mercoledì 2 dicembre 2015

Martedì 1

Tutta la Scrittura è utile per correggere (2 Tim.3:16)



Quando i capi religiosi ebrei si lamentarono della benignità di Gesù "con gli esattori di tasse e con i peccatori", egli rispose: "I sani non hanno bisogno del medico, ma quelli che stanno male sì. Andate, dunque, e imparate che cosa significa questo: 'Voglio misericordia, e non sacrificio'" (Matt.9:11-13). Gesù dovette anche "correggere" con pazienza e gentilezza l'idea che la gente aveva di Dio. Così le persone umili impararono che Geova è l'"Iddio misericordioso e clemente, lento all'ira e abbondante in amorevole benignità e verità" (Eso.34:6). Grazie agli sforzi del Figlio di Dio di "correggere" certi fraintendimenti, molti riposero fede nella buona notizia. Col suo esempio Gesù ci insegna come aiutare gli altri. Non si tratta di apostrofare l'interlocutore dicendo in tono brusco: "Qui dobbiamo mettere le cose a posto". Non c'è nulla in "tutta la Scrittura" che ci autorizzi a rimproverare gli altri con asprezza. Come "i colpi di una spada", le osservazioni taglienti spesso feriscono, e raramente sono di qualche utilità (Prov.12:18). w13 15/4 2:12, 13

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