martedì 30 giugno 2015

Martedì 30

I giorni dei nostri anni presto passano, e voliamo via (Sal.90:10)



Quando iniziate ad assistere un genitore prendetevi il tempo di documentarvi il più possibile sul suo problema di salute. Se ha una malattia degenerativa, informatevi su cosa potreste attendervi in futuro (Prov.1:5). I cambiamenti che si prospettano nella situazione familiare possono farvi provare sentimenti destabilizzanti: smarrimento, shock, confusione. Parlatene con un amico fidato e, soprattutto, aprite il vostro cuore a Geova, che può darvi la pace mentale necessaria per affrontare qualunque situazione (Sal.55:22; Prov.24:10; Filip.4:6,7). Saggiamente alcuni genitori avanti negli anni e i loro familiari si informano in anticipo sulle opzioni disponibili in fatto di assistenza. Per esempio valutano se è pratico che il genitore vada a vivere con uno dei figli oppure in una casa di riposo, o ancora se localmente è possibile ricorrere ad altre soluzioni. Vedono eventuali 'affanni e cose nocive' da lontano e si preparano di conseguenza. w14 15/3 4:4, 5

lunedì 29 giugno 2015

Lunedì 29

Erano mal ridotte e disperse come pecore senza pastore (Matt.9:36)



Perché le folle versavano in tale triste condizione? Perché coloro che avevano la responsabilità di insegnare la Legge di Dio al popolo erano aspri, esigenti e ipocriti. Anziché aiutare e nutrire i componenti del gregge, i capi spirituali di Israele mettevano "gravi carichi" sulle loro spalle (Matt.23:4). Gli attuali pastori cristiani, cioè gli anziani, hanno quindi una seria responsabilità. Le pecore del gregge che custodiscono appartengono a Geova e a Gesù, che si definì "il pastore eccellente" (Giov.10:11). Sono state "[comprate] a prezzo", un prezzo che Gesù stesso ha pagato con il suo "sangue prezioso" (1 Cor.6:20; 1 Piet.1:18,19). Egli ama le pecore così tanto che è stato disposto a sacrificare la sua vita per loro. Gli anziani non devono mai dimenticare che sono sottopastori e che il loro sorvegliante è l'amorevole Figlio di Dio, Gesù Cristo, "il grande pastore delle pecore" (Ebr.13:20). w13 15/11 5:2, 3

domenica 28 giugno 2015

Domenica 28

Lo spirito e la sposa continuano a dire: "Vieni!" E chi ode dica: "Vieni!" E chi ha sete venga; chi lo desidera prenda l'acqua della vita gratuitamente (Riv.22:17)



Vedere l'enorme bisogno spirituale di coloro a cui predichiamo accresce il nostro apprezzamento per la verità. Le persone non hanno nessuna guida a cui affidarsi per avere successo e felicità. Quasi tutte sono preoccupate per il futuro e non hanno una speranza. Sono alla ricerca del significato della vita. Anche quelli che credono in Dio in genere conoscono poco le Scritture. Assomigliano molto agli antichi niniviti (Giona 4:11). Più tempo dedichiamo al ministero, più notiamo con chiarezza la differenza tra la condizione spirituale del popolo di Geova e quella delle persone a cui predichiamo (Isa.65:13). Ma Geova non si prende cura solo dei suoi servitori; offre a tutti la possibilità di essere confortati e di avere una speranza autentica. Questo dà risalto alla sua straordinaria bontà. w13 15/9 5:4

sabato 27 giugno 2015

Sabato 27

Uscì vincendo e per completare la sua vittoria (Riv.6:2)



La vivida profezia di Rivelazione capitolo 6 lasciava chiaramente presagire che, dopo l'istituzione del Regno di Dio, ci sarebbe stato un rapido peggioramento delle condizioni mondiali: guerre, carestie, malattie e altre cause di morte. Questi sviluppi erano infatti rappresentati dalla cavalcata di tre cavalieri che seguono a ruota Gesù Cristo (Riv.6:3-8). Come predetto, la guerra riuscì a "togliere la pace dalla terra". La prima guerra mondiale diede inizio a tutta una serie di altri grandi conflitti, come dimostrano anche recenti sviluppi internazionali. Nonostante dal 1914 siano stati fatti notevoli progressi in campo economico e scientifico, la carenza di cibo è tuttora una potenziale causa di tensioni e conflitti in tutto il mondo. Inoltre, nessuno in tutta onestà può negare che ogni anno malattie di ogni genere, disastri naturali e altre 'piaghe mortali' continuino a mietere milioni di vittime. Portata, frequenza e gravità di questi avvenimenti non hanno avuto uguali in tutta la storia umana. Stiamo prendendo sul serio il significato di tutto questo? w14 15/1 5:4, 5

venerdì 26 giugno 2015

Venerdì 26

O Geova, chi sarà ospite nella tua tenda? (Sal.15:1)



Se vogliamo che Geova sia nostro Amico dobbiamo soddisfare certi requisiti. Il 15° Salmo, una melodia di Davide, spiega cosa occorre fare per essere 'ospiti nella tenda di Geova', per essere cioè suoi amici. Due di questi requisiti sono evitare la calunnia e agire onestamente in tutto quello che facciamo. Di chi è ospite di Geova, Davide disse: "Non ha calunniato con la sua lingua. [...] Non ha preso regalo contro l'innocente" (Sal.15:3,5). In un altro salmo, Davide esortò: "Salvaguarda la tua lingua dal male" (Sal.34:13). Se ignoriamo questo consiglio ispirato creiamo una spaccatura tra noi e il nostro giusto Padre celeste. In effetti, la calunnia è il segno distintivo del grande nemico di Geova, Satana. Il termine "Diavolo" deriva da una parola greca che significa "calunniatore". Quando teniamo sotto controllo ciò che diciamo sugli altri preserviamo la nostra amicizia con Geova. Questo vale particolarmente per l'atteggiamento che mostriamo nei confronti dei nominati nella congregazione (Ebr.13:17; Giuda 8). w14 15/2 4:10, 11

giovedì 25 giugno 2015

Giovedì 25

Quando lo vidi, caddi sulla mia faccia (Ezec.1:28)



Nell'adempimento dei propositi di Geova accadono tante cose che noi non riusciamo a vedere. Per esempio Ezechiele ricevette una visione in cui la parte invisibile dell'organizzazione di Geova era raffigurata da un gigantesco carro celeste che si spostava a grande velocità e cambiava direzione istantaneamente (Ezec.1:15-21). A ogni giro delle sue ruote il carro percorreva una distanza considerevole. Ezechiele riuscì anche a scorgere Colui che si trovava sul carro, e lo descrisse così: "Vedevo qualcosa come lo splendore dell'elettro, come l'aspetto del fuoco tutt'intorno [...]. Era l'aspetto della somiglianza della gloria di Geova" (Ezec.1:25-28). La visione dovette incutere in Ezechiele un grande timore reverenziale: era Geova che, avendo il pieno controllo della sua organizzazione, la dirigeva mediante il suo spirito santo. Davvero una stupenda rappresentazione della parte celeste dell'organizzazione di Geova in movimento! w13 15/4 3:6

mercoledì 24 giugno 2015

Mercoledì 24

Giunga a te la mia propria invocazione di soccorso (Sal.102:1)



Lo scrittore del Salmo 102 era disperato. Era "afflitto", in preda a una grande sofferenza fisica o emotiva, e non aveva la forza di affrontare i suoi problemi (Sal.102, soprascritta). Le sue parole rivelano che dolore e solitudine lo assorbivano completamente (Sal.102:3,4,6,11). Era convinto che Geova volesse 'gettarlo via' (Sal.102:10). Il Salmo 102 mostra che anche un servitore di Dio può soffrire al punto da trovare difficile pensare a qualcos'altro. Il salmista si sentiva "un uccello solitario su un tetto", come se a fargli compagnia ci fossero solo i suoi problemi (Sal.102:7). Se questo dovesse essere anche il tuo stato d'animo, apri il cuore a Geova come fece lui. Le 'preghiere dell'afflitto'

martedì 23 giugno 2015

Martedì 23

Rivestitevi della completa armatura di Dio affinché possiate star fermi contro le macchinazioni del Diavolo (Efes.6:11)



Poiché esercitiamo fede nel "riscatto pagato da Cristo Gesù", abbiamo pace interiore e una stretta relazione con Dio (Rom.3:23-25). Abbiamo poi un chiaro intendimento delle preziose promesse contenute nella sua Parola. Inoltre facciamo parte di un'amorevole fratellanza internazionale, il che ci dà una gioia immensa. Infine, essere testimoni del nostro Dio, Geova, è un onore senza pari. Per non perdere la meravigliosa eredità della vita eterna, però, dobbiamo stare attenti agli stratagemmi di Satana. Questi ha sempre cercato di indurre i servitori di Dio a fare scelte per le quali avrebbero potuto perdere la loro eredità (Num.25:1-3,9). Ben sapendo che la sua fine è vicina, Satana ha intensificato gli sforzi per sviarci (Riv.12:12,17). Se vogliamo "star fermi contro le macchinazioni del Diavolo" dobbiamo continuare a tenere in alta considerazione la nostra eredità. w13 15/5 5:4, 5

lunedì 22 giugno 2015

Lunedì 22

Egli custodisce le anime dei suoi leali; li libera dalla mano dei malvagi (Sal.97:10)



Vogliamo rimanere leali a Geova. Quindi, più metteremo in armonia i nostri pensieri e sentimenti con quelli di Geova, più ci verrà naturale ubbidire ai suoi comandi (Sal.119:104). Naturalmente non sarà sempre facile ubbidire ai comandi di Geova. A volte essere leali richiede notevoli sforzi. Ci sono fratelli e sorelle, ad esempio, che vorrebbero tanto sposarsi ma non hanno ancora trovato un coniuge adatto tra gli adoratori di Geova (1 Cor.7:39). Mettiamo il caso di una sorella single, che magari soffre di solitudine, alla quale i colleghi continuano a presentare dei possibili corteggiatori. Lei però è determinata a mantenere la sua integrità. Non è uno splendido esempio di lealtà? Senza alcun dubbio Geova ricompenserà tutti coloro che gli rimangono fedeli a dispetto delle circostanze (Ebr.11:6). w13 15/6 3:9, 10

domenica 21 giugno 2015

Domenica 21

Disposero che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani (Atti 15:2)



Gli apostoli e gli anziani a Gerusalemme costituivano un corpo direttivo. Quale Capo della congregazione, Cristo si serviva di questo piccolo gruppo di uomini qualificati per risolvere questioni dottrinali e soprintendere all'attività di predicazione e insegnamento della buona notizia del Regno (Atti 15:6-29; 21:17-19; Col.1:18). Geova benedisse senz'altro la disposizione tramite cui suo Figlio nutriva le congregazioni del I secolo. Perché ne siamo così sicuri? Il libro degli Atti riferisce: "Or mentre [Paolo e i suoi compagni] viaggiavano per le città, trasmettevano a quelli che erano in esse, affinché li osservassero, i decreti emessi dagli apostoli e dagli anziani a Gerusalemme. Perciò, in realtà, le congregazioni erano rese ferme nella fede e aumentavano di numero di giorno in giorno" (Atti 16:4,5). w13 15/7 3:10, 11

sabato 20 giugno 2015

Sabato 20

Consideriamoci a vicenda per incitarci all'amore e alle opere eccellenti, incoraggiandoci l'un l'altro (Ebr.10:24,25)



Secondo un'opera di consultazione, il verbo qui reso "considerare" significa "tener conto dei bisogni altrui, pensare agli altri". Possiamo davvero tener conto dei bisogni degli altri se ci limitiamo a un saluto veloce nella Sala del Regno o a qualche chiacchierata superficiale? Ovviamente staremo attenti a "pensare ai fatti [nostri]" e a non "[intrometterci] negli affari degli altri" (1 Tess.4:11; 1 Tim.5:13). D'altra parte, se vogliamo incoraggiare i fratelli, dobbiamo saperne di più di loro e della loro vita, delle loro qualità e della loro spiritualità, dei loro punti di forza e delle loro debolezze. Devono considerarci amici e sentire che li amiamo. Tutto questo è impossibile se non trascorriamo del tempo con loro, e non solo quando hanno un problema o sono giù di corda (Rom.12:13). w13 15/8 3:4, 5

venerdì 19 giugno 2015

Venerdì 19

Siate trasformati rinnovando la vostra mente (Rom.12:2)



Man mano che una persona studia e mette in pratica le verità della Bibbia, inizia a crescere spiritualmente e ad apportare cambiamenti alla sua vita in base a ciò che impara. Abbandona le pratiche della falsa religione, si libera di caratteristiche negative che appartengono al suo precedente modo di vivere e riveste la personalità cristiana (Efes.4:22-24). È bello vedere ogni anno centinaia di migliaia di persone progredire e divenire idonee per il battesimo in simbolo della propria dedicazione a Geova Dio, e anche lui indubbiamente se ne rallegra (Prov.27:11). Ma sono questi gli unici cambiamenti da fare? Essere trasformati non significa semplicemente progredire o migliorare. Un'opera di consultazione spiega: "Come contrario a una conformazione [...] a questo mondo [...] Rom.12,2 richiede un cambiamento mediante un rinnovamento della mentalità". E aggiunge che Paolo "pensa chiaramente a un cambiamento costante, progressivo, dell'essenza interiore" (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a cura di H. Balz e G. Schneider, ed. italiana a cura di O. Soffritti, Paideia, Brescia, 1998, vol. 2, coll. 352-353). w13 15/9 3:9, 10

giovedì 18 giugno 2015

Giovedì 18

Tu solo sei Geova; tu stesso hai fatto i cieli, sì, il cielo dei cieli, e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che è su di essa, i mari e tutto ciò che è in loro; e li conservi tutti in vita; e l'esercito dei cieli si inchina davanti a te (Nee.9:6)



Geova Dio ha creato l'intero universo e il suo "esercito", le innumerevoli galassie che lo formano. Ha creato anche tutto ciò che si trova sul pianeta in cui viviamo con la sua straordinaria capacità di sostentare un'incredibile varietà di forme di vita, che continuano a riprodursi secondo le loro specie. Testimoni oculari dell'attività creativa di Dio sono gli angeli, e anch'essi possono essere definiti un esercito, "l'esercito dei cieli" (1 Re 22:19; Giob.38:4,7). Gli angeli, inoltre, compiono umilmente la volontà divina venendo in aiuto degli esseri umani peccatori "che erediteranno la salvezza" (Ebr.1:14). Che splendido esempio ci danno! Imitiamoli mentre continuiamo a servire Geova compatti, come un esercito ben addestrato (1 Cor.14:33,40). w13 15/10 3:9

mercoledì 17 giugno 2015

Mercoledì 17

C'è più felicità nel dare che nel ricevere (Atti 20:35)



Gesù provava gioia nel vedere le persone mansuete accettare la buona notizia (Luca 10:21; Giov.4:34). Forse avete già sperimentato la felicità che deriva dall'aiutare altri. Se prendete le decisioni più importanti della vostra vita sulla base dei princìpi che ci ha insegnato Gesù, sarete felici voi ma lo sarà anche Geova (Prov.27:11). La felicità più grande si prova quando si serve Geova (Prov.16:20). A quanto pare Baruc, segretario di Geremia, lo dimenticò. A un certo punto della sua vita perse la gioia di servire Geova, il quale gli disse: "Tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne [...] e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai" (Ger.45:3,5). Che ne pensate? Cosa avrebbe reso felice Baruc, cercare grandi cose o rimanere fedele a Dio e sopravvivere alla distruzione di Gerusalemme? (Giac.1:12). w14 15/1 3:10, 11

martedì 16 giugno 2015

Martedì 16

Nel quattordicesimo anno del re Ezechia, Sennacherib re d'Assiria salì contro tutte le città fortificate di Giuda e le prendeva (2 Re 18:13)



Come vi sareste sentiti se foste stati a Gerusalemme in quel periodo? Di sicuro Ezechia si rendeva conto del pericolo che incombeva, ma anziché cercare disperatamente l'appoggio di una nazione pagana, come aveva fatto l'apostata Acaz, ripose la sua fiducia in Geova (2 Cron.28:20,21). Forse sapeva ciò che il profeta Michea, suo contemporaneo, aveva predetto riguardo all'Assiria: "In quanto all'assiro, [...] dovremo anche suscitare contro di lui sette pastori, sì, otto duchi del genere umano. Ed essi in effetti pasceranno il paese d'Assiria con la spada" (Mic.5:5,6). Se Ezechia ne era a conoscenza, queste parole ispirate lo avranno incoraggiato, visto che indicavano che un esercito insolito sarebbe stato schierato contro gli assiri e alla fine li avrebbe sconfitti. w13 15/11 3:9, 10

lunedì 15 giugno 2015

Lunedì 15

Si erigeva un monumento (1 Sam.15:12)



Il re Saul si fece corrodere dalla ruggine dell'egoismo e dell'orgoglio. Quando sconfisse gli amalechiti antepose i propri desideri all'ubbidienza a Geova: prese avidamente le spoglie che gli era stato comandato di distruggere, e con arroganza si eresse un monumento (1 Sam.15:3,9). Allorché il profeta Samuele gli disse che Geova non era affatto contento, Saul cercò di giustificarsi richiamando l'attenzione sulle istruzioni divine che aveva seguito e dando ad altri la colpa del suo errore (1 Sam.15:16-21). L'esperienza di Saul ci insegna a guardarci dall'autocompiacimento e a non pensare che se finora abbiamo manifestato spirito di sacrificio continueremo automaticamente a farlo (1 Tim.4:10). Per un periodo Saul ebbe il giusto atteggiamento e quindi il favore divino, ma quando in lui affiorarono tendenze egoistiche non seppe vincerle. Alla fine Geova lo rigettò per la sua disubbidienza. w14 15/3 1:9, 10

domenica 14 giugno 2015

Domenica 14

Le vergini al suo seguito come sue compagne ti sono introdotte (Sal.45:14)



Il rimanente della classe della sposa è particolarmente grato a queste 'vergini compagne' per lo zelante aiuto ricevuto nel predicare la "buona notizia del regno" (Matt.24:14). "Lo spirito e la sposa continuano a dire: 'Vieni!'", ma anche chi ode dice: "Vieni!" (Riv.22:17). Le "altre pecore" hanno udito i componenti della classe della sposa dire: "Vieni!", e si sono unite a loro nel portare lo stesso invito in tutto il mondo (Giov.10:16). I componenti del rimanente amano queste 'vergini compagne', le altre pecore sulla terra, e sono felici di sapere che Geova, il Padre dello Sposo, abbia concesso loro il privilegio di unirsi all'esultanza per il matrimonio dell'Agnello che si celebrerà in cielo. La profezia indicava che sarebbero state "condotte con allegrezza e gioia" (Sal.45:15). È quindi certo che anche le altre pecore, la cui prospettiva è di vivere per sempre sulla terra, parteciperanno alla gioia della famiglia universale di Geova. w14 15/2 2:14-16

sabato 13 giugno 2015

Sabato 13

Questo giorno vi deve servire di memoriale, e lo dovete celebrare come festa a Geova (Eso.12:14)



Quando si parla di anniversari, qual è il primo che vi viene in mente? "Quello del mio matrimonio", potrebbe dire chi è sposato. Altri potrebbero ricordare la data di un importante avvenimento storico, per esempio quella in cui il loro paese ha ottenuto l'indipendenza. Ma sapevate che c'è un anniversario che un intero popolo commemora da più di 3.500 anni? Si tratta della Pasqua ebraica, che ricorda la liberazione dell'antico Israele dalla schiavitù egiziana. Dal momento che ha a che fare con alcuni aspetti importanti della nostra vita, questa ricorrenza dovrebbe interessare anche a noi. Se non siamo ebrei praticanti, però, forse ci chiediamo perché. Il motivo sta in questa pregnante dichiarazione: "Cristo, la nostra pasqua, è stato sacrificato" (1 Cor.5:7). w13 15/12 3:1, 2

venerdì 12 giugno 2015

Venerdì 12

Rivestitevi d'amore (Col.3:14)



L'elemento più importante nel matrimonio è l'amore, "perfetto vincolo d'unione". Man mano che un marito e una moglie leali affrontano insieme le gioie e le difficoltà della vita, il loro amore cresce, l'amicizia che li lega si consolida e il tempo trascorso insieme diventa sempre più prezioso. Un rapporto simile non si nutre di quei gesti clamorosi di cui sono pieni giornali e televisione, ma di tante piccole attenzioni. Un abbraccio, una frase carina, una gentilezza, un sorriso d'intesa o un sincero "com'è andata oggi?" sono piccole cose, ma possono avere un grande significato nel matrimonio. L'amore, inoltre, spinge i coniugi a volersi conoscere l'un l'altro sempre meglio (Filip.2:4). Ciò, a sua volta, renderà il loro amore ancora più profondo, a dispetto dei difetti di entrambi. Un matrimonio riuscito non resta immutato nel tempo: si arricchisce e si rafforza. Perciò chi è sposato fa bene a chiedersi: "Quanto conosco il mio coniuge? Capisco i suoi sentimenti e le sue opinioni? Quante volte mi capita di pensare a lui (o a lei)?" w13 15/5 3:9, 10

giovedì 11 giugno 2015

Giovedì 11

Tu creasti tutte le cose (Riv.4:11)



Usando un linguaggio figurato, il re Davide scrisse che le informazioni necessarie a formare un corpo umano sono contenute in un libro. Rivolgendosi a Geova Dio disse: "I tuoi occhi videro perfino il mio embrione, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti, riguardo ai giorni quando furono formate e fra di esse non ce n'era ancora nessuna" (Sal.139:16). Non c'è da sorprendersi se, riflettendo su quanto sia stupefacente il corpo umano, Davide si sentisse spinto a lodare il Creatore. Le scoperte scientifiche degli ultimi anni hanno ulteriormente accresciuto la nostra riverenza per il modo straordinario in cui Geova ci ha fatto. Ora abbiamo ulteriori motivi per dirci d'accordo con le parole di Davide: "Ti loderò perché sono fatto in maniera tremendamente meravigliosa. Meravigliose sono le tue opere, come la mia anima sa molto bene" (Sal.139:14). Come fanno le persone a non vedere che la creazione rivela l'esistenza dell'Iddio vivente? w13 15/10 1:14

mercoledì 10 giugno 2015

Mercoledì 10

Cingetevi di modestia di mente gli uni verso gli altri, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili (1 Piet.5:5)



Nel I secolo i servitori di Dio ricevevano regolarmente dei rammemoratori. Gesù parlò più volte ai discepoli del bisogno di coltivare l'umiltà. Ma non si limitò a spiegare loro cosa significava essere umili; glielo mostrò in pratica. L'ultimo giorno che trascorse sulla terra da essere umano, Gesù riunì gli apostoli per celebrare la Pasqua. Mentre questi mangiavano, si alzò e lavò loro i piedi, svolgendo una mansione che normalmente spettava a un servo (Giov.13:1-17). Il suo umile gesto lasciò in loro un segno indelebile. Una trentina d'anni più tardi l'apostolo Pietro, che aveva partecipato a quella cena, diede ai compagni di fede il consiglio che troviamo nella scrittura di oggi. L'esempio di Gesù dovrebbe indurre tutti noi a essere umili gli uni con gli altri (Filip.2:5-8). w13 15/9 1:12

martedì 9 giugno 2015

Martedì 9

Subito Neemia pregò l'Iddio dei cieli (Nee.2:4)



Geova ascoltò le preghiere di Neemia e diresse gli eventi in modo da aiutare il Suo popolo (Nee.2:5,6). Pregando di continuo come Neemia possiamo mantenere forte la nostra fede. Satana è spietato, e spesso ci colpisce quando siamo deboli. Ad esempio, se abbiamo un grave problema di salute o soffriamo di depressione, potremmo cominciare a pensare che ciò che facciamo nel ministero ogni mese non conti un granché agli occhi di Dio. Alcuni tra noi sono tormentati da sentimenti di angoscia, magari per via del loro passato. Satana vorrebbe farci sentire inutili; non di rado ci attacca approfittando del nostro stato d'animo nel tentativo di indebolire la nostra fede. Davanti a problemi e difficoltà ricordiamoci di Neemia, e rivolgiamoci immediatamente a Geova in preghiera. È solo con il suo aiuto che possiamo resistere alle tentazioni e superare le prove a cui è sottoposta la nostra fede. w13 15/11 1:12-14

lunedì 8 giugno 2015

Lunedì 8

È necessario che prestiamo più che la solita attenzione alle cose udite, affinché non siamo mai portati alla deriva (Ebr.2:1)



Una barca ferma lungo la sponda di un fiume può iniziare ad andare alla deriva in maniera impercettibile; poi, un po' alla volta, la distanza dall'argine aumenta. Questo esempio illustra la situazione di coloro che cadono vittima dell'inganno e lasciano che la loro fiducia nella verità si indebolisca. Oggi le attività "mangiatempo" abbondano. Pensiamo soltanto a quante ore si passano tenendo i contatti con amici e conoscenti sui social network, leggendo la posta elettronica e rispondendo ai vari messaggi ricevuti, immergendosi completamente in qualche hobby o seguendo in continuazione eventi sportivi. Uno qualsiasi di questi interessi potrebbe distrarci e fiaccare il nostro zelo; di conseguenza potremmo smettere di pregare con sentimento e ridurre l'impegno nello studio, nella frequenza delle adunanze e nel ministero. D'altra parte la lettura quotidiana e lo studio regolare della Bibbia ci aiuteranno a ricordare che viviamo negli "ultimi giorni" (2 Piet.3:3,4). w13 15/12 1:11-13

Domenica 7

Dio non permise ad alcun uomo di defraudarli, ma a causa d'essi riprese dei re (Sal.105:14)



A motivo della lealtà verso il suo amico Abraamo, Geova gli promise: "Da te usciranno dei re" (Gen.17:6; Giac.2:23). Dio ribadì al figlio e al nipote di Abraamo, ovvero Isacco e Giacobbe, la promessa di benedirli, promessa che includeva l'assicurazione che tra i loro discendenti ci sarebbero stati dei re (Gen.26:3-5; 35:11). Tuttavia, prima che arrivasse il tempo di questi re, i discendenti di Giacobbe divennero schiavi in Egitto. Questo non significava che Geova non avrebbe mantenuto la sua promessa o che avesse rinunciato alla sua sovranità sulla terra. A tempo debito, egli diede all'ostinato faraone una dimostrazione della sua potenza e della sua sovranità. Gli israeliti schiavi in Egitto riposero fede in lui e furono liberati in modo straordinario al Mar Rosso. Geova era sempre il Sovrano universale e, come un Padre premuroso, usò la sua grande potenza per proteggere il suo popolo (Eso.14:13,14). w14 15/1 1:11, 12

sabato 6 giugno 2015

Sabato 6

Cingi la tua spada sulla tua coscia, o potente (Sal.45:3)



Essendo un invincibile Re-Guerriero, Cristo viene chiamato "potente". 'Cinse la sua spada' nel 1914, quando sconfisse Satana e i demoni e li cacciò dal cielo scagliandoli nelle vicinanze della terra (Riv.12:7-9). Quello fu solo l'inizio della vittoriosa cavalcata del Re, che deve "completare la sua vittoria" (Riv.6:2). I giudizi di Geova su tutti gli elementi del sistema di Satana sulla terra non sono ancora stati eseguiti, e Satana stesso con i suoi demoni deve essere messo in condizione di non nuocere. La prima a essere eliminata sarà Babilonia la Grande, l'impero mondiale della falsa religione. Geova intende servirsi dei leader politici per distruggere questa malvagia "meretrice" (Riv.17:16,17). Poi il Re-Guerriero muoverà contro il sistema politico di Satana e lo annienterà. Dopodiché colui che è anche chiamato "l'angelo dell'abisso" completerà la sua vittoria inabissando Satana e i demoni (Riv.9:1,11; 20:1-3). w14 15/2 1:9, 10

venerdì 5 giugno 2015

Venerdì 5

Manteniamoci sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e per elmo la speranza della salvezza (1 Tess.5:8)



Come nell'antichità il soldato doveva proteggere il cuore dai colpi dei nemici, così il cristiano deve proteggere il cuore simbolico dall'influenza del peccato. Quando un servitore di Geova affianca alla forte fede nelle Sue promesse l'amore per Lui e per il prossimo, è come se indossasse una corazza spirituale della migliore qualità. Difficilmente farà qualcosa che lo porterà a perdere il favore di Dio. Paolo menzionò anche un elmo, "la speranza della salvezza". Nei tempi biblici con un buon elmo un soldato poteva resistere ai fendenti che riceveva al capo senza riportare gravi ferite. Noi possiamo accrescere la nostra speranza negli atti salvifici di Geova studiando la sua Parola. Una speranza viva ci permetterà di opporci agli apostati e ai loro "discorsi vuoti", che sono "come cancrena" (2 Tim.2:16-19). La speranza ci darà anche la forza per dire di no a chi vorrebbe farci intraprendere una condotta disapprovata da Geova. w13 15/4 1:17, 18

giovedì 4 giugno 2015

Giovedì 4

Le persone mature hanno le loro facoltà di percezione esercitate (Ebr.5:14)



Se nel corso di uno studio biblico lo studente si limitasse a dare risposte lette dalla pubblicazione, non dovremmo accontentarci, perché questo modo di studiare avrebbe un impatto negativo sulla sua crescita spirituale: chi si limita a dare risposte senza meditare difficilmente metterà radici profonde. Di fronte all'opposizione potrebbe facilmente fare la fine di una pianta che appassisce sotto il calore intenso (Matt.13:20,21). Per evitare che questo accada, dobbiamo chiedere allo studente cosa pensa di ciò che sta imparando. Cerchiamo di capire se è d'accordo o no, e, cosa ancora più importante, facciamoci spiegare perché. Quindi aiutiamolo a ragionare sulle Scritture in modo che arrivi alle giuste conclusioni. Se impariamo a usare efficacemente le domande, è più probabile che coloro ai quali insegniamo diventino solidamente radicati nella fede e riescano a tener testa agli oppositori e a chi vorrebbe sviarli (Col.2:6-8). w13 15/5 1:16

mercoledì 3 giugno 2015

Mercoledì 3

Dio non è parziale (Atti 10:34)



Come possiamo imitare l'imparzialità di Geova? La vera imparzialità si compone di due elementi: il nostro modo di pensare e le nostre azioni. Solo se siamo convinti che tutti meritano di essere trattati con imparzialità agiremo di conseguenza. È vero, non è sempre facile valutare obiettivamente se stessi. Cosa possiamo fare, quindi, per sapere se siamo davvero imparziali? In un'occasione, per sapere quello che le persone dicevano di lui, Gesù si rivolse a degli amici fidati e chiese: "Chi dicono gli uomini che sia il Figlio dell'uomo?" (Matt.16:13,14). Potremmo fare come Gesù e chiedere a un amico che sappiamo essere onesto se siamo conosciuti come persone imparziali, e cosa ne pensa lui. Se ci dice che talvolta ci facciamo ancora condizionare da differenze razziali, sociali o economiche, cosa dovremmo fare? Dovremmo pregare fervidamente Geova supplicandolo di aiutarci a correggerci in modo da rispecchiare maggiormente la sua imparzialità (Matt.7:7; Col.3:10,11). w13 15/6 1:11, 16

martedì 2 giugno 2015

Martedì 2

Felice quello schiavo se il suo signore, arrivando, lo troverà a fare così! (Matt.24:46)



Nella parte della sua profezia riportata in Matteo 24:29-25:46, Gesù si concentra fondamentalmente su ciò che accadrà in questi ultimi giorni e durante la veniente grande tribolazione. Qui Gesù fa riferimento otto volte alla sua venuta, o arrivo. A proposito della grande tribolazione afferma: "Vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi"; "non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore"; "in un'ora che non pensate viene il Figlio dell'uomo". E nella parabola delle pecore e dei capri parla di "quando il Figlio dell'uomo sarà arrivato nella sua gloria" (Matt.24:30,42,44; 25:31). Questi quattro casi riguardano tutti la futura venuta di Cristo in qualità di Giudice. In effetti un esame della profezia di Gesù nel suo complesso indica che tutti e otto i riferimenti alla sua venuta riguardano il futuro tempo di giudizio nel corso della grande tribolazione. w13 15/7 1:15, 18

lunedì 1 giugno 2015

Lunedì 1

Non fu a causa di queste che peccò Salomone re d'Israele? (Nee.13:26)



Ai giorni di Neemia, gli israeliti sposavano donne straniere (Nee.13:23-25,27). In occasione della sua prima visita a Gerusalemme, Neemia aveva fatto sottoscrivere a tutti gli anziani un documento in cui si impegnavano a non sposare donne pagane (Nee.9:38; 10:30). Tuttavia, pochi anni dopo scoprì non solo che uomini ebrei avevano sposato donne straniere, ma che la nazione era quasi sul punto di perdere la sua identità di popolo santificato a Dio. I figli avuti con quelle straniere non sapevano leggere o parlare l'ebraico. Una volta cresciuti, si sarebbero sentiti israeliti, o piuttosto asdoditi, ammoniti, moabiti? Non conoscendo l'ebraico, sarebbero riusciti a capire la Legge di Dio? Come avrebbero potuto conoscere Geova e decidere di servire lui invece delle false divinità venerate dalle loro madri? Occorreva agire subito e in modo risoluto, e Neemia lo fece (Nee.13:28). w13 15/8 1:16