venerdì 20 maggio 2016

martedì 2

Mosè scelse di essere maltrattato col popolo di Dio piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato (Ebr. 11:24, 25)



Grazie agli occhi della fede Mosè capì che il "godimento del peccato" era effimero. Qualcun altro avrebbe potuto pensare che l'Egitto, benché imbevuto di idolatria e spiritismo, era comunque diventato una potenza mondiale, mentre i servitori di Dio erano schiavi. Mosè però sapeva che Geova poteva cambiare le cose. Per quanto quelli che indulgevano nei piaceri sembrassero godersi la vita, era sicuro che alla fine avrebbero pagato lo scotto delle loro azioni. Così non si fece ingannare dal "temporaneo godimento del peccato". Come possiamo resistere al "temporaneo godimento del peccato"? Non dimentichiamo mai che il piacere che ne deriva è fugace. Usiamo gli occhi della fede per vedere come "il mondo passa e pure il suo desiderio" (1 Giov. 2:15-17). Riflettiamo sul futuro di quelli che peccano senza pentirsi (Sal. 73:18, 19). Quando siamo tentati di commettere un peccato, chiediamoci: "Che futuro voglio per me?" w14 15/4 1:2, 4, 5

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