'opera di predicazione. Tuttavia, l'esiguo numero di unti rimasti sulla terra durante la presenza di Gesù ha di fronte una sfida enorme: predicare "a tutte le nazioni" prima che venga la fine. La parabola delle pecore e dei capri mostra che gli unti avrebbero ricevuto un aiuto. Pertanto, uno dei modi principali in cui coloro che sono giudicati pecore mostrano benignità nei confronti dei fratelli di Cristo è sostenendoli nell'opera di predicazione. w15 15/3 4:9, 10

domenica 24

Raccolsero gli eccellenti in vasi, ma gli inadatti li gettarono via (Matt. 13:48)



Comprendere la lezione contenuta in questa parabola ci aiuterà a evitare di rimanere eccessivamente turbati o delusi se una persona che studia la Bibbia o un nostro figlio non fa propria la verità. Questo potrebbe succedere nonostante i nostri migliori sforzi. Il fatto che una persona accetti uno studio biblico o cresca in una famiglia di cristiani non garantisce di per sé che stringerà un'intima relazione con Geova. A chi non è disposto a sottomettersi al dominio di Geova non sarà permesso di far parte del Suo popolo. Questo significa forse che chi ha lasciato la verità non potrà mai più rientrare a far parte della congregazione? O che coloro che non hanno dedicato la propria vita a Geova saranno considerati per sempre "inadatti"? No, per tutti loro c'è ancora l'opportunità di diventare amici di Geova prima dello scoppio della grande tribolazione. È come se Geova li esortasse con le parole: "Tornate a me, e certamente io tornerò a voi" (Mal. 3:7). w14 15/12 2:9, 11, 12

sabato 23

Certamente porrò la mia faccia contro l'anima che mangia il sangue, e in realtà la stroncherò di fra il suo popolo (Lev. 17:10)



Geova comandò agli israeliti di non mangiare "qualsiasi sorta di sangue". Astenersi dal sangue, umano o animale, è anche un requisito cristiano (Atti 15:28, 29). Rabbrividiamo al solo pensiero che Dio 'ponga la sua faccia contro di noi' e ci allontani dalla sua congregazione. Noi lo amiamo e vogliamo ubbidirgli. Anche in una situazione di vita o di morte, siamo determinati a non cedere a suppliche e richieste di coloro che non lo conoscono e a cui non interessa ubbidirgli. Sappiamo che potremmo essere scherniti perché ci asteniamo dal sangue, ma noi vogliamo ubbidire a Dio (Giuda 17, 18). Riusciamo a capire perché Geova ci comanda di non mangiare "qualsiasi sorta di sangue"? Afferriamo il motivo per cui Dio considera sacro il sangue? Sostanzialmente per lui il sangue è la vita (Gen. 9:4). w14 15/11 2:10, 14

venerdì 22

Non come il patto che conclusi con i loro antenati, "il quale mio patto essi stessi infransero" (Ger. 31:32)



Quali analogie ci sono tra il patto della Legge e il nuovo patto? Il primo era stipulato tra Geova e l'Israele naturale; il secondo tra Geova e l'Israele spirituale. Mosè era il mediatore del patto della Legge; Gesù è il Mediatore del nuovo patto. Il patto della Legge fu convalidato con sangue animale; il nuovo patto con il sangue versato da Gesù. La nazione di Israele sotto il patto della Legge era guidata da Mosè; quelli inclusi nel nuovo patto sono guidati da Gesù, il Capo della congregazione (Efes. 1:22). Che relazione c'è tra il nuovo patto e il Regno? Il patto produce una nazione santa i cui componenti hanno il privilegio di divenire re e sacerdoti nel Regno celeste. Questa nazione costituisce la parte secondaria del seme di Abraamo (Gal. 3:29). Pertanto, il nuovo patto avvalora il patto abraamico. w14 15/10 2:7, 12, 13

giovedì 21

Vivo mediante la fede verso il Figlio di Dio, che mi amò e si consegnò per me (Gal. 2:20)



Come possiamo contrastare lo scoraggiamento? Uno dei modi più efficaci per riuscirci è meditare sul riscatto, cosa che faceva anche l'apostolo Paolo. A volte si sentiva un "misero uomo" (Rom. 7:24). Ma sapeva che Cristo era morto, non per persone perfette, bensì per i peccatori come lui. Paolo riconosceva che il riscatto si applicava a livello personale anche a lui. Vedere il riscatto come un dono personale da parte di Geova può aiutare in maniera straordinaria anche noi. Questo non vuol dire che lo scoraggiamento sparirà all'istante. In una certa misura alcuni potranno dover lottare contro questo attacco subdolo fino al nuovo mondo. Ma non dimentichiamo che saranno quelli che non si daranno per vinti a ricevere il premio. Siamo sempre più vicini al giorno glorioso in cui il Regno di Dio stabilirà la pace e riporterà tutti gli esseri umani fedeli alla perfezione. Dimostriamoci dunque determinati a entrare in questo Regno, anche se attraverso molte tribolazioni. w14 15/9 2:20, 21

mercoledì 20

Faccio tutto per amore della buona notizia, per divenirne partecipe con altri (1 Cor. 9:23)



Paolo desiderava con tutto sé stesso raggiungere "il maggior numero di persone" possibile nel suo ministero (1 Cor. 9:19-22). La sua speranza era di 'guadagnare i giudei, quelli sotto la legge, quelli senza legge e i deboli'. Voleva parlare "a persone di ogni sorta, per salvare a tutti i costi alcuni" (Atti 20:21). Come possiamo imitare lo spirito di Paolo quando ci prepariamo a parlare della verità a "ogni sorta di uomini" del nostro territorio? (1 Tim. 2:3, 4). Ogni mese Il ministero del Regno suggerisce delle presentazioni che facciamo bene a usare. Se però a livello locale ci sono altri argomenti che stanno a cuore alla gente, prepariamo delle presentazioni interessanti su quei temi. Pensiamo alla nostra zona, alle persone che ci vivono e a cosa le preoccupa maggiormente. Poi scegliamo un passo biblico adatto alle loro necessità. w14 15/8 2:14, 15

martedì 19

Fuggi i desideri propri della giovinezza (2 Tim. 2:22)



Quando siamo chiamati a proteggere la nostra amicizia con Geova, dobbiamo agire con prontezza e risolutezza. È questo lo spirito del monito che Paolo diede con le parole riportate sopra. All'epoca Timoteo era ormai adulto, avendo probabilmente passato la trentina. Ma non sempre gli insensati "desideri propri della giovinezza" nascono solo in chi è più giovane. Timoteo doveva quindi 'fuggirli' ogniqualvolta si fossero presentati; in altre parole, doveva "[rinunciare] all'ingiustizia" (2 Tim. 2:19). Gesù stava affermando qualcosa di simile quando disse: "Se il tuo occhio ti fa inciampare, cavalo e gettalo via da te" (Matt. 18:9). Oggi i cristiani che fanno tesoro della sua esortazione agiscono con risolutezza davanti a una minaccia alla propria spiritualità, senza tentennare o perdere tempo. Alcuni Testimoni che prima di conoscere la verità avevano problemi con l'alcol hanno deciso di astenersi del tutto dalle bevande alcoliche. Altri evitano certi divertimenti che non sono di per sé sbagliati ma possono risvegliare qualche debolezza morale (Sal. 101:3). w14 15/7 2:18, 19

lunedì 18

L'amore è longanime e benigno (1 Cor. 13:4)



Mettendo in pratica ciò che Paolo scrisse riguardo all'amore, ci eviteremo molti problemi, saremo felici e riceveremo le benedizioni di Dio (1 Cor. 13:4-8). Proprio come Dio è longanime, o paziente, e benigno nei suoi rapporti con gli esseri umani imperfetti, anche noi dobbiamo manifestare pazienza e benignità agli altri quando fanno degli errori e agiscono in modo sconsiderato o persino maleducato. "L'amore non è geloso": il vero amore ci impedirà di nutrire un indebito desiderio di ciò che è del nostro prossimo, sia che si tratti di un privilegio nella congregazione o di altro. Inoltre, se abbiamo amore non ci vanteremo né ci gonfieremo d'orgoglio. Dopotutto, "gli occhi alteri e il cuore arrogante, la lampada dei malvagi, sono peccato" (Prov. 21:4). L'amore "non si comporta indecentemente" nei confronti del prossimo. Pertanto ci spingerà a non mentire agli altri, a non rubare e a non fare alcuna cosa che possa violare le leggi e i princìpi di Geova. Grazie all'amore, inoltre, non ci preoccuperemo solo di noi stessi, ma saremo attenti anche ai bisogni altrui (Filip. 2:4). w14 15/6 2:14-16

domenica 17

Ciascuno continui a cercare non il proprio vantaggio, ma quello altrui (1 Cor. 10:24)



La maggior parte di noi cristiani ha una vita molto piena, pertanto stabiliamo cos'ha la precedenza e ci programmiamo con cura (Efes. 5:16; Filip. 1:10). Se succede qualcosa che scombina i nostri piani, è facile che ci irritiamo. Perciò apprezziamo chi mostra rispetto per il nostro tempo e i nostri impegni essendo ragionevole nella scelta del momento in cui contattarci e non trattenendosi troppo a lungo. E noi, tenendo conto della regola aurea, come possiamo avere la stessa considerazione nel ministero? (Matt. 7:12). Dobbiamo cercare di capire qual è il momento migliore per fare visita alle persone. Quand'è che sono a casa di solito? Quando saranno più disposte ad ascoltarci? In alcune zone i migliori risultati nella predicazione di casa in casa si ottengono nel tardo pomeriggio o nelle prime ore della sera. Se è così anche nella nostra zona, non potremmo svolgere almeno parte del nostro servizio di casa in casa in questa fascia oraria? w14 15/5 2:11, 12

sabato 16

Nel caso che tu abbia avvertito qualcuno malvagio ed egli realmente non si ritrae dalla sua malvagità e dalla sua via malvagia, egli stesso morirà per il suo errore; ma in quanto a te, avrai liberato la tua propria anima (Ezec. 3:19)



I veri cristiani hanno già l'amicizia di Geova e la speranza della vita eterna. Si rendono comunque conto che è loro responsabilità "avvertire il malvagio perché si ritragga dalla sua malvagia via per conservarlo in vita" (Ezec. 3:17, 18). Ovviamente non svolgono il ministero solo per evitare di incorrere nella colpa del sangue. Amano Geova e il prossimo. Gesù illustrò il vero significato dell'amore e della misericordia nella sua parabola del buon samaritano. Chiediamoci: "Al pari del samaritano, sono 'mosso a pietà'? Questo mi spinge a dare testimonianza?" Di certo non vorremmo mai comportarci come il sacerdote e il levita, accampando scuse e "[passando] oltre dal lato opposto" (Luca 10:25-37). La fede nelle promesse di Dio e l'amore per il prossimo ci motiveranno a partecipare il più possibile all'opera di predicazione prima che sia troppo tardi. w14 15/4 2:14

venerdì 15

A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro ancora uno (Matt. 25:15)



Nella parabola dei talenti Gesù illustra con chiarezza un obbligo dei suoi seguaci unti. È importante comprendere il significato di questa parabola perché riguarda tutti i veri cristiani, che abbiano la speranza della ricompensa celeste o terrena. La parabola dei talenti costituisce parte della risposta di Gesù ai suoi discepoli circa "il segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose" (Matt. 24:3). Pertanto, si riferisce ai nostri giorni ed è parte del segno che identifica la presenza di Gesù e il suo dominio quale Re. Quella dei talenti è una delle quattro parabole collegate tra loro riportate in Matteo da 24:45 a 25:46. Anche le altre tre, ovvero quella dello schiavo fedele e discreto, quella delle dieci vergini e quella delle pecore e dei capri, furono pronunciate da Gesù nel rispondere alla domanda circa il segno della sua presenza. w15 15/3 3:1-3

giovedì 14

Il cibo solido è per le persone mature, per quelli che mediante l'uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male (Ebr. 5:14)



Il discernimento è sinonimo di buon senso, cioè la capacità di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e poi di prendere la decisione più saggia. Secondo un'opera di consultazione è un "criterio di valutazione, sul piano morale o intellettuale" (Vocabolario della lingua italiana di Devoto-Oli). Il cristiano che ha discernimento parla e agisce in modi graditi a Dio. Sceglie parole che possano edificare gli altri anziché ferirli (Prov. 11:12, 13). È "lento all'ira" (Prov. 14:29). "Cammina diritto" e rimane sulla strada che porta alla vita (Prov. 15:21). Come possiamo acquistare discernimento? Studiando la Parola di Dio e mettendo in pratica quello che impariamo (Prov. 2:1-5, 10, 11). È particolarmente utile considerare la vita di Gesù, il più grande esempio di discernimento di tutti i tempi. w15 15/2 2:10

mercoledì 13

Chiunque continua a guardare una donna in modo da provare passione per lei ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Matt. 5:28)



Spesso tutto parte dagli occhi (2 Piet. 2:14). Molti cristiani che sono caduti in una condotta errata hanno indebolito le loro difese morali leggendo testi a sfondo erotico, guardando materiale pornografico o altri contenuti sordidi su Internet. Alcuni hanno guardato film, programmi televisivi o spettacoli teatrali sessualmente espliciti. Altri sono andati in night club, hanno assistito a spettacoli di spogliarello o hanno frequentato appositi centri per farsi fare massaggi sensuali. In un mondo privo di qualsiasi ritegno e che si abbandona a ogni sorta di immoralità, è fin troppo facile per un cuore ingannevole e difficile da correggere sviluppare sentimenti romantici per una persona che non è il proprio coniuge (Ger. 17:9, 10). Gesù disse: "Dal cuore vengono malvagi ragionamenti, assassinii, adultèri, fornicazioni" (Matt. 15:19). w15 15/1 4:4, 5

martedì 22

Faccio un patto con voi (Luca 22:29)



A differenza degli altri patti in cui Geova è uno dei contraenti, il patto del Regno fu stipulato in prima persona da Gesù con i suoi seguaci unti. Gli undici apostoli fedeli 'avevano perseverato con Gesù nelle sue prove'. Questo patto garantiva loro che sarebbero stati con lui in cielo e si sarebbero seduti su troni per essere re e sacerdoti (Luca 22:28, 30). Ma non sarebbero stati gli unici ad avere questo privilegio. Il glorificato Gesù apparve in visione all'apostolo Giovanni e gli disse: "A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono" (Riv. 3:21). Se ne deduce che il patto del Regno è stato concluso con i 144.000 cristiani unti (Riv. 5:9, 10; 7:4). w14 15/10 2:15, 16 - Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 12 nisan) Marco 14:1, 2, 10, 11; Matteo 26:1-5, 14-16

lunedì 21

Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue (1 Cor. 11:25)



Coloro che legittimamente prendono gli emblemi alla Commemorazione sono assolutamente sicuri di essere contraenti del nuovo patto. Dio ha concluso il nuovo patto con gli israeliti spirituali (Gal. 6:15, 16). Questo patto è stato convalidato dal sacrificio di Cristo ed è stato reso operativo mediante il suo sangue versato (Luca 22:20). Gesù è il Mediatore del nuovo patto e i leali unti, che ne sono una parte contraente, ricevono un'eredità celeste (Ebr. 8:6; 9:15). Chi ha il diritto di prendere gli emblemi alla Commemorazione sa di essere stato introdotto anche nel patto del Regno (Luca 12:32). Grazie a questo patto, gli unti fedeli governeranno con Cristo per sempre in qualità di re celesti (Riv. 22:5). w15 15/1 2:14, 15 - Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 11 nisan) Marco 11:20-12:27, 41-44

domenica 20

Il Figlio dell'uomo è venuto per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti (Matt. 20:28)



In che modo questo riscatto avrebbe riequilibrato la bilancia della giustizia? (1 Tim. 2:5, 6). Come essere umano perfetto, Gesù aveva prospettive simili a quelle di Adamo prima che peccasse. Il proposito di Geova era riempire la terra con la progenie perfetta di Adamo. Pertanto, spinto dal profondo amore per suo Padre e per i discendenti di Adamo, Gesù cedette la propria vita umana in sacrificio. Proprio così: cedette una vita umana perfetta che corrispondeva a ciò che Adamo aveva perduto. Dopodiché Geova riportò in vita suo Figlio come essere spirituale (1 Piet. 3:18). Egli poté giustamente accettare il sacrificio di quell'unico uomo perfetto quale riscatto, o prezzo di acquisto, per ricomprare i componenti della famiglia umana e dare loro le stesse prospettive di vita che Adamo aveva perduto. In un certo senso, Gesù prese il suo posto (1 Cor. 15:45). w14 15/9 4:11, 12 - Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 10 nisan) Marco 11:12-19

sabato 19

Imparate da me, poiché io sono d'indole mite e modesto di cuore (Matt. 11:29)



Durante il suo ministero terreno, Gesù parlò e si comportò in modo tale da dimostrare autentica umiltà. Non richiamò mai indebita attenzione su di sé. Al contrario, diede tutta la gloria a suo Padre (Mar. 10:17, 18; Giov. 7:16). Non fu mai arrogante con i suoi discepoli né li fece mai sentire inferiori. Piuttosto li onorò, lodandoli per il buono che vedeva in loro ed esprimendo fiducia nei loro confronti (Luca 22:31, 32; Giov. 1:47). Gesù mostrò straordinaria umiltà essendo ubbidiente (Filip. 2:5-8). A differenza di quelli che arrogantemente disprezzano l'ubbidienza, Gesù si sottomise umilmente alla volontà di Dio per lui, mostrandosi "ubbidiente fino alla morte". Non c'è alcun dubbio che Gesù, il Figlio dell'uomo, era "modesto di cuore". w15 15/2 1:7 - Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 9 nisan) Marco 11:1-11

venerdì 18

Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Giov. 1:29)



Gesù spiegò che "non [era] venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti" (Matt. 20:28). I "molti" che avrebbero tratto beneficio dal suo riscatto non sarebbero stati solo gli ebrei pentiti. È infatti volontà di Dio che "ogni sorta di uomini siano salvati", dato che il riscatto "toglie il peccato del mondo" (1 Tim. 2:4-6). I primi discepoli di Gesù ebbero il coraggio necessario per continuare a rendergli testimonianza? Certo! (Atti 5:30-32). Circa 27 anni dopo la Pentecoste del 33, si poteva dire che "l'annuncio della verità [della] buona notizia" aveva raggiunto ebrei e gentili "in tutta la creazione che [era] sotto il cielo" (Col. 1:5, 23). w14 15/7 4:7, 8 - Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti dopo il tramonto: 9 nisan) Marco 14:3-9

giovedì 17

Con modestia di mente considerate gli altri superiori a voi (Filip. 2:3)



Di sicuro apprezziamo che chi ci contatta dica, con le dovute maniere ma chiaramente, cosa vuole. Come possiamo avere lo stesso riguardo per quelli a cui ci rivolgiamo nel ministero? In molti territori è necessario che spieghiamo espressamente al padrone di casa il motivo della nostra visita. È vero che abbiamo delle preziose informazioni che lui non conosce, ma pensiamo a cosa succederebbe se invece di presentarci ci introducessimo bruscamente con una domanda del tipo: "Se potesse risolvere uno dei problemi che affliggono l'umanità, quale sceglierebbe?" Per quanto noi sappiamo che lo scopo della domanda è capire cosa pensa per poi portare la conversazione sulla Bibbia, il nostro interlocutore potrebbe chiedersi: "E questo chi è? Perché mi sta facendo questa domanda? Cosa vuole da me?" Perciò è importante che lo mettiamo a suo agio. Ma come si fa? Dobbiamo adeguare il nostro approccio alle abitudini di chi vive nel territorio. w14 15/5 2:14-16

mercoledì 16

Andrò su quelli che dimorano al sicuro (Ezec. 38:11)



Presto la nostra vita sembrerà in pericolo. Quando la grande tribolazione raggiungerà il suo culmine, i governi di questo mondo avranno già devastato e distrutto una volta per tutte organizzazioni religiose ben più grandi della nostra (Riv. 17:16). Geova descrisse profeticamente la nostra condizione di vulnerabilità come un 'paese di aperta campagna, senza mura, e nemmeno sbarra e porte' (Ezec. 38:10-12, 14-16). Ai nostri occhi sembrerà non esserci alcuna possibilità di sopravvivenza. Cosa faremo in quel momento? Non dovremo farci spaventare da ciò che accadrà, perché questo attacco è stato predetto da Geova, che ne ha anche indicato l'esito: "'E deve accadere in quel giorno, nel giorno in cui Gog verrà sul suolo d'Israele', è l'espressione del Sovrano Signore Geova, 'che il mio furore mi salirà al naso. E nel mio ardore, nel fuoco del mio furore, dovrò parlare'" (Ezec. 38:18-23). Dio allora eliminerà tutti coloro che vogliono fare del male al suo popolo. w14 15/4 2:17, 18

martedì 15

È come quando un uomo, in procinto di fare un viaggio all'estero, chiamò i suoi schiavi e affidò loro i suoi averi (Matt. 25:14)



L'uomo, o signore, di questa parabola è Gesù. Egli fece un viaggio all'estero quando ascese al cielo nel 33. In una parabola precedente, Gesù aveva rivelato che lo scopo del suo viaggio all'estero era di "assicurarsi il potere reale" (Luca 19:12). Gesù però non si assicurò immediatamente il pieno potere del Regno quando tornò in cielo. Invece "si mise a sedere alla destra di Dio, aspettando quindi fino a che i suoi nemici fossero posti a sgabello dei suoi piedi" (Ebr. 10:12, 13). L'uomo menzionato nella parabola possedeva otto talenti: una vera e propria fortuna a quei tempi. Ai giorni di Gesù, un talento corrispondeva a circa 6.000 denari. Tenendo conto che il salario giornaliero era di un denaro, l'operaio medio avrebbe dovuto lavorare più o meno 20 anni per guadagnare un solo talento. Prima di andare all'estero, l'uomo distribuì i talenti ai suoi schiavi aspettandosi che li facessero fruttare durante la sua assenza. w15 15/3 3:4, 5

lunedì 14

La vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale (Col. 4:6)



Le conversazioni con i nostri compagni di fede dovrebbero edificare, non abbattere (Efes. 4:29). E quando parliamo ad altri del Regno di Dio usiamo espressioni 'condite con sale'. Cerchiamo di comprendere i bisogni e gli interessi del padrone di casa e poi ci esprimiamo di conseguenza. Spesso le parole gentili e amichevoli ci permettono di intavolare belle conversazioni e di toccare il cuore degli ascoltatori. Inoltre, ci sforziamo di far sì che sia la Bibbia a spiegare le cose in cui crediamo. Per questo motivo la citiamo quale autorità e, ogni volta che è possibile, leggiamo direttamente dalle sue pagine. Riconosciamo che quello che dice la Bibbia è di gran lunga più efficace di qualsiasi cosa possiamo dire noi (Ebr. 4:12). Il discernimento ci permette di controllare il nostro spirito e di essere 'lenti all'ira' (Giac. 1:19). Se qualcuno ci offende ci sforziamo di capire cosa c'è dietro le sue parole o azioni. Una simile perspicacia può farci calmare e ci aiuta a "passare sopra alla trasgressione" (Prov. 19:11). w15 15/2 2:15, 16

domenica 13

Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio (Rom. 8:16)



Se sei un cristiano unto, senz'altro menzioni spesso la speranza celeste nelle tue preghiere personali. Quando la Bibbia parla di essere "promessi in matrimonio" allo Sposo celeste, Gesù Cristo, applichi queste parole a te e non vedi l'ora di divenire parte della "sposa" di Cristo (2 Cor. 11:2; Giov. 3:27-29; Riv. 21:2, 9-14). Quando nella sua Parola Dio esprime amore per i suoi figli spirituali, percepisci quelle parole come rivolte a te. E quando la Parola di Dio dà istruzioni ai suoi figli spirituali, lo spirito santo ti spinge a ubbidire e a dire in cuor tuo: "Questo si applica a me". Perciò, lo spirito di Dio e il tuo spirito si uniscono nel rendere testimonianza che hai la speranza di vivere in cielo. D'altro canto, se fai parte della "grande folla" di "altre pecore", Dio ti ha dato la speranza di vivere sulla terra (Riv. 7:9; Giov. 10:16). Il tuo desiderio è quello di vivere per sempre nel Paradiso, e provi gioia meditando su quanto la Bibbia dice in merito alla vita futura sulla terra. w15 15/1 2:16-18

sabato 12

Quando è cresciuto, il granello di senape è il più grande degli ortaggi e diviene un albero (Matt. 13:32)



Nella parabola di Gesù, il granello di senape rappresenta sia il messaggio del Regno sia il risultato della predicazione di tale messaggio: la congregazione cristiana. Proprio come il granello di senape è "il più piccolo di tutti i semi", nel 33 la congregazione cristiana ebbe piccoli inizi. Nel giro di pochi decenni, però, crebbe rapidamente (Col. 1:23). Tale crescita fu utile perché Gesù dice che "gli uccelli del cielo" furono in grado di trovare "dimora fra i suoi rami". Questi uccelli simbolici rappresentano persone giuste che, in senso spirituale, trovano cibo, ombra e riparo all'interno della congregazione cristiana. (Confronta Ezechiele 17:23.) Gesù si servì della crescita stupefacente del granello di senape per illustrare la capacità del Regno di Dio di espandersi, fornire protezione e superare ogni ostacolo. Dal 1914 la crescita della parte visibile dell'organizzazione di Dio è stata fenomenale! (Isa. 60:22). w14 15/12 1:7, 8

venerdì 11

Cristo fu messo a morte nella carne ma reso vivente nello spirito (1 Piet. 3:18)



Gli apostoli sapevano che la risurrezione di Gesù era diversa da quelle che l'avevano preceduta. Le persone risuscitate fino ad allora erano tornate in vita con il loro corpo fisico e in seguito erano morte di nuovo. Gesù invece era stato risuscitato con un corpo spirituale incorruttibile (Atti 13:34). Pietro scrisse che Gesù "è alla destra di Dio, poiché andò in cielo; e angeli e autorità e potenze gli furono sottoposti" (1 Piet. 3:18-22). Le risurrezioni precedenti erano state dei miracoli meravigliosi, ma quella di Gesù fu assolutamente impareggiabile. La risurrezione di Gesù ebbe un profondo effetto sui suoi discepoli. Non era più morto; era invece una potente persona spirituale per la quale nessun essere umano rappresentava più una minaccia. La sua risurrezione dimostrava che era il Figlio di Dio, e sapere questo trasformò l'immenso dolore in cui erano piombati i suoi discepoli in gioia incontenibile. Il loro timore, inoltre, lasciò il posto al coraggio. w14 15/11 1:5, 6

giovedì 10

Egli ti schiaccerà la testa (Gen. 3:15)



La promessa edenica non solo sottolineò il fatto che sarebbero stati eliminati sia l'istigatore della ribellione nel giardino di Eden che tutti gli effetti nefasti della sua azione, ma indicò anche il mezzo mediante il quale ciò sarebbe avvenuto. Chi avrebbe mostrato di essere il seme della donna? Poiché doveva schiacciare la testa del serpente, cioè 'ridurre a nulla' la creatura spirituale chiamata Satana il Diavolo, il seme avrebbe dovuto essere una persona spirituale (Ebr. 2:14). Pertanto, anche la donna che doveva dare vita al seme sarebbe stata di natura spirituale. La progenie del serpente divenne numerosa, ma l'identità della donna e del seme di lei rimase un mistero per quasi 4.000 anni. Nel frattempo, Geova fece vari patti che hanno reso possibile identificare il seme. Tramite questi patti, egli ha anche assicurato ai suoi servitori che avrebbe usato il seme per annullare gli effetti della disastrosa azione di Satana nei confronti della famiglia umana. w14 15/10 1:6-8

mercoledì 9

Mi sarete testimoni fino alla più distante parte della terra (Atti 1:8)



Sin dall'inizio del suo ministero, Gesù sottolineò l'importanza di proclamare la buona notizia del Regno di Dio. Scelse dodici discepoli affinché avessero una parte nel dare inizio a un ministero globale; in seguito, ne addestrò altri 70 (Luca 6:13; 10:1). Questi furono preparati per portare la buona notizia ad altri, prima di tutto agli ebrei. Poi accadde qualcosa di inaspettato: i seguaci di Gesù l'avrebbero portata anche a persone incirconcise delle nazioni. Che cambiamento dev'essere stato per quegli zelanti discepoli di estrazione ebraica! L'apostolo Pietro fu mandato a casa di Cornelio, un gentile incirconciso. Fu allora che comprese che Dio è imparziale. Cornelio e la sua famiglia furono battezzati. Il cristianesimo si stava espandendo, arrivando a includere un nuovo, vasto territorio, tanto che in tutte le nazioni le persone potevano udire la verità e accettarla (Atti 10:9-48). Il campo comprendeva ora il mondo intero. w14 15/9 1:5, 6

martedì 8

L'uomo ha dominato l'uomo a suo danno (Eccl. 8:9)



Alcune delle peggiori atrocità mai commesse sono state perpetrate contro le donne. A livello mondiale circa una donna su tre riferisce di aver subìto aggressioni da parte del marito o del compagno. In alcune società i figli maschi sono preferiti alle femmine perché si pensa che una volta adulti perpetueranno il nome della famiglia e si prenderanno cura dei genitori anziani e dei nonni. In certi paesi la nascita di una bambina è un evento indesiderato, e tramite l'aborto vengono eliminate molte più femmine che maschi. È fuor di dubbio che Dio non approva i maltrattamenti nei confronti delle donne. Egli le tratta in modo giusto e le rispetta. Il suo riguardo per loro risulta chiaro dal fatto che Eva fu creata perfetta, con delle qualità che non la rendevano una schiava, bensì ne facevano uno splendido complemento di Adamo. Questa è una ragione per cui, alla fine del sesto giorno creativo, "Dio vide [...] tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono" (Gen. 1:31). Proprio così: "tutto" quello che aveva fatto era "molto buono"; aveva messo sia uomini che donne nelle condizioni migliori per condurre la propria esistenza. w14 15/8 1:6, 7

lunedì 7

Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore (Matt. 22:37)



L'amore che proviamo per Geova deve sgorgare dal cuore. Gesù sottolineò questo aspetto quando un fariseo gli chiese: "Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?" (Matt. 22:35, 36). Cosa intendeva Gesù quando rispose che dobbiamo amare Dio 'con tutto il cuore'? Gesù si riferiva al nostro cuore simbolico, che influisce su desideri, emozioni e sentimenti. Dobbiamo inoltre amare Geova 'con tutta l'anima', ovvero tutto il nostro essere, nonché 'con tutta la mente', cioè nella pienezza delle nostre facoltà intellettuali. In pratica, dovremmo amare Geova totalmente, senza riserve. Se amiamo Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente, studieremo in modo diligente la sua Parola, faremo la sua volontà senza riserve e parteciperemo con zelo all'opera di predicare la buona notizia del Regno (Matt. 24:14; Rom. 12:1, 2). Così ci avvicineremo sempre più a lui (Giac. 4:8). w14 15/6 1:6-8

domenica 6

Il solido fondamento di Dio rimane in piedi (2 Tim. 2:19)



Cosa c'è di significativo nelle parole usate da Paolo in questo versetto? Si tratta dell'unico caso in cui nelle Scritture si menziona "il solido fondamento di Dio". La Bibbia usa la parola "fondamento" come metafora per riferirsi a diverse cose, tra cui la Gerusalemme letterale in quanto capitale dell'antico Israele (Sal. 87:1, 2). Anche il ruolo di Gesù nel proposito di Geova è paragonato a un fondamento (1 Cor. 3:11; 1 Piet. 2:6). Ma cosa aveva in mente Paolo quando parlò del "solido fondamento di Dio"? Paolo lo menzionò nello stesso passo in cui citò le parole di Mosè su Cora e i suoi sostenitori riportate in Numeri 16:5. Evidentemente si riferiva agli avvenimenti che si verificarono ai giorni di Mosè nell'intento di incoraggiare Timoteo e ricordargli che Geova è in grado di vedere gli atti ribelli e di vanificarli. Gli apostati presenti all'interno della congregazione, quindi, non sarebbero riusciti a frustrare il proposito di Geova, proprio come non c'era riuscito Cora secoli prima (Num. 16:35). w14 15/7 1:2, 4-6

sabato 5

Ragionò con loro attingendo dalle Scritture (Atti 17:2)



Nel nostro ministero potremmo incontrare qualcuno che crede che Gesù sia uguale a Dio. Quali versetti si possono usare per ragionare su questo argomento? Potremmo invitare la persona a leggere Giovanni 6:38, in cui Gesù dice: "Sono sceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato". Quindi potremmo chiedere: "Se Gesù è Dio, chi lo mandò sulla terra? Non doveva essere una Persona superiore a lui? Dopotutto, chi manda è superiore a chi viene mandato". Sulla stessa falsariga potremmo leggere Filippesi 2:9, che afferma: "Dio lo ha esaltato a una posizione superiore". Quindi potremmo dire: "Ammettiamo che prima di morire Gesù fosse uguale a Dio. Ciò vorrebbe dire che, quando questi lo esaltò a una posizione superiore, Gesù si trovò al di sopra di Dio. Ma secondo lei, è mai possibile che qualcuno sia superiore a Dio?" Se la persona rispetta la Bibbia ed è sincera, queste argomentazioni potrebbero motivarla ad approfondire l'argomento (Atti 17:11). w14 15/5 1:7-9

venerdì 4

Per fede Mosè, quando fu cresciuto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia di Faraone (Ebr. 11:24)



La fede determinò ciò che Mosè decise di fare della sua vita. Mosè non pensò che poteva servire Dio come membro della corte reale e usare ricchezze e privilegi per aiutare i suoi fratelli israeliti. Al contrario, era deciso ad amare Geova con tutto il cuore, l'anima e la forza (Deut. 6:5). La sua decisione gli risparmiò enormi dispiaceri. Non passò molto, infatti, che buona parte dei tesori d'Egitto a cui aveva rinunciato finì proprio nelle mani degli israeliti (Eso. 12:35, 36). Il faraone fu umiliato e perse la vita (Sal. 136:15). Mosè, invece, sopravvisse e fu usato da Dio per portare in salvo un'intera nazione. La sua vita ebbe un senso autentico. Se sei un giovane servitore di Geova, scegli una carriera che ti permetterà di amare Geova e di servirlo "con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima". Puoi star certo che questa scelta si rivelerà "per il tuo bene" (Deut. 10:12, 13). w14 15/4 1:6-8

giovedì 3

Erano uomini illetterati e comuni (Atti 4:13)



Negli ultimi anni l'istruzione spirituale provveduta dall'organizzazione di Geova ha rispecchiato l'enfasi sempre maggiore che si sta dando alla semplicità e alla chiarezza. Consideriamo tre esempi. Innanzitutto si può menzionare l'edizione di facile lettura della Torre di Guardia. Questa edizione si è rivelata un dono amorevole per coloro che hanno difficoltà con la lingua o che trovano difficile leggere. I capifamiglia riscontrano che i loro figli sono ora più coinvolti nello studio di questo periodico, che è il canale principale tramite il quale veniamo spiritualmente nutriti. In secondo luogo si può menzionare l'edizione riveduta in inglese della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Molti versetti sono ora espressi in modo più conciso, ma non a discapito del significato, che anzi ci ha guadagnato. In terzo luogo si possono menzionare i recenti raffinamenti nell'intendimento, come ad esempio una comprensione più chiara dell'identità dello "schiavo fedele e discreto" (Matt. 24:45-47). Che gioia imparare queste verità e insegnarle ai nuovi! w15 15/3 1:1, 4-6

mercoledì 2

Quando l'arcangelo Michele ebbe una controversia col Diavolo e disputava intorno al corpo di Mosè, non osò portare un giudizio contro di lui in termini ingiuriosi (Giuda 9)



L'arcangelo Michele, Gesù, "ebbe una controversia col Diavolo e disputava" con quel malvagio. La questione implicava il "corpo di Mosè". Ricorderemo senz'altro che dopo la morte di Mosè, Geova seppellì il suo corpo in un luogo sconosciuto (Deut. 34:5, 6). Qualunque fosse lo scopo malvagio che il Diavolo avesse in mente per le spoglie di Mosè, Michele prese coraggiosamente posizione. Un'opera di consultazione fa notare che i termini greci resi "ebbe una controversia" e "disputava" sono "usati anche in relazione a cause legali" e possono indicare "che Michele 'contestava il diritto del Diavolo' di prendere il corpo di Mosè". Nonostante fosse il capo degli angeli, però, Gesù riconobbe che non spettava a lui emettere un giudizio. Piuttosto rimise la causa a Geova, il Giudice Supremo. Michele, quindi, non andava oltre la sua autorità. Che umiltà! w15 15/2 1:6

martedì 1

Sono grato a Cristo Gesù nostro Signore, che mi impartì potenza, perché mi considerò fedele assegnandomi a un ministero, sebbene prima fossi bestemmiatore (1 Tim. 1:12, 13)



Come possiamo imitare l'eccellente esempio di Paolo nel coltivare e nell'esprimere gratitudine? Così come ha fatto lui, dobbiamo meditare su ciò che Geova ha fatto per noi a livello personale (Sal. 116:12). Come risponderemmo se ci venisse chiesto: "Per quali cose belle ringrazieresti Geova?" Per la preziosa relazione che abbiamo con Lui? Per il perdono ricevuto grazie alla fede nel sacrificio di riscatto di Cristo? O magari per i fratelli e le sorelle che ci sono stati accanto quando abbiamo affrontato prove difficili? Non includeremmo forse anche il nostro amato coniuge e i nostri cari figli? Se ci prendiamo il tempo di meditare su queste meravigliose benedizioni che il nostro amorevole Padre Geova ci ha dato, il nostro cuore sarà colmo di riconoscenza e ci spingerà a essere grati ogni giorno (Sal. 92:1, 2). w15 15/1 1:5, 6

lunedì 29

Se ubbidirete strettamente alla mia voce e osserverete il mio patto, allora certamente diverrete di fra tutti gli altri popoli la mia speciale proprietà, una nazione santa (Eso. 19:5, 6)



Presso il monte Sinai Geova concluse un patto con gli israeliti e fece loro questa storica promessa. Quando erano in Egitto, prima che fossero resi schiavi, gli ebrei erano organizzati in tribù guidate da capifamiglia, o patriarchi. Questi capifamiglia, come i servitori di Geova che erano vissuti prima di loro, agivano da governanti, giudici e sacerdoti per la propria casa (Gen. 8:20; 18:19; Giob. 1:4, 5). Per mezzo di Mosè, comunque, Geova diede agli israeliti un codice di leggi che li avrebbe distinti da tutte le altre nazioni (Deut. 4:5-8; Sal. 147:19, 20). La Legge stabiliva un sacerdozio separato, e la giustizia era amministrata dagli "anziani", che erano rispettati per la loro conoscenza e la loro saggezza (Deut. 25:7, 8). La Legge regolava le attività religiose e sociali della nazione appena formata. w14 15/11 4:8, 9

domenica 28

Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli egiziani (Atti 7:22)



Un uomo che tenne la mente rivolta alle cose di sopra fu Mosè. Non aveva ricevuto un'istruzione qualunque. Oltre al fatto che all'epoca l'Egitto era la potenza dominante, Mosè viveva in casa del faraone. Non sorprende che, grazie a quella straordinaria istruzione, fosse diventato "potente in parole e in opere". Riusciamo a immaginare le opportunità che gli si sarebbero potute presentare? Ma la mente di Mosè era rivolta a qualcosa di più nobile: fare la volontà di Dio. Quando era piccolo, sua madre Iochebed sicuramente gli parlò del Dio degli ebrei. Per Mosè conoscere Geova era più importante di qualsiasi ricchezza. Rinunciò quindi ai privilegi e alle opportunità che la sua posizione probabilmente gli avrebbe riservato (Ebr. 11:24-27). Senza dubbio l'istruzione spirituale che aveva ricevuto e la sua fede in Geova lo portarono a rivolgere la mente alle cose di sopra (Col. 3:2). w14 15/10 4:10, 11

sabato 27

Devi positivamente conoscere l'aspetto del tuo gregge (Prov. 27:23)



La vita dei pastori nell'antico Israele era piuttosto difficile. Non solo dovevano sopportare il caldo e il freddo, ma anche proteggere il gregge dai predatori, sia animali che umani. Controllavano regolarmente le pecore e curavano quelle che erano malate o ferite. Prestavano particolare attenzione agli agnellini in quanto più delicati e non dotati della forza di una pecora adulta (Gen. 33:13). Sotto certi aspetti, i genitori cristiani sono come i pastori. Devono mostrare qualità molto utili ai pastori letterali. Un bravo pastore esamina attentamente ogni pecora per accertarsi che sia in buona salute. Figurativamente parlando potete fare la stessa cosa con i vostri figli. A tal fine dovete prestare attenzione a quello che i vostri figli fanno, pensano e provano. Come potete riuscirci? Uno dei modi migliori è quello di parlare spesso con loro. w14 15/9 3:1-3